mercoledì 18 febbraio 2015

"ALFABETO ALIENO?" DI LUCIO TARZARIOL, SCRITTI STUDI E OPERE

Articolo dell'Artista e studioso Lucio Tarzariol










DALLE RICERCHE DI TARZARIOL LUCIO NUOVE LUCI SULL'ALFABETO ALIENO


La Pedra Pintada (pietra dipinta) è una formazione rocciosa, alta più di 35 metri, che si trova nella riserva indiana di San Marcos, nello stato di Roraima, Brasile, a circa 140 km dalla capitale dello stato, Boa Vista. Sulla facciata principale si notano quattro grotte scavate nella pietra, quasi alla sommità si apre una galleria divenuta ormai inaccessibile, mentre sotto il macigno esiste un passaggio che conduceva probabilmente ad una costruzione sotterranea. Anche questa galleria è agibile solo per 30 metri: alla fine è completamente franata. All'interno della pietra vi è una grotta in cui sono stati trovati pitture rupestri, pezzi di ceramica, asce, collana di perle, fra altri manufatti.
Fuori, le pitture rupestri sono di colore bianco rosato. Si stima che questi risalgono a circa 11200 anni fa.Sulla pietra sono dipinti migliaia di segni e di lettere che ricordano la scrittura dell'antico Egitto, la semitica, e l'ebraica. Vi sono inoltre cavalli, carri e ruote, tutti riprodotti di profilo secondo la tecnica degli Egizi.

Detto questo, è naturale constatare che se Adanski dice la verità, abbiamo una ipotetica scrittura aliena confermata da due nuove fonti, oltre all'ipotesi atlantidea, ma se mettiamo in dubbio le affermazioni di Adamski ci si potrebbe chiedere da quale fonte egli trasse la strana scrittura dato che non era pensabile che Adamski potesse essere venuto a conoscenza delle scoperte del professor Homet? A questa domanda ho cercato di rispondere Io, in quanto Ho scoperto che segni di questo tipo appaiono anche nei marchi o sigilli occulti delle “potenze o spiriti,” nella poco conosciuta "Clavicula Salomonis;" e se pensiamo che Adamski era un cultore delle scienze occulte in quanto teosofo membro del Royal Order of Tibet, il dubbio è doveroso, dato che egli potrebbe esserne venuto a conoscenza di questo antico testo occulto, anche se, in questo caso si aprono altre tesi con altre ipotesi, vista la somiglianza dei caratteri brasiliani con quelli semitici  e della Vera Clavicola di re Salomone. Vi ricordo che Nicholas Roerich ci porta a conoscenza di leggende d'Oriente di mitici luoghi collegati a Salomone, Egli scrive:
“Le leggende parlano di fiumi sotterranei e la mente corre ai moderni sistemi di irrigazione per ripristinare i deserti. Parlano dei tesori nascosti, regalati all'umanità dalla natura. E sorridiamo pensando ai rivoli di petrolio dell'Asia e ammirando le montagne di ferro e rame. È come una fiaba. Oggi le prime pagine di tutti i nostri giornali sono dedicate ai coraggiosi tentativi di conquistare lo spazio e l'aria. E nei deserti sabbiosi la vostra guida, cavalcando aritmicamente sul suo cammello, vi racconta della macchina volante di re Salomone! In questi vecchi simboli non si percepisce soltanto una consunta superstizione. No, c'è un pensiero di bellezza e un senso di evoluzione. Le immagini migliori sono raccolte dalla gente intorno a queste belle possibilità e nel nome dell'evoluzione. Fin qui, nel concetto che il popolo si è fatto del re Salomone, egli sorvola i vasti spazi dell'Asia sul suo miracoloso aggeggio volante.” C’è da chiedersi se Adamscki abbia attinto da queste conoscenze segrete o reperti alieni vecchi di millenni. Il Tibet come l’Antartide in tempi antichi forse erano la base di appoggio per l’insediamento di razze aliene o antidiluviane, e che lo siano tuttora, non è poi così assurdo. Il fatto che il capitano Byrd trovò ed entrò in contatto con una di esse agli inizi del Novecento potrebbe esserne una conferma. Forse è la stessa Scamballah o Shangri Là.  Ma procediamo con l’approfondimento di questa fonte finora sconosciuta, o comunque non associata alla scrittura aliena. Nel preambolo della prima edizione italiana della Bestetti del 1869 che possiedo, troviamo scritte le seguenti parole riportate tra le note dell’editore:

“Ricordati, o figlio Roboamo, che allorquando io, Salomone, ricevei da Dio la
saggezza, e la conoscienza di tutte le cose, allora rispose Roboamo, d' onde vieni
che io non ho lo stesso merito di Salomone mio padre, che ebbe la scienza di tutte
le cose create, dall' angelo di Dio, Salomone rispose: ascolta la mia voce, figlio
mio, che sentirai delle belle cose; una notte nel coricarmi, mormorando il Santo
nome di Dio, domandava l' ineffibile conoscenza di tutte le cose; in allora l'angelo
di Dio mi è apparso e mi disse: Salomone la tua preghiera non fu vana al cospetto
di Dio, molto più che non domandavi, a vivere molti anni, nè molte ricchezze, nè la
rovina dei tuoi nemici, ma l' intelligenza di fare un buon giudizio, e per questo il
Signore ti ha dato un cuor saggio, e molta intelligenza, che nessuno non ne ha mai
avuto, e non ne avrà uguale dopo di te.
Conservando queste parole, e vedendo che io aveva tutte le scienze e conoscenze
di tutte le creature e cose celesti, di modochè io conosco che tutte le scienze sono
vane, e come non c' è alcun arte perfetta e costante, ho composto quest' opera,
intitolata la Clavicola, nella quale io ho nascosti, e racchiusi tutti i segreti dell' arte
magica, senza la quale non si può acquistare nè ottenere alcune di essi. Io ho
descritta questa Clavicola per mezzo di cui si apriranno i tesori della scienza e dell'
intelligenza dell' arte magica.
Vedi dunque, figlio mio, e profitta dell'opera mia e fa che tutte le cose siano
preparate come si deve. È perciò figlio mio, ch'io ti raccomando per la benedizione
che tu attendi da me che ti faccia fare una cassetta d' ebano nella quale metterai la
mia Clavicola, ed allorquando io passerò da questa vita all' altra, tu la farai mettere
nel mio sepolcro, affinchè non possa giammai cadere nelle mani dell'iniquità, ciò
venne eseguito come Salomone aveva ordinato. Finalmente dopo di essere stato
lungo tempo sepolto, alcuni filosofi di Babilonia, fecero restaurare il Sepolcro per
abbellirlo, e nel perforarlo fu rinvenuta questa cassetta, che fu presa ed aperta dai
filosofi; ma nessuno di loro poteva comprendere alcuna cosa in occasione della
sua oscurità, ad eccezione d'uno fra di essi, chiamato Jroë Greco che si mise a
pregare, e dimandare a Dio colle lagrime agli occhi, che gli accordasse la grazia di
arrivare a questa scienza, affinchè col favore della sua assistenza, fosse degno di
conoscere questa scienca e i segreti di questa Clavicola.
All' istante l' Angelo del Signore gli apparve, e gli disse. Non ti meravigliare se i
segreti di Salomone sono così nascosti, poichè il Signore ha voluto che questa
scienza non cadesse mai nelle mani dell' inquità, e dell' impurità, così promettimi
di non rivelare giammai ad alcuna creatura vivente ciò che io ti mostrerò, altrimenti
i segreti saranno profanati, e non avranno alcun effetto.
Ciò che Jroë promise, e tosto l' Angelo di Dio disparve, dicendogli: "Va e leggi la
Clavicola, le parole che erano oscure ti saranno rivelate e manifestate" Jroë fu
sorpreso di gioja, scorgendo che era l' Angelo del Signore quindi rivedendo l'
opera la trovò sì cambiata, che facilmente avrebbe potuto essere conosciuta da
tutti, e come Jroë previde che quest' opera avrebbe potuto cadere nelle mani degli
iniqui e degli ignorante, disse: "io scongiuro tutti quelli nelle mani dei quali
cadranno questi segreti, per la potenza di Dio e per la sua sapienza che questo
tesoro non cada mai nelle mani degl' iniqui, e non si manifesti a chi non è saggio e
non ha timor di Dio.
Jroë racchiuse la Clavicola nella cassetta d' ebano. Le parole di quella Clavicola
sono tali e quali si trovano descritte in questo Libro.
Questo arcano di scienza fu vilipeso per secoli dai dispotici e grandi della terra
Italiana, lo scopo dei quali era di tenere i popoli nell'ignoranza, comechè nati e
cresciuti essi stessi nel bigottismo superstizioso e nelle erronee credenze non
avidi d'investigare il vero. Ora però l'epoca è venuta nella quale le nebbie dell'
ignoranza abbiano ad essere diradate per far luogo alla luce della verità, da lungo
tempo sospirata in cui è dato all' uomo la libertà di studiare e conoscere il
fondamento di questa scienza veramente divina, perchè rivelata dall' Angelo di

Dio, detta altrimenti occulta.


Nutro viva fiducia e faccio voti pel bene dell'umanità che la stessa abbia da essere
accuratamente studiata dai dotti e che questa nostra Italia possa contare delle
persone versate nelle scienze occulte come le altre nazioni”. Subito da ricordare che quando Homet nel 1963, trovò le iscrizioni sulla “Pedra Pintada”  Egli trovò anche una tribù indiana chiamata Syriana, che si tradurrebbe in semitico come "Nostra siriani" e, come sappiamo, Salomone non era altro che un sapiente negromante rabbino ebreo. che attraverso il potere della clavicola evocava le potenze o meglio  gli spiriti; ed ecco i marchi per eccellenza di Lucifero, Beelzebuth e Astaroth per il quale confronto immediatamente i segni  con quelli della Pedra Pintada  e quelli dei venusiani di Adamski .

Infatti dovrete constatare che questa non sia la prima volta che appaiono segni di questo tipo: inoltre vi sono anche delle impronte lasciate dai visitatori di Venere che presentano due svastiche circondate da strani segni . Quindi  abbiamo i visitatori di venere di Adamski venuti sulla terra a scongiurare qualche inquinamento nucleare che ci ricordano le battaglie della Cronaca di Akakor che racconta di due razze di Dei in guerra tra loro, dove riuscirono perfino a bruciare il mondo con armi potentissime come il sole.

Queste battaglie sconvolsero persino i pianeti di Marte e Venere. I documenti raccontano, addirittura che i Signori del cielo portarono l’uomo da un pianeta all’altro fino a giungere sulla Terra.

Questa “leggenda” non è l’unica, anzi sto pensando che se allora, come afferma Tatunca Nara, gli uomini camminavano a carponi, si potrebbe pensare che fossero una sorta di tapiro; e allora mi ritorna alla mente la “Porta del Sole “ di Tiahunaco in Bolivia, che narrerebbe la mitica storia di “Orejona”. Orejona sarebbe arrivata, come i visitatori di Adamski, da Venere, ma in questo caso atterrarono, nell’isola del sole, sul lago Titicaca, circa cinque milioni d’anni fa, a bordo di un’aeronave. Orejona è descritta con la testa conica, grandi orecchie e mani palmate a quattro dita, essa avrebbe messo al mondo al mondo 70 figli accoppiandosi con un tapiro, che avrebbero successivamente dato origine alla razza terrestre. Gli “Uros” boliviani, infatti, affermano di essere un popolo più antico degli Incas, esistente prima di To.Ti.Tu., il padre del cielo che creò gli uomini bianchi; affermano di avere il sangue nero e di provenire da un altro pianeta.

Adamski o senza Adamscki, i caratteri dei marchi della Clavicola del re Salomone, concorrono ad un pensiero in cui è lecito sospettare che l’angelo apparso a Salomone sia della stesa razza dei “figli di dio” che discesero in Amazzonia, come raccontato dalla Cronaca di Akakor, dato che nella Pedra Pintada vi sono gli stessi segni. Inoltre, a mio parere, vi si possono benissimo collegare  anche “i figli di Dio” che discesero sul monte Hermon e che si accoppiarono con le figlie degli uomini come ci ricorda il profeta Enoch nel libro dei Vigilanti e Mose nella Bibbia, gli Elohim, gli “dei splendenti”, a cui faceva parte anche Iahvè, il Dio cristiano. Infatti, non a caso, nella Pedra Pintada vi sono anche caratteri semitici. Non stupiamoci di questo, sappiamo benissimo che gli ebrei oltre ad avere un alfabeto chiamato “ Celeste” ne avevano anche uno chiamato “Malachim”, che era , per l’appunto l’alfabeto degli Angeli, che si potrebbe interpretare come un alfabeto “Alieno”. Infatti l'alfabeto riportato chiamato Malachim, non è proprio un'alfabeto vero e proprio, sono solo caratteri demoniaci e/o angelici atti al'evocazione delle stesse entità, non a caso, pare sia usato dalla massoneria che come si sa è legata a queste forze come si evince dagli scritti del noto esoterista  e a me particolarmente caro, Franz Bardon.

 Sembra doveroso pensare che i nostri alieni di oggi siano in realtà gli Arcangeli di ieri, o meglio, i “messaggeri dell’Arca” provenienti dallo spazio siderale. Per quanto riguarda l’ipotetica scrittura aliena, mi pare ovvio supporre che essa sia la matrice da dove l’uomo sia partito per l’ideazione dei successivi vari alfabeti e ideogrammi antichi; quasi a dirci che loro, gli “Angeli”, oggi “Alieni”, siano giunti a darci la sensienza e l’intelletto per comunicare, in altre parole quella sapienza che Noi oggi abbiamo e che ci diversifica dagli altri animali.

La traduzione di questa arcaica scrittura, non è il tema di questo breve articolo, ma sicuramente alla luce di ogni nuova scoperta lo spiraglio di luce alla traduzione si ampia sempre più finche un giorno il fantascientifico studio della xenolinguistica o astro linguistica darà i suoi reali frutti, già vi è materiale a sufficienza per un buon approccio. Poi che nel DNA umano vi siano tracce di “questo codice”, che generi contatti e visioni con i nostri creatori diviene possibile nella “concezione ermetica della Creazzione”.  Infatti Incuriosisce il fatto che alcuni di questi strani caratteri trovino similitudine anche con il misterioso “alfabeto enochiano”,  legato ad un linguaggio occulto e per l’appunto, angelico, creato da John Dee ed il suo visionario assistente Edward Kelley, che  alla fine del XVI secolo crearono una sorta di “alfabeto magico” utile, a loro dire,  per aprire “le 49 porte della conoscenza”. Secondo Dee, questa lingua sarebbe stata rivelata dagli angeli. e utile ai rituali magici, questo linguaggio sarebbe stato utilizzato da Adamo nel paradiso per comunicare con il creatore e per nominare le cose del mondo. Nel 1581, Dee nei suoi diari afferma che Dio aveva mandato "angeli buoni" per comunicare direttamente con i profeti, da qui la sua ricerca di stabilire un contatto con gli angeli. Questo  linguaggio proto-ebraico, in seguito divenne la lingua universale, fino a quando le lingue si separarono nella Torre di Babele. il linguaggio sarebbe stato successivamente nascosto agli uomini, eccetto che al patriarca Enoch che, in conformità con gli angeli, avrebbe scritto il mitico "Libro di Loagaeth" (Discorso di Dio) al genere umano. Il libro sarebbe poi andati perduto nel grande diluvio Universale. Dee asserì, per l’appunto, che quel testo gli sarebbe stato dettato dagli spiriti ed egli lo mise per iscritto, per l’appunto, col il titolo di "Liber Logaeth" o "Liber Mysteriorum Sextus et Sanctus". Questo testo è tuttora custodito nella sezione manoscritti del British Museum.

Incuriosiscono anche le affermazioni di Robert Lomas, esperto di storia della massoneria e scienza, che, nel suo testo: “La Chiave di Salomone”, si propone,  cito testualmente: “di dimostrare, attraverso una minuziosa analisi di documenti dell'epoca - fra i quali, innanzitutto, i diari e le lettere dello stesso Washington -, che i costruttori della città erano a conoscenza di uno straordinario segreto sulla condizione umana, tramandato nientemeno che da re Salomone, uno dei primi Grandi maestri dell'Arte, e che il loro progetto aveva lo scopo di rendere Washington DC un potente talismano destinato ad assicurare al popolo americano un futuro di ricchezza, potenza e prosperità”.

A mio parere, sembra proprio che questo segreto ce lo fece intravedere già il mistico svedese Emanuel Swedenborg (Stoccolma, 29 gennaio 1688 – Londra, 29 marzo 1772), quando dichiarò:

“Ho visto mille volte che gli angeli hanno forma umana e mi sono intrattenuto con loro come l'uomo si intrattiene con l'uomo, a volte con uno solo, a volte con più di uno, e non ho visto nulla in loro che differisse dall'uomo in quanto alla forma. Affinché non si potesse dire che si trattava di illusione, mi è stato concesso di vederli in pieno stato di veglia, mentre ero padrone di tutti i miei sensi ed in uno stato di limpida percezione.”

“In cerca di Energia” dipinto di Lucio Tarzariol, esposto presso le sale del museo di Lages Brasile, 2013

La Preistoria è un periodo oscuro  che non ci fornisce una verità scientifica. l’Homo Sapiens dagli altri Primati si distingue dalla capacità di “creare” e questa capacità probabilmente ci viene dagli “Arconti” creatori che ci diedero la senzienza per comprendere anche la scrittura che non ha origini in Mesopotamia (tra il 3200 e il 3100 avanti Cristo) ma molto prima. In un articolo scritto da Antonio De Comite del C. U. di Taranto non ci si riferisce alla scrittura Egizia oppure a quella di Harappa della Valle dell’Indo, ma ad una scoperta che retrodata l’apparizione della scrittura in Europa, nei Balcani, in un periodo storico di circa 7500 anni fa. Egli riferisce testualmente: “La notizia della scoperta avvenne qualche anno fa e precisamente nel 2000 quando alcuni organi di stampa italiani (tra cui l’autorevole “Corriere della Sera”) riferirono della scoperta della più antica forma di scrittura al mondo, scoperta avvenuta in Europa. Il professor Haral Haarmann del “Research Centre on Multilingualism” dichiarò ad un convegno tenutosi a Milano, dal tema “Le Origini della Scrittura”, che la prima forma complessa di scrittura ebbe origini nei Balcani. Il periodo storico è da collocarsi attorno al 5500 avanti Cristo, ossia oltre 7500 anni fa!”

Guarda caso Tra i reperti, anacronistici, vi è una sorta di disco che gli studiosi di “Paleostoria”, spiegano come una sorta di fusaiola impiegata nella tessitura. E, guarda caso, le iscrizioni che sono impresse nella fusaiola sono molto complesse. Si tratta di scritture lunghe che seguono un movimento circolare sullo strumento. Secondo gli studi storici, la tessitura era collegata a miti e riti religiosi. L’unico modo per poter interpretare i segni complessi impressi sulla fusaiola era quello di farla. ruotare, così come succede ad un CD per sentire musica o leggere dati sul PC. E con una sorta di mistica rotazione, la fusaiola donava

ai fedeli una sorta di preghiera. Oggetti simili sono presunti dischi di pietra, scoperti in alcune caverne del Tibet nel 1938; trovati circa 716 dischi e rappresenterebbero la storia di un popolo extraterrestre naufragato sulla Terra circa 12.000 anni fa. La loro storia sarebbe incisa sulla superficie dei solchi e vengono chiamati dischi di Baian-Kara-Ula (nome derivato dalla zona della scoperta). La Cosa curiosa è che i carratteri nel disco assomigliano proprio ai caratteri “Angelici” della Clavicola Salomonis, della Pedra Pintada e dei venusiani di Adamski. Detto questo apparirà chiara l’esistenza di un arcaico proto alfabeto originario e diffuso in tutto il mondo circa 10.000 anni fa che aveva legame con il “Verbo creativo”, la Creazione stessa; tanto da far pensare a caratteri che pronunciati da “Sacerdoti eletti” o messi in rotazione da complesse tecnologie, potessero mettere in risonanza o in biorisonanza la materia e le cellule del mondo animale, così da mettere in moto “ogni aspetto creativo voluto o progettato”. Da qui apparirà chiara la logica matematica e cabalica dell’alfabeto ebraico, i cui testi sacri non possono subire trasformazioni ne di forma ne di sintassi. Basti pensare che lo stesso nome vero di Dio come accadde anche per il dio hindù Shiva e l’egizio Osiride, o Ammon, non si poteva pronunciare poiché solo il sacerdote nel tempio in occasione dello "Yom Kippur" (il giorno dell’espiazione, in cui satana non aveva potere), poteva pronunciare; fu da quel contesto che si pensò poi che il nome fosse Yahweh, nell’uso italiano Iahvè, “il Dio Naturale della Vita”, o meglio  "il Potere Creativo”. Al Khindi, non a caso, sosteneva che ogni parola ha risonanze cosmiche, se pronunciata con intenzione Si ricordi Inoltre lo stesso termine “AUM “, che Assume l’aspetto creativo, a tal proposito interessante è il testo AUM Principio fondamentale originario delle arti umane scritto da G. D’Amato nel 1913 libreria editrice di E. Spiotti, Genova. Tra l’altro, in questo testo, a pag. 74, si riportano parole dissepolte dai ruderi dell’antico Egitto, le parole del Ierofante egiziano con cui congedava l’adepto vittorioso delle terribili prove iniziatiche a cui era stato assoggettato: “Gli uomini sono dei mortali e gli iddii sono degli uomini immortali. Felice è colui che capisce queste parole, poiché possiede allora la chiave di tutte le cose. Ricordati che la legge del Mistero ricopre la grande verità. La totale conoscenza non può essere rivelata se non ai nostri fratelli che hanno attraversato le nostre prove. Bisogna misurare la verità secondo le intelligenze; velarla ai deboli che renderebbe pazzi, nasconderla ai tristi che non saprebbero afferarne se non dei frammenti per farne armi di distruzione. Rinchiudi nel tuo cuore la verità e che ella parli per mezzo delle opere tue. La scienza sarà la tua forza, la fede la tua spada e il silenzio la tua armatura infrangibile.” Apparirà chiaro l’appellativo dato alle divinità considerate, per l’appunto, “uomini immortali” ed ecco rivelato il Significato delle parole di Osiride riportate da Diodoro siculo, che ci ricorda Osiride quale padre di Oro, nato in Nisia d’Arabia dove c’è una colonna scolpita con lettere sacre dedicata ad Iside e Osiride; e mi soffermo su quella curiosa frase dove Osiride dice: “E sono il maggiore dei figlioli de’ Saturno, Pianta nata dalla bellezza, et dalla generosità; la quale non ha avuto dal seme l’origine sua”. Virgilio, ricordato dal Cartari nel suo libro “Immagini de i Dei degli antichi”, non da meno, ricordando la grande Madre, la dea della Frigia chiamata anche Berecinthia (cioè dal monte Berecinto, un altura come l’Hermon per i Vigilanti e gli Anunnaki), ci dice: “Qual Berecinthia madre de gli Dei Coronata di tori sopra il carro Sen va per la città di Frigia altera della divina sua prole, onde cento Nipoti tutti abitator del Cielo Si vede intorno, e quei sovente abbraccia”. Apparirà chiaro il significato di tutti questi versi che, come spesso accade, vanno ad indicare soltanto un contatto alieno ed una progenie mista con concepimenti anacronistici come quelli di Noè, Melchisedec e quello di Gesù.

A tal proposito ricordo che tra i scritti gnostici di Nag Hammadi, sul concepimento di Gesù, si dice: per l’appunto: “Taluni hanno detto che Maria ha concepito dallo Spirito Santo. Essi sono in errore. Essi non sanno quello che dicono. Quando mai una donna ha concepito da una donna? Maria è la vergine che nessuna forza ha violato, e questo è un grande anatema per gli Ebrei, che sono gli apostoli e gli apostolici. Questa Vergine, che nessuna forza ha violato [...], e le Potenze si contaminano. E il Signore non avrebbe detto: "Mio Padre che è nei cieli," se non avesse avuto un altro padre, ma avrebbe semplicemente detto: "Mio Padre”. Molti sono i riferimenti storici volti ad ravvisare una scomoda verità; e forse Adamski ne è veramente venuto a conoscenza, dato che ci fa sapere che questi esseri sono apparsi per scongiurare un’eventuale inquinamenti nucleare.

Sopra la scoperta di Hugo Obermaier che, in una caverna della Valle Susfana, alle propaggini meridionali dei Monti Atlanti, trovò un disegno, attribuito dall'illustre antropologo tedesco Leo Frobenius, ad un'epoca non posteriore a 10.000 anni a.C.
È la più antica rappresentazione finora conosciuta dello zodiaco. Il modo in cui sono "simbolizzate" alcune delle dodici costellazioni della cintura zodiacale hanno dato luogo ad interessanti ipotesi in base alla teoria della coscienza arcaica di Jung. Fra l'altro la costellazione dei Pesci è rappresentata in forma di una croce. A fianco il famoso vaso di Dorchester trovato nel 1851 da alcuni operai che stavano facendo brillare delle cariche esplosive a Dorchester, Massachusetts, quando, dall'interno di un pezzo di roccia venne estratto un vaso metallico decorato, di una lega sconosciuta (ma contenente zinco e argento). L'altezza è di circa 15 cm ed è ornato da intarsi floreali in puro argento, evidentemente eseguiti da un abile artigiano. La roccia precambriana che racchiudeva il vaso è stata datata 600 milioni di anni. Secondo l'opinione dell'editore della rivista Scientific American il vaso sarebbe stato fabbricato da Tubal-cain, il mitico padre della metallurgia citato nella Genesi, colui che visse nella settima generazione della discendenza di Adamo.


Un altro artefatto creduto alieno ci giunge da un certo Leonardo Romano che nel 1967 viveva ad Edmonton in Canada ed un giorno mentre guardava dalla finestra di un piccolo appartamento in cui viveva in affitto, assistì ad un evento sconvolgente, eccone la descrizione così come trovata nel web:

“Era un freddo Sabato, il 4 novembre 1967, ma il cielo era limpido. Verso le 23:30 L.R. rientrava a casa da una cena con connazionali italiani e mentre si preparava un caffè si mise ad osservando il panorama dalla sua finestra da dove era ben visibile il fiume Saskatchewaned il Riverside Municipal Golf Course.
Improvvisamente L.R. vede una luce brillante in cielo arrivare velocemente da est verso nord.
La luce scendeva sempre più verso terra fino a che non si arrestò e cominciò ad emettere una luce pulsante molto intesa di colore rossastro.
Improvvisamente la luce si spense ma nella posizione in cui si trovava compari un anello blu luminoso che diventava sempre più grande. Il fenomeno si ripete per 3 volte fino a che non riapparve la luce pulsante che rimase li per circa 10 minuti.
Alle 23:45, circa, un altra luce estremamente debole si staccò dall’oggetto scendendo velocemente verso terra.
L.R. riusciva a vedere chiaramente il secondo oggetto che si trovava a circa 500 metri da lui; era tondo e schiaccaito ai poli di un colore argenteo ed emetteva una luce viola.
L’oggetto ruotò su se stesso ed emise un ronzio come quello che proviene dai trasformatori elettronici, volò sopra il fiume Saskatchewan ed atterrò sull’erba del Riverside Municipal Golf Course.
La luce si spense per riaccendersi dopo circa 5 minuti e riprendere il volo verso l’altra luce, ancora immobile in cielo, dalla quale venne inghiottita.
L’oggetto ricominciò a muoversi fino a scomparire verso nord.

Il giorno seguente L.R. cercò sui giornali notizie di quell’evento ma non trovando nulla decise di recarsi sul luogo in cui aveva visto atterrare la luce.
Dopo una ricerca, durata circa 20 minuti, L.R. trovò un cerchio di circa 5 metri di raggio dove l’erba risultava schiacciata.
All’interno del cerchio, a circa 2 metri dal bordo vi erano alcuni fori nella terra di circa 10 centimetri di diametro.
L.R. stava lasciando il posto quando qualcosa nell’erba attirò la sua attenzione: un qualcosa di metallo si intravedeva tra gli steli d’erba.
Era una piastra metallica quadrata, sembrava rame, vi erano incise delle scritte fatte con caratteri sconosciuti.
L’oggtto misurava circa 17×12.5 centimetri ed aveva uno spessore di un millimetro.

Nei giorni seguenti L.R. cercò ancora sui giornali qualcosa che riportasse l’accaduto, ma nulla.
Impaurito dalla cosa decise di non raccontarla a nessuno anche perché, essendo un immigrante, non voleva avere problemi con la polizia locale.

Sei anni dopo L.R. è tornato in Italia, portando l’oggetto con se.
Questa storia fu pubblicata nel 1976/77 da un giornale italiano, ma L.R. nonostante fu contattato da numerosi giornalisti non volle far analizzare l’oggetto considerandolo come un suo portafortuna e nulla di piu’. Lo scopritore stesso ammette:


 'Il primo contatto' espone la teoria degli anelli lunari e dei quattro elementi, proseguendo con una completa fenomenologia dei Geni o Eoni che si possono evocare a vantaggio dell'uomo, purché ci si attenga al rituale e alle preghiere descritte. Le tavole contenute nel fascicolo associano i segni esoterici alle varie Entità, dotate di poteri terapeutici o divinatori. Kremmerz si proponeva, mediante 'Il primo contatto', di fornire una guida pratica ai membri anziani che avrebbero dovuto guidare i fratelli meno maturi, mettendoli al riparo dai rischi derivanti da una pratica della magia priva dell'adeguata preparazione filosofica:

“... Ma di quel mondo di cui tu vai a tentare la porta, tu non conosci niente; probabilmente riposi ancora nella concezione religiosa della Magia, e non ti dai conto che vai a svegliare un nido di serpenti che dormono e non ti conoscono...l'opera diventa benefica se, chi la guida, provvede e cura la pressione del vapore; invece tutta potrebbe convergere in un disastro orribile, se le forze dell'acqua e del fuoco si lasciassero alla cieca balia del loro incedere. Quelle che tu vai ad incontrare sono le più potenti di tutte le forze, perché prima d'ogni cosa attaccano te, se non le assoggetti e le costringi al bene e all'utile…”.