Eccovi il primo capitolo gratuito:
Capitolo 1 - Omou, lo
strano Sogno, l'incontro con Aneila, l'ascensione dell'Annapurnal e
l'acquisizione della prima illuminazione
Questa è una storia che rivela grandi verità è non sarebbe mai stata scritta se Marzia, l’amica di Omou, non avesse posto attenzione alle stranezze di questo strano uomo, incoraggiandone la stesura. Omou Alled Arret fin dalla giovane età si sentiva diverso dagli altri suoi coetanei e non riusciva mai a capire il perché di questo suo sentimento; Infatti, già da piccolo, era coscientemente strano dato che il maestro diceva sempre ai suoi genitori che quella piccola “tepa” del loro figlio era uno spirito libero e avrebbe sopportato difficilmente la “Matrix” della società che lentamente stava cambiando, in quanto aveva grandi capacità intuitive superiori alla media. Infatti con il crescere sempre più difficilmente sopportava quella che possiamo chiamare la: “Normale esistenza”. Era solito guardare fuori dalla finestra del suo studiolo, la gente che passava e diceva alla madre: "lo vedi anche Tu mamma che non c’è verso di capirci mai niente in questa società, le persone vivono freneticamente la loro vita, come degli imbecilli e va a finire che nemmeno sanno perché corrono; com’è difficile sopportare certe cose e parlarne ancora peggio, le parole non arrivano quasi mai a destinazione, la gente non ascolta e ci si deve solo accontentare di un’intuizione". A volte le scene della vita quotidiana gli apparivano come un deshavu, un già vissuto; spesso incontrava qualche amico in un bar del centro di Conegliano per due chiacchiere, si sedevano sempre allo stesso tavolo per una birra e un panino. Omou si sedeva abitualmente dal lato che dava sulla strada per osservare la gente che passava, era la sua consuetudine e ogni tanto si assentava completamente con la mente senza ascoltare le solite ciance degli amici che lo consideravano un po’ strano. Questo comportamento lo assumeva anche a casa e la madre tutto questo suo modo di comunicare, o di astrarre con la mente, non lo sopportava più, e per questo non le piaceva quando lui parlava e poi parlava e astraeva e Lei si sentiva una sorta di suppellettile tenuto in bilico nella sua giornata. La sua presenza nella casa natale non durò molto, vi era un abisso tra Omou e i suoi genitori, e non era nemmeno colpa sua: per quanto provasse ad essere uguale agli altri ed emozionarsi per ogni cosa frivola succedesse, non ci riusciva, cadeva in depressione come stesse vivendo un “falso”, sentiva che era ”illusione”. Del resto, nonostante i genitori di Omou lo avessero educato ai costumi e all’educazione tradizionale locale che gli aspettava, ben presto si accorsero dell’incompattibilità del figlio e dei molti cambiamenti della loro società che ora come mai erano di difficile gestione. Ora che era grande Omou faceva del suo meglio per accontentare tutti soprattutto la madre che ringraziava perché rimetteva assieme, le cose semplici della sua Vita quotidiana, scovava i pezzetti degli accadimenti giornalieri dalla polvere per incollarli e per questo, non trovava mai le parole giuste per ringraziarla; ma purtroppo era visibile che in questo mondo il semplice vivere non gli era mai bastato e questo facceva male a chi gli voleva bene ed era vicino a lui. Ecco questo il vero motivo che lo indusse alla sua uscita di casa. Ciò che gli cambiò la vita e lo portò alla comprensione del suo “stato” avvenne in età matura, dopo le scuole classiche superiori (riprese in tarda età), dopo la sua uscita di casa, dopo il suo primo e breve matrimonio con Elena, finito in un disastro; quando ebbe la fortuna, di incontrare l’animo di una misteriosa donna di nome Aneila. Lei era una giovane donna, ma aveva in se grande saggezza. Capitò un giorno, come tanti altri di quella torrida Estate, seduto al solito tavolino del solito bar, che aveva appena cambiato gestione, e come sempre, stava aspettando la sua birra, quando la gentile e nuova cameriera incrociando i suoi occhi arrossì affermando: ma Io ti conosco! Omou sbalordito dal suo intenso fascino rispose: non mi ricordo, magari! Con queste parole colse immediatamente l’opportunità di conoscerla per conquistarne il cuore e la fiducia, almeno questo pensava e sperava. Da quel giorno si trovarono spesso al bar raccontandosi a vicenda le vicissitudini, i desideri e le ambizioni. Questo rapporto raggiunse presto una trama indicibile, in quanto Aneila iniziò a rivelare i suoi antichi ricordi da dove trapelava un sapere non comune. Omou, incuriosito da sempre sulle grandi questioni filosofiche e sulle grandi domande che l’uomo da sempre si poneva, la stava ad ascoltare come un bambino ascolta la storia del nonno. Aneila sorridendo un giorno imprevedibilmente iniziò a raccontare: caro Omou Alled Arret, tu sei uno dei discendenti della stirpe di Enn. La leggenda rilegata a pochi esseri prescelti sulla Terra, solo di recente è stata in parte divulgata, si narra che migliaia di anni fa scese sulla Terra la stirpe dei figli di Enn. Alcuni di questi discendenti conobbero intuizioni che nessun altro essere umanoide aveva prima mai raggiunto e arrivarono alla consapevolezza di esistere all’interno della “Matrix creativa”, per loro appositamente creata. Quando dalla costellazione della Balena, dalla loro epopea esplorativa e di conquista, giunsero sulla Terra, vissero un periodo di guerra contro degli esseri grigi, freddi privi di sentimento ed entrarono in una grande crisi che li costrinse ad accoppiarsi con l’uomo primitivo terrestre ideando e pianificando grandi guide religiose sulla Terra che dessero un nuovo significato all’Esistenza. Da un'iniziale matrice di Culto StIellare si evolse in occidente la Chiesa cristiana ed in oriente il buddismo e altre religioni; nei millenni cercarono di disporre l’Esistenza sulla speranza d’un Dio e la promessa del Paradiso. Ma per la stirpe di Enn, questo era passato, non bastava più, loro erano più evoluti ed evolsero a tal punto da uscire dalla “Matrix creativa”, mantenendo la propria coscienza nel susseguirsi delle loro reincarnazioni, divenendo essi stessi Dei, decidendo di aiutare anche l’uomo terrestre a condividere questo fine, ma non a tutti gli esseri del cielo tale decisione compiaceva e sorsero guerre tra forze e potenze che ancora sono in atto. Aneila aveva ormai ammagliato Omou con tutto quel sapere che Lui di suo già percepiva, ma non capiva e continuò a raccontargli i particolari d’un tempo antico quando sulla Terra apparvero i figli di Enn su nere astronavi, quando discesero, il primo contatto, e quando alcuni di loro scelsero le figlie degli uomini e si unirono con loro e così fecero alcune donne, chiamate allora dee, come Neith, che con l’uomo si unirono e si moltiplicarono sulla Terra e per volere di Dio diedero civiltà e saggezza agli uomini, creando eserciti e templi, contaminando le Potenze che vi erano allora in terra. Li, caro Omou, Io ti conobbi, li con te Io vissi i più bei giorni del tempo che riesco ancora a ricordare. Omou stupito da queste parole disse: ma, se è così, perché Io non ricordo nulla? Voi uomini non ricordate più perché così è stato deciso, ti sembrerà strano ma per capire qualcosa bisogna già conoscerla e ne consegue che vediamo solo ciò che conosciamo; l’uomo scorre con l’universo e questo è il suo rituale, ma ricordati, come tu sai, che nei testi delle piramidi 213, vi è scritto: “Tu non sei andato via morto, sei andato via vivo”. Capisci che ora non ricordi perché hai fatto la tua offerta all’altare degli Dei e ora, come molte altre volte, sei ridisceso a fare esperienza. Un tempo caro Omou, l’uomo era immortale ma iniziò a litigare e si cibò della stesa “fibra rossa”, mangiò la carne del fratello, da Lui attinse forza, ma così egli fece entrare la Morte e la Sua stirpe iniziò ad avere una vita più breve diventando piano piano mortale. Non tutti gli abitanti della terra divennero mortali, alcuni per un certo periodo di tempo vissero a lungo, altri si contaminarono con altre specie che discesero dal cielo e divennero i “Neter”; sono loro gli incarnati che sovrintendono le leggi cosmiche e gli avvenimenti degli uomini, sono loro i custodi che pianificano il tempo, vanno e vengono rendendo a Dio conto del loro lavoro che per l’uomo è profezia.
Ascoltato tutto ciò Omou senti che queste parole celavano quelle verità che aveva sempre cercato e chiese subito ad Aneila: "Come faccio Io semplice uomo a conoscere e approfondire tutto ciò?". Aneila rispose: anche se non ricordi sei un essere immortale, non sei un involucro vuoto come molti degli uomini tuoi simili. Questa è la differenza tra te e loro, tu ne senti la differenza da sempre, è questo che non riesci a capire. Poi continuò Aneila: "Continua pure a farti le domande, ma fai attenzione a ciò che ti capita e riconosci le risposte, i segni, ricordati che percepirai solo ciò che conosci già. La Tua parola “Crea”, anche tu sei un Neter della stirpe di Enn. Ora che sei uomo fai attenzione a Kherty è un’entità predatrice che si nutre delle esalazioni della tua Consapevolezza limitando la tua evoluzione e le cariche emozionali che anelano a Orione ove dimora Ausar, Osiride". Sentito tutto ciò ad Omou si apri un mondo, ma con mille altre domande e si chiese tra se e se che se pur sapendo tutto questo vi fosse un limite, un sapere che nemmeno Aneila, una delle antiche dee fondatrici del mondo originario, gli poteva dare; forse solo rivolgendosi al Dio Assoluto poteva avere tali risposte. Il destino volle, che dopo alcuni giorni, Omou Alled Arret, il discendente per eccellenza delle stirpe di Enn, ebbe un sogno incredibile che gli cambiò veramente la vita. Omou che era un uomo con temperamento guerriero, ma nello stesso tempo, era anche semplice e ponendosi quelle domande a cui l‘uomo con estrema difficoltà ha da sempre tentato di rispondere, si chiese come potesse, Lui, uomo comune come molti altri dei suoi simili e con tutti i suoi limiti, a parlare con Dio? Ebbe la Sua risposta. La stessa notte, andandosene a dormire ponendosi questa domanda, ebbe un sogno illuminante che gli sconvolse la vita:
Si trovò in una grande stanza circolare, buia, e illuminata al centro, con attorno dieci Saggi assisi sui loro troni e vestiti di lunghi e ampi abiti talari bianchi cinti da cordoni dorati.
All’improvviso dall’alto una profonda e avvolgente voce, rivolgendosi a Lui disse:”Visto che è tuo desiderio parlare con Dio, sappi che avrai la tua possibilità, questi dieci saggi che vedi innanzi a te rappresentano le “dieci Considerazioni” che devi riuscire a possedere per poter parlare con Dio. Questi Saggi sono tutti ora viventi nella Terra e risiedono sopra le 10 vette più alte del Pianeta custodendo, come cosa sacra, la Considerazione che hanno avuto da Dio in custodia”.
Sentito ciò l’uomo, spinto dal suo desiderio di parlare con Dio, chiese alla possente Voce: "come posso Io raggiungere queste considerazioni?" La Voce rispose: "segui il sentiero che ti spetta, raggiungi i Saggi della Terra che ti indicheranno le Vie più brevi per comprendere le “dieci grandi Considerazioni” che ti permetteranno di parlare con Dio".
Ringraziata la Voce l’uomo si svegliò sconcertato dal sogno e l'indomani stesso si informò sulle dieci vette più alte della Terra e immediatamente partì per la decima vetta più alta del mondo secondo il loro ordine di altezza indicatagli dall’ispirazione che sentiva giungere dal cuore. Omou, che era un uomo di cultura, ben sapeva che l’Oriente da sempre celava i misteri dello Spirito, in quanto quei popoli avevano dedicato molto tempo alla ricerca interiore dell’uomo avendo avuto grandi maestri illuminati, per cui aveva compreso che le vette più alte del mondo non erano da cercare tra le conosciute: “Seven Summits”, le sette più alte montagne di ogni continente che in ordine di altezza sono:
• Everest, Asia (8.848,56 m)
• Aconcagua, Sud America (6.962 m)
• Monte McKinley (Denali), Nord America (6.194 m)
• Kilimangiaro, Africa (5.895 m)
• Massiccio Vinson, Antartide (4.897 m)
• Puncak Jaya, Oceania (4.884 m) (o Monte Wilhelm, (4.509 m) o Monte Kosciuszko, Oceania continentale (2.228 m)
• Monte Bianco, Europa (4.810 m) (o Elbrus (5.642 m), a seconda del criterio geografico adottato);
Ma erano le vette legate a quei popoli poco conosciuti in Occidente, che superavano gli 8000 metri di altezza dal livello del mare e che, guarda caso, sono tutte ubicate nella catena dell'Himalaya e nel massiccio del Karakorum. La loro appartenenza ad uno stato o l’altro è spesso puramente indicativa, dato che la gran parte di queste montagne si trovano, per l’appunto, in territori contesi tra Cina, India e Pakistan. Ci si può anche domandare che cosa abbiano a che fare quei luoghi con Noi? O cosa di essi ci possa interessare. Si può rispondere benissimo che: dove c'è un uomo, uno solo, lì siamo anche Noi, dove c'è memoria di un passato lì troveremo la modulazione nuova delle stesse illusioni, l'inveramento diverso, ma non discordante, degli archetipi dello spirito umano.
Infatti, Omou ben presto sospettò che il suo sogno non fosse casuale; erano forse comunicazioni da altri piani di esistenza, gli venne in mente Shangri-La, quel luogo immaginario descritto nel romanzo da James Hilton nel 1933 che trasse dalle memorie dei gesuiti che avevano soggiornato in Tibet e che erano venuti a conoscenza delle tradizioni legate al Kalachakra Tantra in cui si descrive il mitico regno di Shambhala, ma aveva poche nozioni di questo mondo che credeva immaginario. Poi le cose cambiarono: Omou iniziò a pensare che quel luogo fosse reale e pensò che nel sogno vide realmente ”quei Figli della luce”. Omou non ebbe più dubbi quando venne casualmente a sapere che non era l’unico privilegiato ad avere avuto queste visioni di contatti; pensò che forse era un destino pianificato preparato per il suo cammino evolutivo. Infatti fu, “casualmente” edotto, delle esperienze del Dr Maurice Doreal che negli anni 20 del secolo scorso venne “trasportato proprio sulle alte montagne del Tibet”, dove a Lhasa venne ricevuto addirittura, dal grande ordine sacerdotale di Shamballah la mitica “Città di smeraldo” e portato su un ascensore gravitazionale che lo portò 150 Km sotto la città proibita al cospetto del supremo consiglio, in una sala di metallo bianco, come quella che lui aveva sognato, e qui ordinato “Arcivescovo” con la missione di aiutare il genere umano a ritrovare la “Luce e la Sapienza originaria” e fu così che, ritornato negli Stati Uniti, fondo la sua Chiesa chiamata: ”Church of Whithe Brotherood a Denver”; dove venne rivelato il sapere delle tavolette smeraldine di Thot l’Atlantideo, collegate alle terre d’Egitto, alle “Sale di Amenti”, e di altri particolari posti dove convogliano particolari forze vibratorie e frequenze spazio-temporali. Per cui Omou, ben presto si rese conto che non era un semplice sogno, era una visione, una missione, un segno e, ascoltando i consigli di Aneila, seguì il suo istinto. Tra l’altro Omou sapeva anche che la scalata di queste cime non era facile dato che molti decessi sono avvenuti durante le diverse ascensioni che sopra quelle vette vi menavano; non a caso, basti pensare che solo sul Everest, la vetta più alta del mondo, il numero di vittime durante le scalate tra il 1922 e il 2009.fu di ben 216 persone. Perciò Omou, prima di intraprendere queste pericolose scalate, si procurò tutta l’attrezzatura necessaria, individuando i luoghi dove reperirla, e si informò su tutte le ascensioni e sugli scalatori che vi salirono e riuscirono o perirono nelle loro difficoltose scalate, studiando tutti gli eventuali pericoli che i precedenti scalatori vi trovarono e cercando i tragitti più idonei alla missione che stava per intraprendere. Non per ultimo si preparò spiritualmente leggendo scrupolosamente proprio il sapere di quelle tavolette rivelate al mondo dal Dr Maurice Doreal, che a fine testo vengono riportate integralmente, ed iniziò la sua avventura ricordandone la chiave appresa, rivelatagli proprio dalle tavolette dalle seguenti parole: “Rilassa la mente ed il corpo. Poi sii certo che sarai chiamato. Ora ti do la Chiave per Shambala, il luogo dove i miei Fratelli vivono nella tenebra: tenebra, ma colma di Luce del Sole. Tenebra della Terra, ma Luce dello Spirito, guida per te quando il mio giorno sarà finito. Rilassa il tuo corpo come ti ho insegnato. Oltrepassa le barriere del profondo, nascosto posto. Rimani davanti alle entrate ed ai loro guardiani. Ordina loro di lasciarti entrare con queste parole: “Io sono la Luce. In me non c’è Oscurità. Sono libero dalla schiavitù della notte. Aprite la via dei Dodici e dell’Uno, così che io possa passare nei regni della saggezza”. Se rifiutano, come certamente faranno, ordina loro di aprire con queste parole di potere: “Io sono la Luce. Per me non esistono barriere. Aprite, ve l’ordino, per il Segreto dei Segreti. Edom-El-Ahim-Sabbert-Zur Adom”. Quindi se le tue parole sono state la “Verità” più alta, per te sarà aperto e le barriere cadranno. Ora, vi lascio, figli miei. Giù, eppure su, andrò alle Sale. Conquistate la via che vi porta a me, figli miei. Diventerete veramente i miei fratelli. Così termino le mie scritture. Lasciate che siano Chiavi per chi verrà dopo. Ma solamente per chi cerca la mia saggezza, perché solo per questi sono la Chiavi.”
Omou con Aneila si diressero immediatamente a Lhasa la sede del Dalai-Lama, che tanto volevano vedere ed a Kathmandu, seguendo un percorso ricco di straordinarie suggestioni offerte dalla grande catena himalaiana. La natura, in questi luoghi è la più maestosa che si possa immaginare, ed è lo scenario naturale migliore perché l'uomo manifesti il suo essere interiore ed il suo bisogno trascendentale con le sue capacità espressive, oltre qualsiasi schema intellettuale, oltre qualsiasi alterazione imposta. A Kathmandu si cela un silenzio mistico tra valli, parchi, laghi, fiumi e maggiormente nella contemplazione di quelle vette che sembrano inaccessibili, che stanno come a guardia di un tesoro ineguagliabile per il mondo intero. Già la città di Kathmandu si trova ad una altitudine di 1300 metri sul versante meridionale dell'Himalaya, ed è al centro dell'omonima valle, congiunzione di molti corsi d'acqua e del fiume sacro Bagmati, per cui fertilissima, motivo che la vede prospera nel cuore del regno, corollata da cime ricoperte di fitte foreste. Affascinano non poco le costruzioni in mattoni attorno ai cortili dei Newari ed i palazzi costruiti dai Rana, un’antica famiglia di capi Gurca, che assumono un aspetto aristocratico, nonostante le molte parabole satellitari ed il diffondersi del degrado ambientale, opera prodotta dagli inesorabili soliti appetiti economici che favoriscono: inquinamento, traffico, abuso edilizio e sovrappopolamento. Ma nonostante ciò Kathmandu rimane, come Sana'a, una città unica al mondo, immutabile nella sua più profonda e misteriosa intimità. Probabilmente sono certamente il culto, la generosità, il fervore accorato della gente, la grande tolleranza per gli altri, il profumo degli incensi, le ritualità, la protezione degli antenati a difendere Kathmandu e i suoi abitanti da ogni provato attacco straniero alla sua grande cultura e alle sue millenarie tradizioni. Qui la vita di ogni giorno sembra scorrere secondo arcaici ritmi immutati, dove ogni essere vivente sembra intento alla composizione del più bello dei mandala. Questi luoghi sono davvero delle meraviglie, con la loro cultura antica e i grandi estremi della natura: dalle giungle delle pianure del Terai alle aree premontane, dal grande Himalaya fino all'altopiano tibetano. Poi è risaputo che il Tibet cela il cuore delle “Quattro Nobili Verità” che stabiliscono i principi di causalità e di interdipendenza di tutti i fenomeni ed è certamente il cuore propulsore di tutta l'Asia. Non possiamo scordare che l’occupazione cinese del 1959, ha provocato la diaspora tibetana, lacerando un popolo effondendo a piene mani il suo contenuto culturale. Per cui quella che era una realtà segreta è divenuta una realtà ora diffusa e ambita in tutto il mondo. Tanto diffusa che non mancano giuste simpatie al grande Dalai Lama, capo spirituale e simbolo di quella grande cultura e del popolo costretto a fuggire dalle loro proprie terre. Ma ormai si è acceso l’interesse per quel popolo tibetano e l’indipendenza si connota dalla solidarietà di tutte le culture occidentali che tanto lo amano. Omou lasciata Aneila a Pokhara iniziò, "armato di tutto punto", la sua avventura verso i primi campi d’ascensione e l’ambita vetta, conscio della recente tragedia occorsa in quella cima ed il pesantissimo bilancio dovuto alla tempesta che sull’Himalaya aveva mietuto più di una trentina di vittime tra gli escursionisti che si erano incamminati su quella parte dell’Annapuna Circuit, una delle vie più ambite dai trekker di tutto il mondo. Le vittime recuperate erano infatti di diverse nazionalità e ancora ne mancavano all’appello una settantina tra guide ed escursionisti.
10° - AnnapurnaI Altezza: 8091 m
Paesi: Nepal
Prima scalata: 3 giugno 1950
M. Herzog, L. Lachenal Numero decessi: 64
Gruppo montuoso: Himalay
Giunto ai piedi della prima vetta da scalare, la decima in ordine di altezza che corrisponde al monte Annapumal in Nepal, alta 8091 m.; Omou prese il sentiero che menava alla scalata che portava in cima, giuntovi, dopo alcuni minuti di contemplazione, vide manifestarsi lentamente la figura eterea di un anziano davanti ad una sorta di antro, era il primo Saggio che, apparso in tutta la sua magnificenza, sembrava lo stesse aspettando e, rivolgendosi ad esso, Omou disse: “Salute grande Saggio, dopo tanta strada e impervio cammino sono giunto a Te per chiederti: qual'è la prima Considerazione che deve fare l’uomo al mondo? Il Saggio rispose: “le Considerazioni non posso essere dette, devono essere comprese”. Io posso solo indicarti la Via; e disse: “immagina di essere nato solo ora, di essere uomo cosciente del mondo solo adesso”, guardati attorno e chiediti: chi sei? Dove sei? Omou rispose: “Se fossi nato ora mi accorgerei della natura attorno a me e sentirei di farne parte, prenderei consapevolezza di esistere”. Il Saggio rispose: “Ebbene si, comprendere di esistere e di essere parte della natura è la prima considerazione”.
Omou ascoltate queste parole e facendo tesoro di quanto sentito, ringraziò il Saggio, scese il sentiero che menava a valle per intraprendere il cammino verso la nona vetta più alta del mondo per comprendere la seconda Considerazione e, strada facendo si ricordò delle affermazioni vediche lette tempo addietro nel Gad:
Terra, acqua fuoco, vento, etere, spirito, intelletto e coscienza dell'Io:
questa è la mia ottuplice natura.
E' questa la mia natura infima.
Ma sappi anche l'altra mia natura,
quella superiore;
è l'anima che regge questo mondo.
Sappi che di qui nascono tutti gli esseri.
Io sono l'origine di tutto quanto il mondo
e sono nello stesso tempo la sua dissoluzione.
Nulla vi fu mai che fosse maggiore di me.
Come gemma su di un filo,
così tutta la realtà è ordinata a me. Bhagavadgîtâ, VII, 4-7
Omou si ricordo le parole rivelate anche dall'apostolo Paolo in 2 Corinzi 4:16, quando dice: “Ma se anche il nostro uomo esteriore si va disfacendo, quello interiore si rinnova di giorno in giorno… Le cose vecchie sono passate, ecco ne sono nate di nuove”. Del resto era cosciente che quelle sono le stesse cose nuove a cui accennava anche l’Apocalisse 21:4 : “Vidi poi un nuovo cielo e una nuova terra… perché le cose di prima sono passate”.