Un'arte come si dice: "Meravigliosamente terrificante o spaventosamente bella?". L'Arte di usare le ossa, qui intese in senso generale, come materiale creativo, ha un origine atavica molto antica che ritroviamo in tutte le culture, pensiamo al'arte precolombiana, indiana e cristiana, un'Arte legata al mistero ed al culto della Morte. Qui si propone un confronto tra le opere creative della confraternita dei disciplini presso la Chiesa di San Bernardino alle Ossa realizzate nella settecentesca Milano barocca e le più recenti opere dell'Artista internazionale Lucio Tarzariol da Csatello Roganzuolo, che iniziò ad usare le ossa fin dagli anni 90 con "l'Archeologia del futuro", "UFO Crash" e quadri di ossa realizzati ed esposti presso il museo di Lages in Brasile nel 20'12, alla Triennale di Roma nel 2014 e presso la 56a Biennale di Venezia nel 2015;. Opere di "Archeoalienismo" che intrecciano passato e futuro. Non solo un semplice confronto ma un intrinseco mistero che evidenzia curiose e strane coincidenze, forse troppe, che si innescano in un mondo occulto di energie.
Sopra a sinistra opera dal titolo "Camazotz" realizzata in Brasile nel 2012 dal artista Lucio Tarzariol da Castello Roganzuolo e vincitrice assoluta dei concorsi nelle tappe del Premio Unicamilano 2013/2014. In alto a destra il noto Ossario di San Bernardino alle Ossa a Milano. Sotto ancora un'opera dell'Artista Lucio Tarzariol esposta alla Triennale di Roma 2014 presso la sede espositiva centrale della Biblioteca centrale di Castro pretorio a Roma, dal titolo:" Elohim", affianco altra opera di Lucio Tarzariol, dalla serie “ARCHEOALIENISMO” tratta dall’ installazione “Ufo crash” - Alieno atlantideo PHIKKHE'SH TAU, esposta alla mostra "Grazie Italia" presso la 56a Biennale di Venezia del 2015.
“L’Arte Aliena” di Lucio Tarzariol
alla Triennale di Roma 2014 .Video: https://youtu.be/fMk59Y1EjV8
Vernice della mostra Grazie Italia Lucio
Tarzariol - Video: https://youtu.be/7w6izACY6Ak
L'Artista Lucio Tarzariol da Castello Roganzuolo assieme al custode della Chiesa di San Bernardino alle Ossa a Milano
Qui sopra la visita dell'Artista Lucio Tarzariol da Castello Roganzuolo alla Chiesa di San Bernardino alle Ossa poco lontano dal Duomo di Milano e dalla sede Chiamamilano usata per le cerimonie di premiazione del premio "Unicamilano" vinto dall'Artista stesso. A tal proposito Lucio Tarzariol scrive: " Fatto alquanto curioso che il giorno prima della Premiazione mi giunga nella mia casella mail una presentazione della Chiesa di San Bernardo alle Ossa e che tra le tante mail Io mi incuriosisca a tal punto da ricercarne il significato più recondito. Che nella stessa ci sia stata una congregazione di San Lucio, che Io faccia arte anche con le ossa da anni, che ami l'Arte Precolombiana e che qui siano sepolti i discendenti di Colombo e che Io abbia trovato in me strani ricordi di essere un abate con una mano posta sulla testa di gente affranta. Mi chiedo davvero se tutto ciò sia solo coincidenza?"
La curiosa Storia del Santuario di San Bernardino alle Ossa
La Chiesa di San Bernardino alle Ossa, insieme al suo inquietante Ossario, risalgono al XIII secolo e sono legati all'antico ospedale del Brolo, destinato alla cura dei lebbrosi. L’ospedale venne edificato già nel 1127 insieme ad un cimitero e solo nel 1210 venne costruita la sala destinata ad accogliere le ossa dei malati defunti. La Chiesa ed il suo Ossario sono situati nelle vicinanze del Duomo di Milano in un luogo anticamente boschivo e sacro che già i Celti chiamavano nemeton. Forse non a caso,ancor oggi, esistono la via Brolo,che è una sorta di retaggio di ciò che doveva essere e fu in epoca romana e alto Medievale, un vasto terreno adibito alle coltivazioni di frutta e ortaggi. Vicino c'è la Basilica di Santo Stefano dove nel 1145, in pieno Medioevo, il milanese Goffredo da Bussero finanziò per l'appunto, la costruzione di un ospedale dove ben presto per ovvi motivi, si rese necessario costruire un cimitero, per la sepoltura dei morti. Ma nel 1210 lo spazio a disposizione era esaurito e si dovette costruirsi un ossario per far posto alle nuove sepolture.
L’ospedale era probabilmente retto dalla confraternita dei Disciplini, ora sepolti nella cripta della chiesa ed era assoggettato alla basilica di S. Stefano. Nel 1268 il Priore e alcuni Fratelli fecero erigere una chiesetta vicina all'Ossario, dedicata alla passione di Maria Vergine, a S. Sebastiano, a S. Ambrogio e nel 1450, anche a S. Bernardino da Siena. Nel 1340 fu concesso di sopraelevare sulla chiesetta stessa un Oratorio per le funzioni, che dunque si venne a trovare collocato anche sopra l'ossario. Il piccolo complesso fu però sepolto dalle macerie dovute al crollo del campanile della vicina chiesa di S. Stefano. Nel 1642.Venne riedificata subito la chiesa mentre l'Ossario dovette essere rifatto ex-novo e completato nel 1695 ed è quello che visitiamo ancor oggi. La facciata della chiesa venne riparata in breve tempo, così come l’Ossario le cui pareti vennero decorate con teschi e tibie umane. L’opera di restauro venne portata avanti dall'architetto Carlo Buzzi. Nella chiesa avevano la loro Confraternita i fabbricanti di formaggio, “furmagiatt”, il cui protettore è San Lucio Martire dipinto su una tela del Manzoni, che era collocata nell'atrio a destra ed ora in restauro. All’esterno, per la rigorosa disposizione delle finestre, la facciata ricorda più un palazzo signorile settecentesco più che una chiesa barocca. All’interno la chiesa ha una pianta ottagonale con due cappelle laterali e altari marmorei barocchi. Si accede al corpo principale del tempio dall’ambulacro, e ci si ritrova in un atrio dove sono presenti un dipinto con Sant’Antonio e San Francesco sulla sinistra ed un bassorilievo del XV secolo con l’effige di Sant’Antonio sulla destra. La Chiesa di San Bernardino alle Ossa ha una pianta ottagonale con altari marmorei barocchi. Presenta inoltre due cappelle ai lati. Sulla destra dell’abside, sulla cantoria, si trova un organo a canne costruito da Pacifico Izoli agli inizi del XX secolo. Nella cappella a destra sono sepolti alcuni discendenti, da parte di madre, di Cristoforo Colombo: lo stemma sulla cornice laterale è proprio quello del noto esploratore e così il motto di famiglia “Colon diede il nuovo mondo alla Castiglia e al Leon”Davanti l’altare maggiore vi è una grata da cui è possibile vedere dieci scalini che scendono verso la cripta dei Disciplini. Presenta una forma a Pentagono irregolare e un soffitto con volte a botte. Sui muri si possono trovare 21 nicchie in muratura, dove i Disciplini adagiavano i loro confratelli defunti avvolti nel loro Saio e con una tavoletta posta sul loro capo con il loro nome, unico elemento identificativo in totale assenza di altre rifiniture. Nel 1750 venne edificata la grande chiesa in stile barocco e rococò su progetto degli architetti Andrea Biffi e Carlo Giuseppe Merlo. Quest’ultimo lavorò successivamente al progetto per la guglia maggiore del Duomo. Questa chiesa venne collegata alla chiesetta originale attraverso un arco di trionfo. I Disciplini della Confraternita locale avevano infatti richiesto una chiesa più ampia per le funzioni di culto dell’Ossario, sempre più diffuso nell’area, e scelsero San Bernardino da Siena come santo patrono. La facciata della Chiesa di San Bernardino alle Ossa venne completata nel 1776 e benedetta dal Cardinale Pozzobonelli. Nel 1786 i Disciplini vennero soppressi e il Regio Demanio si impossessò dei loro possedimenti, che ritornarono alle Autorità Ecclesiastiche solo nel 1929, con il Concordato tra Stato e Chiesa dei Patti Lateranensi. I Disciplini probabilmente hanno voluto creare un ambiente del unico e suggestivo. La cappella dell’ossario è quadrata e ha pareti e pilastri rivestite di teschi, tibie e ossa varie disposti in vari modi.
L'altare che si trova nell'ossario è costituito da pregiati marmi con gli emblemi della passione di Cristo, Al di sopra, in una nicchia, vi è la statua di Nostra Signora Dolorosa de Soledad (S.Maria Addolorata), risalente al 17° sec. E realizzata durante la dominazione spagnola, opera di Gerolamo Cattaneo; é opinione comune pensare che le ossa provengano dai morti dell'ospedale del Brolo e dai Priori e fratelli che lo dirigevano; morti decapitati, carcerati morti nelle prigioni e nobili milanesi che erano stati sepolti in tombe in chiese vicine. Una leggenda narra che "sulla sinistra dell'altare, in mezzo alle altre ossa, sia sepolto anche lo scheletro di una bambina. La notte dei morti la fanciulla esce dal suo tumulo passando per uno stretto pertugio e trascina con sé tutti i suoi simili. Gli scheletri ricomposti inscenano una danza macabra nel mezzo della cappella e vengono presto raggiunti anche dagli scheletri dei giustiziati, rinchiusi sopra la porta d'ingresso, verso la strada. L'orribile suono delle ossa in movimento si sente anche fuori dalla cappella. Un’altra leggenda racconta del fantasma nel campanile di Santo Stefano, la grande chiesa di fianco a San Bernardino alle Ossa, la leggenda vuole che sia stato murato vivo un monaco. Si narra che il suo fantasma risiederebbe nella torre e che in alcune notti le sue urla si possano ancora udire. Se le ossa di San Bernardino sono state attribuite a cristiani uccisi dagli ariani un motivo c’è. La tradizione vuole che proprio in piazza Santo Stefano si tenne una feroce battaglia tra i due schieramenti, con sant’Ambrogio alla guida di quello cristiano. Durante lo scontro sarebbe avvenuto un miracolo: il sangue cristiano si sarebbe separato da quello degli ariani per condensarsi in una grande ruota, che rotolando sarebbe andata a posarsi contro la porta di Santo Stefano. Da qui l’antica denominazione della chiesa: Santo Stefano ad rotam sanguinis. La cappella ossario ha una volta affrescata da Sebastiano Ricci, precursore del Tiepolo, che introduce la pittura veneta barocca a Milano. Vi sono rappresentati un “Trionfo di anime in un volo di angeli” e la gloria dei quattro santi protettori: Santa Maria Vergine, S. Ambrogio, S. Sebastiano e S. Bernardino da Siena. Nel 1728 il re del Portogallo Giovanni V, visitando la cappella, ne rimase così colpito che decise di farne erigere una identica a Evora, nei pressi di Lisbona, ricopiandola in ogni particolare e chiamandola: la Capela dos Ossos.
Alcune opere dello stesso tipo le ritroviamo nel mondo già da millenni, non è una novità, Io già da piccolo, quando mia madre cucinava il coniglio, ne usavo le ossa, dopo averne mangiato la carne per creare fantastici draghi. In Repubblica Ceca, per esempio a Sedlec, esiste da secoli un macabro ossario decorato con più di 40.000 ossa umane. A Roma, esiste una chiesa decorata con scheletri e casse toraciche: la famosa Santa Maria della Concezione dei Cappuccini.Altre le ritroviamo in Sicilia, in ogni caso tutte opere che ricordano all’uomo la propria mortalità
Altre opere di Lucio Tarzariol da Castello Roganzuolo
Sopra installazione UFO Crasch a Conegliano,
Sotto opere esposte presso il Museo di Lages in Brasile
Al Premio nazionale culturale Unicamilano ottava ed ultima tappa del torneo 2013/2014, dove l’Artista Lucio Tarzariol si è aggiudicato, addirittura, il doppio podio assoluto nelle sezioni Pittura e Scultura con le opere “Trasfigurazione” e “Camazotz - divinità maya” il Presidente della Giuria Giulio Dotto e la Presidente dell’Associazione Unicamilano Alessandra Corbetta, scrivono:“La figura sacra e comunque desolata del Cristo in croce è delineata magistralmente con poche e decise pennellate, come luce fioca nell’eterna oscurità”. Per Camazotzscrivono:”La Figura Immaginifica della divinità è rappresentata con materiali naturali, che ricollegano la mortalità dell’essere umano alla grandezza cosmica, esaltandone il concetto tribale”.
Premio Unicamilanoall'artistaTarzariol – Video:https://youtu.be/HuI0WIy2IwU
Mostra dell'artista Tarzariol Lucio da Castello Roganzuolo nella Sierra Catarinense - Lages - Brasile. la mostra, organizzata dalla fondazione culturale presso il museo cittadino di Lages nella Sierra Catarinense in Brasile dove sono esposte da 4 al 28 Febbraio 14 opere, realizzate con ossa bovine, che trattano la tematica della "Creazione" dell'uomo vista come un intervento genetico apportato da esseri alieni, creduti divini e chiamati un tempo "angeli e figli di Dio". Tracce di un passato che affiorano sempre più dagli antichi testi sacri e dalle nuove scoperte archeologiche che confermano la realta storica della Bibbia e degli "Elohim" che un tempo giunsero a creare, poi a civilizzare e vigilare l'uomo che oggi conosciamo.