Il Trenino fermo presso la stazione di Revine Lago. Ricostruzione pittorica dell'Artista Lucio Tarzariol
Olio su tela cm. 100 x 150
IL MISTERIOSO TRENINO SCOMPARSO NEI LAGHI DI REVINE
LUCIO TARHZIIARIOL SCRIVE IN RICORDO NEL CENTENARIO DELLA GRANDE GUERRA
IL MISTERIOSO TRENINO SCOMPARSO NEI LAGHI DI REVINE
Dalle ricerche dell'Artista e Bibliotecario di Revine Lago e Tarzo Lucio Tarzariol tratte dal libro: Revine Lago - Misteri storie e leggende
La piccola stazione ferroviaria presso le Lame di Revine
linea
ferroviaria Decauville Revine – Vergoman, costruita nel 1918 dall’esercito austro-ungarico
I laghi di Revine della pedemontana zona Nord-Est di Treviso furono teatro degli eventi bellici della prima e seconda guerra mondiale. Nella prima guerra mondiale, in seguito alla disfatta di Caporetto, anche Revine Lago venne occupata dai soldati austriaci. Più precisamente tra il novembre del 1917 e l’estate del 1918, periodo che segnò la fine della guerra, i paesi circostanti furono teatro di violenti scontri con il nemico, i quali iniziarono proprio nel territorio di Lago e terminarono a Revine in località Col della Spina. Il 4 novembre 1918 la guerra cessò, e anche a Revine si decise di firmare un armistizio col nemico; per l’occasione fu costruito anche un palco in località Pian del Pos, munito di finti cannoni di legno di gelso. Qui a Revine Lago correva anche la linea ferroviaria Decauville Revine-Vergoman costruita nel 1918 proprio dall’esercito austro-ungarico per il trasporto di viveri e munizioni.
La linea, per l’appunto, a scartamento ridotto, percorreva la Vallata, la Valmareno verso i paesi di Cison, Follina, Miane e la linea austriaca del fiume Piave. Tutta l’area, comprese le acque di Revine Lago, fu teatro di drammatici e tragici eventi in cui la popolazione fatta di donne, vecchi e bambini e costretta in uno stato di disperazione, era forzata a lavorare col freddo, con la pioggia o col sole nella speranza di avere un pezzo di pane o una minestra da mangiare alla sera. Un’ area ricca di ricordi e memorie, i cui luoghi ne nascondono ancora le tracce. Durante l’occupazione del 1918 venne costruita anche una teleferica a doppio filo portante che dal castello di Serravalle arrivava ai Con (frazione di Serravalle) e da qui al Masieron (sul confine di Serravalle), poi al borgo Bridòt, ed infine alle Lame di Revine dove, per l’appunto, si trovava la piccola stazione. Da qui partiva una ferrovia a scartamento ridotto che trasportava rifornimenti fino all’aeroporto militare di Cison. Si racconta che durante la ritirata i tedeschi o gli italiani affondarono il treno nel lago, dove, “secondo alcune testimonianze”, pare si trovi tuttora, sotto i sedimenti e la melma che si sono accumulati negli anni. Alcune voci parlano anche di un bottino affondato assieme al trenino, testimonianze che nel 2009 videro la convinzione univoca dei Comuni di Tarzo e Revine Lago a chiedere addirittura un contributo per verificare veridicità del fatto. Peccato che il contributo allora non sia stato accolto e non se ne fece nulla, come successe anni prima con i sommozzatori del Sile.
Alcune testimonianze orali riferiscono che il trenino correva anche su rotaie poggiate su un tavolaccio fissato sopra barconi galleggianti.
Di questa ferrovia ci sono ancora le prove. Infatti quando fu smartellata parte delle rotaie vennero portate a Vittorio Veneto e alcuni pezzi poi sono stati recuperati da abitanti del circondario per altri scopi, ad esempio presso la casa di Francesco Grava vi è un pezzo di quelle rotaie usato come trave della cantina. Alcuni tratti della ferrovia, secondo alcune testimonianze, pare siano ancora visibili; infatti, nella stagione di secca quando l’acqua dei laghi è bassa nel canale presso il ponticello in legno in Località Fratta di Tarzo, verso la “Taiada”, si dice sia ancora possibile vedere le vecchie rotaie della piccola ferrovia che portavano verso Cison di Valmarino.
Aggiornamento di quest'ultima informazione:
A Fratta, presso il
piccolo ponticello in legno, sotto il ponte, quando l’acqua è bassa si vedono
ancora le rotaie della ferrovia a scartamento ridotto, ma credo siano state
riutilizzate per altri lavori, in quanto secondo alcune testimonianze, la ferrovia
scorreva molto più vicino alla strada che attraversa la vallata. Per cui potrebe essere che queste siano state solo reciclate per altri motivi, infastti mi sembra illogico che fossero posizionate così in basso.
La teleferica di Vittorio veneto
Di questa ferrovia ci sono ancora le prove. Infatti quando fu smartellata parte delle rotaie vennero portate a Vittorio Veneto e alcuni pezzi poi sono stati recuperati da abitanti del circondario per altri scopi, ad esempio presso la casa di Francesco Grava vi è un pezzo di quelle rotaie usato come trave della cantina. Alcuni tratti della ferrovia, secondo alcune testimonianze, pare siano ancora visibili; infatti, nella stagione di secca quando l’acqua dei laghi è bassa nel canale presso il ponticello in legno in Località Fratta di Tarzo, verso la “Taiada”, si dice sia ancora possibile vedere le vecchie rotaie della piccola ferrovia che portavano verso Cison di Valmarino.
Aggiornamento di quest'ultima informazione:
Aggiornamento di quest'ultima informazione:
A Fratta, presso il
piccolo ponticello in legno, sotto il ponte, quando l’acqua è bassa si vedono
ancora le rotaie della ferrovia a scartamento ridotto, ma credo siano state
riutilizzate per altri lavori, in quanto secondo alcune testimonianze, la ferrovia
scorreva molto più vicino alla strada che attraversa la vallata. Per cui potrebe essere che queste siano state solo reciclate per altri motivi, infastti mi sembra illogico che fossero posizionate così in basso.
La teleferica di Vittorio veneto
Da "Il Piccolo Quotidiano", rivista
quindicinale, Speciale del 1-1989, stampata nel comune di Vittorio Veneto si
legge in merito a questa ferrovia quanto segue:
"Ed ora corriamo verso tempi
più recenti, quando a Revine, giù nelle Lame, c'era una stazioncina
ferroviaria. Il trenino partiva da S. Andrea (Vittorio Veneto) e arrivava a
Pieve di Soligo attraversando appunto la vallata dei laghi. Durante la prima
guerra mondiale, i tedeschi trasportavano nei vagoncini armi e viveri. Gli italiani
affondarono il convoglio e interrarono le rotaie. Parte di quel trenino ora sta
sprofondato nella melma del lago di S. Maria. Alcuni anni fa era nelle
intenzioni dei sommozzatori del Sile di recuperare il relitto, ma non se ne
fece nulla."
In una memoria del 15-11-2000 di Luca G. Peris
invece si legge: “Riguardo le traversine sono andato 3 gg fa a fare
un giro nella zona e secondo me sono traversine di piccole dimensioni, non come
quelle attuali. Le ho trovate appena uscito da Vittorio Veneto, imboccando
la via che da Serravalle, Vittorio Veneto, va verso Pieve di Soligo passando
per Revine Lago, detta Via della Vallata, appena dopo il sottopasso della
ferrovia, guardando sulla sx in alto si nota una palizzata costruita
interamente con traversine.
Innocente Azzalini e Giorgio Visentin nel loro
testo edito da De Bastiani 2007, dal titolo: ”La Ferrovia austriaca Sacile
Vittorio (Dicembre 1917 – Ottobre 1918) in merito alla linea ferroviaria
Decauville Revine-Vergoman scrivono: “Costruita dagli austro-tedeschi per il
trasporto di munizioni e viveri all’inizio del 1918. La ferrovia i cui
capolinea erano Sacile e il fronte del Piave, constava di un treno a
scartamento normale da Sacile a S. Andrea di Vittorio, e poi da li, una teleferica trasportava il materiale oltre
la stretta di Serravalle fino alla località Masieron in Comune di Revine Lago.
Da questa località partiva una linea a scartamento ridotto che toccava tutti i
paesi della Vallata; Lago-Fratta-Mura-a Cison di Valmarino passava nei pressi
della chiesetta, mentre il cimitero fungeva da deposito di munizioni, poi
proseguiva per Follina-Miane fino alla latteria Vergoman per proseguire poi
verso Sud e arrivare attraverso il Cavalòt nel paese di Cison di Valmarino. Da
Vergoman esisteva un altro collegamento per mezzo di una funivia che
raggiungeva la località Posa Puner e le montagne sovrastanti Miane. A Follina
partiva un'altra linea in direzione di Susegana".
Per concludere ricordo che secondo i racconti in loco il trenino è sicuramente sul fondo del lago, alcuni anziani testimoni raccontano che da piccoli si tuffavano per toccarlo e risalire prima degli altri .
Lucio TARZARIOL
Tipologie costruttive dei treni del tempo