martedì 21 marzo 2017

IN EGITTO “LA CASA DELLA VITA” ERA IL LUOGO DEGLI ALIENI CREATORI DOVE SI CELAVANO I SEGRETI ERMETICI



“Una curiosa analogia con il Cavaliere Nero”
a cura di Tarzariol Lucio
  

Sotto il “Cavaliere nero” a Confronto con l’Occhio di Quetzalcoatl”
 

Sopra una planimetria della “Casa della Vita” dal Papiro Salt 825 (Brit. Mus. 10051),e affianco il simbolo per Ankh, della “Casa della Vita”. A sinistra un ufo individuato dalla navetta spaziale Endeavour durante la missione STS088, nel 1998. Questa immagine inizialmente tenuta nascosta è stata mostrata dalla Nasa solo dopo 11 anni. Esiste anche un video recente, tratto da immagini della ISS che sembrerebbe mostrare un oggetto simile a questo ufo chiamato anche: “Cavaliere Nero”. Ci sono anche alcuni radioamatori che sostengono di aver intercettato segnali da questo misterioso oggetto. Quello che ho intuito Io è l’incredibile somiglianza con il Simbolo al centro della “Casa della vita Egizia”. A Voi ogni commento, ma si potrebbe benissimo pensare che il simbolo egizio sia quella nave aliena, di quei “Creatori” che all’origine dei tempi discesero e interagirono con l’uomo primitivo. Boris de Rachewiltz ci ricorda che questo simbolo è tracciato sui blocchi della piramide sepolta di Sakkara, scoperta da Zakaria Goneim e attribuita al re Semer khet della III dinastia, ci porta a supporre che la sua esistenza risalga agli albori dell’Antico Impero egizio. Infatti da vari testi si evince l’esistenza di un’antica elite selezionata ed ibridata, che operava l’alta magia per il controllo delle forze cosmiche vitali ed ottenere la vittoria contro le forze delle tenebre oscure. Queste formule magiche sono generalmente attribuite a Thoth e Horus i primi ideatori e creatori. Nel Papiro Leyda 347, Horo è definito: “Signore delle Parole, di rango esaltato nella Casa della Vita, un creatore nella biblioteca”.Il Papiro Salt 825 (Brit. Mus. 10051) contiene addirittura le regole per la realizzazione costruttiva della “Casa della Vita”.Il testo ci riferisce: “Circa la “Casa della Vita” essa deve essere in Abido. Composta di quattro corpi, quello interno sarà coperto di frasche. Il “Vivente” sarà Osiride mentre le mura saranno Iside, Neftis, Horo e Thoth. Questi sono i quattro lati. Geb (il dio della terra) sarà il suo pavimento e Nut (la dea del cielo) il suo soffitto. L’”Essere occultato in essa” sarà il Gran Dio. I quattro corpi esterni saranno in pietra e il pavimento in sabbia, mentre quattro porte si apriranno:  una a sud, una a nord, una a ovest e una a est. Deve essere in luogo nascosto e spaziosa. Non deve essere né conosciuta né vista, ma il sole deve guardare i suoi misteri. Chi vi può entrare è il personale di Ra e gli scribi della “Casa della Vita”. Per quanto riguarda il personale stabile, il sacerdote “calvo” è Shu, lo sgozzatore è Horo che uccide i ribelli per suo padre Osiride, e lo scriba dei sacri libri è Thoth, lo stesso che deve recitare le glorificazioni rituali nel corso di ciascun giorno, non visto, non udito. Puri di bocca e riservati di corpo e di bocca, essi sono lontani da improvvisa morte. Nessun Asiatico dovrà entrare (nell’edificio) né dovrà vederlo… I libri che sono contenuti in esso sono le emanazioni di Ra e servono a mantenere in vita questo dio e a rovesciare i suoi nemici. Il personale stabile della “Casa della Vita” (è costituito) dai seguaci di Ra che proteggono suo figlio Osiride ogni giorno”. Abbiamo quindi un Osiride “il Vivente”,figlio di Ra mentre altre versioni, vedi Plutarco,  lo considerano figlio di Geb e di Nut. Infatti, non a caso, un papiro del Museo del Cairo che contiene la qualifica di “Casa della Vita” mostra Osiride che risorge dal letto funebre affiancato da Iside e da Neftis, mentre sul capo, al posto delle corone, reca il disco solare e l’uomo. Il Papiro Salt 825 che tratta di un libro da farsi il ventesimo giorno del primo mese dell’Inondazione. La prescrizione è la seguente: “Non devi divulgarlo. Chi lo divulga muore di morte improvvisa e di subitanea soffocazione. Devi tenertene assai lontano: attraverso di esso si vive o si muore. Deve essere letto solo da uno scriba del laboratorio il cui nome si trovi nella “Casa della Vita”. Posener sulla originale traduzione di Faulkner del Papiro Bremner-Rhind: ci riferisce“Questo è un libro segreto della “Casa della Vita” che nessun occhio (profano) deve vedere: il “Libro per rovesciare Apep”(il serpente). Le formule in questione dovevano essere lette da un sacerdote appartenente al personale “stabile” della “Casa della Vita” e, con tutta probabilità, da quello che incarnava Horo,  “lo sgozzatore che uccide i ribelli per suo padre Osiride”.A fianco della teurgia, il personale della “Casa della Vita” praticava la magia naturale, quella destinata cioè ad assistere le persone nelle varie circostanze della vita. Così nel Papiro Magico Harris è contenuto un incantesimo da pronunciarsi sopra un uovo di argilla da gettarsi nella acque del Nilo onde essere assicurati contro ogni pericolo. Il testo specifica : “La prima formula di tutti gli incantesimi per l’acqua, riguardo alla quale i Capi hanno stabilito: Non aprire il tuo cuore su ciò ad alcuno straniero. E’ un vero segreto della “Casa della Vita” “.Una stele di Hawara, riferendosi al defunto, precisa: “… il tuo nome sarà pronunciato dal personale della “Casa della Vita” mentre leggeranno le glorificazioni”, ed un papiro aggiunge: “il tuo cibo si concreta nella biblioteca, le tue provvigioni entrano in essere nella  “Casa della Vita”. Le offerte funerarie erano considerate essenziali per la sopravvivenza del Kàche di esse si alimentava sul piano iperfisico, mentre la sopravvivenza del nome era la conditio sine qua non per il mantenimento della propria individualità nell’oltretomba. Mura tombali e papiri funerari venivano iscritti con le formule dei libri sacri ed anche in questa funzione primeggiavano i maghi della “Casa della Vita”. La stele Louvre C.232 così si esprime:  “O voi tutti sacerdoti che penetrate nelle parole del dio e siete abili nelle scritture, voi che siete stati illuminati nella “Casa della Vita” e avete scoperto le vie degli dèi, voi che siete penetrati negli archivi della biblioteca, che siete abili nei lavori degli Antenati, che comprendete l’essenza di ciò che è scritto sui muri, voi che iscrivete le tombe e che interpretate i misteri…”. Dietro tutto ciò, non mi stancherò mai di ripeterlo, a mio parere, si cela il rito di “Giustificazione” dove il “Giustificato” è colui che ha la sua Anima, non era uno dei “gusci vuoti” per i quali occorreva una ritualità per richiamare l’anima che avveniva inizialmente nei luoghi come l’Osireion e poi nelle Piramidi le cui pietre di coronamento rappresentavano, per l’appunto, la parte animica che con un’apposita ritualità veniva richiamata o trasferita e inserita nel “guscio vuoto” per l’opportuna “Giustificazione”. Ma detto ciò, a mio parere “i misteri della Casa della vita” li ritroviamo anche in India ed in Tibet dove si ergono edifici, guarda caso, uguali alla Casa della vita egizia, legati, in questo caso, al mistero di Schamballah la città dei tre livelli, il cui mitico palazzo sarebbe, per l’appunto, un edificio quadrato a nove livelli, fornito di quattro porte orientate verso i quattro punti cardinali, dove sono, a un livello gradatamente sempre più alto, altri edifici quadrati forniti anch’essi di quattro porte. Nel monastero di Ki, o il Palazzo di Chakrashamvara, che sovrasta la valle dello Spiti, dove si celebra l’iniziazione dal Dalai Lama, ad esempio, la costruzione segue questo stesso schema di costruzione dove la parte più a alta è senza porte ed ospita la meditazione sul Mandala e sulle sue figure e nel giorno dell’iniziazione, appare in cielo l’arcobaleno circolare attorno al sole. A sentire l’interpretazione data a queste iniziazioni ed insegnamenti, sembra che si ricolleghino al nostro "centro", per proteggerci cosa che avviene anche con i metodi di protezione dalle abuction. Poi il Tibet come l’Antartide in tempi antichi forse erano la base di appoggio per l’insediamento di razze aliene o antidiluviane, e che lo siano tuttora, non è poi così assurdo. Il fatto che il capitano Byrd trovò ed entrò in contatto con una di esse agli inizi del Novecento, potrebbe esserne una conferma. Forse queste basi sono la stessa Scamballah, Agarthi o la famosa Shangri Là.



CONTINUANDO...
Nel libro dei morti troviamo scritto chiaramente degli dei venuti dal cielo e dell’loro utilizzo dell’acqua:“Râ ha inviato Thot affinché Osiride trionfi sui suoi nemici. Nel giorno della vestizione della mummia regale di Osiride Io mi trovo al fianco di Horus e faccio zampillare delle fonti di acqua per purificare l’Essere divino dal cuore arrestato”. C’è da chiedersi cosa significhi “purificare”, ma penso che sia facile capire che sia incentrato sul concetto di “Crescita evolutiva”, per l’appunto di “Trasformazione”. Come sappiamo i misteri di Iside e Osiride sono giunti a noi, trasformati continuamente secondo le idee del tempo, come un connubio di elementi magici divinatori egizi spesso impregnati dell'astronomia greca ellenica, portando, comunque in se, l’inequivocabile base del rito originario: la “Trasformazione”. Infatti il rito rimaneggiato vede le anime scendere dal mondo astrale e ivi ritornarvi. I faraoni giunsero a diventare perfino essi stessi “Stelle del cielo”, attraverso l'Osirificazione, cioè con l'identificazione con Osiride, il cui segno stellare era la costellazione di Orione, dove, secondo la l’odierna letteratura “pseudo-fantastica”, pare, esista una specie alta di alieni grigi. Ma non così tanto fantastica, Infatti, Graham Hancock nelle sue pubblicazioni e Robert Bauval durante alcune ricerche sul campo si accorsero che la disposizione delle Piramidi di Giza rappresentano proprio queste idee, e così andrebbero anche retrodatate visto che l’allineamento con la volta celeste si rifarebbe molto prima della data indicata da Erodoto. Infatti anche il grande storico egizio, Manetone (III sec. a.C.) afferma nei suoi resoconti, attinti dalle incisioni di Tohoth nei templi vicino a Tebe, che la grande Piramide non fu costruita dagli Egiziani. Addirittura una versione copta conservata nella Biblioteca Bodleiana di Oxford scritta dal copto da Abu’lHassan Ma’sudi, afferma che le due piramidi più grandi furono costruite 300 anni prima del diluvio dal re prediluviano Surid, che avrebbe sognato la caduta di un enorme asteroide; pensiero riconfermato da Abd Hokm, uno storiografo arabo (IX sec), che ha scritto a proposito delle piramidi: “La maggior parte degli storiografi è d’accordo nell’attribuire la costruzione delle piramidi a SaribIbn Salhouk, re egiziano, che visse tre secoli prima del Diluvio... essendosi svegliato pieno di paure, radunò i gran sacerdoti delle centotrenta province d’Egitto, guidati da Aclimone, e disse loro dei suoi presagi. I sacerdoti misurarono l’altezza delle stelle e predissero il Diluvio. Il re chiese.
“Colpirà anche il nostro paese?”. I sacerdoti risposero: “Sì, e lo distruggerà”. Ma poiché dovevano passare un certo numero di anni, il re dette ordine che nel frattempo si costruissero delle piramidi con dei sotterranei a volta, e li riempì di talismani, oggetti strani, ricchezze, tesori e molte altre cose: poi fece preparare nella piramide occidentale trenta tesorerie in cui ammassò ricchezze e utensili, proiettili fatti di pietre preziose, strumenti di ferro, modelli di navi in argilla, armi
che non arrugginivano e vetrerie che si piegavano senza rompersi.”
Ouspensky, discepolo del filosofo Georges Ivanovič Gurdjieff, affermava, che il noto filosofo aveva avuto fra le mani una pergamena antichissima, di proprietà di un prete del Caucaso, che raffigurava “l’Egitto prima delle sabbie“. A proposito della Sfinge e delle Piramidi Gurdjieff affermava che erano state costruite dagli abitanti di Atlantide, e qui si riconferma la mia teoria su Atlantide, ma questa è un’altra storia. Secondo l’arabo Ibn Battuta (XIV secolo), la costruzione delle Grandi Piramidi risalirebbe proprio ad Ermete Trismegisto che le avrebbe costruite studiando gli spostamenti delle costellazioni che annunciavano, per l’appunto un diluvio e come si sospetta, Ermete Trismegisto è associabile a Thoth il governatore della “Casa della Vita”, il codificatore delle cerimonie segrete che trasformavano i morti in spiriti che decideva chi era degno di sopravvivere dopo la morte; ed a Enoch che presso gli Ebrei ci parla della caduta dei Vigilanti gli odierni nostri “Alieni”.
Ma del resto, che l’Egitto fosse lo “specchio del cielo”, lo si sapeva già prima di Bauval, tutto torna; Ermete Trismegisto nella sua “Apocalisse” ci riferisce: “Non sai , o Asclepio, che l’Egitto è l’immagine del Cielo, proiezione, qui nel profondo, di tutto l’ordinamento celeste? Tuttavia, sappilo, tempo verrà nel quale saranno reputati vani tutti i culti praticati, con tanta fede, dagli Egiziani ai loro dei e tutte le loro sante invocazioni saranno considerate sterili e prive di senso. La Divinità lascerà la terra per risalire in cielo, abbandonando l’Egitto Sua antica dimora, che rimarrà privo di religione, orbato dalla presenza degli dei…. Allora, questa terra consacrata da tanti  santuari e templi, apparirà ricoperta di tombe e di morti. Oh, Egitto, Egitto! Della tua religione altro non rimarrà che un fiabesco racconto, al quale i posteri più non presteranno orecchio, e sola testimonianza della tua fede, mute parole incise sulla pietra!….”.Quindi pare che ogni Era terrestre si dimentichi delle proprie origini e sia destinata a perire a dissolversi nel nulla per ripresentarsi con un nuovo simile inizio in nuova veste per le dinamiche “dell’Esistenza”.
 

 SATELLITE "BLACK KNIGHT" ABBATTUTO DURANTE UNA MISSIONE SEGRETA?




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