sabato 2 luglio 2016

Reportage dal Brasile dell'Artista internazionale Lucio Tarzariol da Castello Roganzuolo

Lages -  Monumento agli  emigranti italiani










 BRASLE  'UN MONDO PARALLELO' 

Essendo ora in Brasile ho scritto un piccolo reportage e la mia esperienza che vede emergere il ricordo dell'emigrazione italiana qui in Brasile del sud. Da San Paolo con il 38% di oriundi italiani a Lages, Rio Grande du Sul con la sua capitale di un milione e mezzo di abitanti per lo più italiani; Rio Grande du Sul dove troviamo addirittura la città di Garibaldi gemellata con la città di Conegliano, ecc. Giunto nella caotica San Paolo mi sono spostato al Sud del Brasile verso la terra più densa dei  figli dei nostri emigranti partiti dall'Italia a fine 800 e anche dopo le 2 guerre mondiali; basti pensare che più di un milione e mezzo d'italiani emigrarono in Brasile fra il 1880 e il 1950 e circa il 30% erano veneti.Giunto a Lages, città di circa 200.000 abitanti, si vede subito in prossimità del centro un grande monumento all'Emigrazione italiana eretto nel 2002 dallo scultore José Batista, vedere foto allegata. Esiste addirittura un circolo italiano per non dimenticare le origini che propone via radio musica italiana tradizionale dello scorso secolo. Non è raro qui vedere lungo le vie negozi che portano cognomi Veneti conosciuti delle nostre zone, o conoscere persone che portano cognomi come: Lorenzet, Marcon, Grava, Gava, Bozato, Feltrin, Borghezan, Saccon, Perin, Bof, Damiani, Ceron, Cancian, Menegon, Omizzolo, Primieri, Graiottin, Campiolo, quest'ultimo è anche il cognome di un medico di San Paolo che tiene in cornice addirittura una manciata di terra italiana presa nell'omonimo paese italiano; e molti altri ancora. Poi mi sono spostato a Porto Aalegre e la sua Xangri-là con la sua meravigliosa spiaggia. A Sud vi sono città limitrofe che si chiamano Nova Venezia, Nova Trento, Nova Bassano, Nova Verona, Siederópolis che è la ex Nova Belluno, Nova Treviso quest'ultima fondata il 24 dicembre 1891, quando i primi immigrati giunsero nell'area meridionale dello Stato di Santa Catarina, presso la Serra Geral, creando così la "Nova Treviso".  Oggi entrando nei locali di queste città una volta che capiscono che sei italiano, gli si illuminano perfino gli occhi di  questi oriundi catarinensi che rispecchiano la grande considerazione che hanno per gli italiani, si sentono vicini a noi, loro sono i figli di quel popolo di emigranti che iniziarono ad arrivare  in Brasile già a fine 800 e si mise a lavorare la terra così tanto nelle coltivazioni agricole, da riutilizzare il raccolto come le patate  in eccesso come concime, così racconta l'anziana lagiana signora Irene Locatelli, italiana di origine, un'altra mi dice di essere nata in nave durante il viaggio  verso il Brasile. Non solo a Lages, ma anche a S Paolo, Porto Allegre, Urubici, ecc., puoi entrare in una farmacia o in un bar e hai la sensazione di quelll'accoglienza, oserei dire di "vicinato" che qui in Italia, sta scomparendo. La gente vive un più ampio senso comunitario di famigliarità, questa é la mia sensazione, ma anche qui le cose stanno cambiando, si sta vivendo una crisi politica ed un inflazione come quella che già visse l'Italia con la vecchia lira anche se vi é una più chiara disparità sociale. Adesso a maggio c'é la festa tradizionale dei Pinhao (grosse pigne frutto di alti e stupendi arbori di Araucaria che crescono solo qui in Sud America) una festa paragonabile alla nostra festa della castagna, motivo di serate conviviali con il tipico piatto catarinense tradizionale  chiamato "entrevero", un piatto di carne,verdure e Pinhao "pronuncia pignon" che un tempo veniva cucinato, per l'appunto, su un cerchione di trattore, cosî qui raccontano. Le signore più anziane si ricordano ancora qualche parola di dialetto Veneto o "Tàliàn" appreso dai loro genitori, ma l'italiano  non lo intendono, del resto era vietato parlare italiano e "alemanno", lo facevano di nascosto e chi veniva scoperto era costretto a bere un olio lassativo che provocava le ovvie coneguenze, così mi racconta la Signora Albertina Lorenzet di Urubici, ma gli si legge negli occhi il piacere di condividere qualche parola con chi é italiano, ugualmente i loro figli che riconoscono in noi qualcosa della loro origine. A volte, chiaccierando riaffiorano fatti dimenticati che evidenziano quel particolare legame che il Brasile ha con L'Italia. Il lageano David Ribeiro mi regala il Coreiro Lagiano appena uscito con la sintesi della Storia Lageana e mi racconta di quando i soldati brasiliani furono mandati in Italia durante la Seconda Guerra Mondiale a combattere a fianco degli alleati contro i tedeschi, ai tempi dell'allora presidente brasiliano Getulio Vargas, che voleva un Brasile emergere come qui in Italia era nella volontà di Mussolini, ne partirono a migliaia, ma da li, mi racconta ne sono partiti 1000 di soldati brasiliani e ne sono tornati 601 tra cui il suo parente Adalton Ribeiro, quei Ribeiro discendenti dalla stessa Anita Garibaldi, cosi afferma la Signora Graça Ribeiro Oliveira. Tra gli anni trenta e quaranta in Brasile vi era, per l'appunto, un movimento integralista con tentativi insurrezionali con le così dette "Camicie Verdi",  una versione brasiliana delle "Camicie Nere" fasciste italiane e delle "Camicie Brune" tedesche, un movimento di destra che Vargas usò per rafforzare il proprio potere. Posso davvero affermare che il Brasile è veramente un mondo parallelo al nostro, un mondo con una popolazione di italiani oriundi che, secondo alcune fonti, supera i 30 milioni di persone. Un mondo così lontano e nello stesso tempo così vicino, un pezzo di storia dei nostri emigranti, un mondo da loro creato, che qui si sente rievocare in ogni posto o luogo si vada.










 Petroglifi di Urubici - Brasile