giovedì 28 maggio 2015

UFO NEL PASSATO. Dalle celesti "Cttà divine" del patriarca Enoch alle odierne astronavi madre aliene. L'Incredibile indicazione di Lucio Tarzariol che vede Gerusalemme e Tenochtitlàn costruite dal profeta Enoch a immagine della "Casa di Dio" "Gloria di Dio".

UNA GRANDE SCOPERTA DALL'INTUIZIONE DI LUCIO TARZARIOL 
 CHE SCONVOLGE IL SENSO DELLA STORIA CHE CONOSCIAMO
 Segue l'articolo originale di Lucio Tarzariol e la ripresentazione in veste editoriale di Umberto Visani pubblicata su UFO International magazine di maggio 2015











Dalle “Città astronave” fondate dal patriarca Enoch alle odierne “Navi celesti”
L’Incredibile scoperta di Lucio Tarzariol che vede Gerusalemme e Tenochtitlán costruite dal profeta Enoch a immagine della “Casa di Dio, la Gloria di Dio”, L’Astronave aliena.
 
In questo articolo evidenzierò la mia recente scoperta che rivela l’analogia dell’antica architettura planimetrica di due grandi città come Gerusalemme e Tenochtitlán, fondate,a quanto pare, dallo stesso profeta biblico Enock, con l’aiuto di divinità che oggi potremmo chiamare extraterrestri; inoltre le confronteremmo con le presunte foto di astronavi che alcuni credono oggi esistenti in orbita intorno al nostro pianeta. Enoch era uno dei profeti eccelsi, uomini scelti, divenuti coordinatori a servizio di “Dio”, fecero costruire queste città a imitazione, simbolo e riflesso della “Casa di Dio”, che riconoscevano nell’astronave “paradisiaca” o “Gloria celeste”, che vedevano allora solcare i cieli all’alba dell’umanità. In Esodo 16 -10 si legge: “E come Aaronne parlava a tutta la radunanza de’ figliuoli d’Israele, questi volsero gli occhi verso il deserto; ed ecco che la gloria dell’Eterno apparve nella nuvola”. Esodo 40. 34-38 34; “Allora la nuvola coprì la tenda di convegno, e la gloria dell’Eterno riempì il tabernacolo.

35 E Mosè non poté entrare nella tenda di convegno perché la nuvola vi s’era posata sopra, e la gloria dell’Eterno riempiva il tabernacolo.

36 Or durante tutti i loro viaggi quando la nuvola s’alzava di sul tabernacolo, i figliuoli d’Israele partivano;

37 ma se la nuvola non s’alzava, non partivano fino al giorno che s’alzasse.

38 Poiché la nuvola dell’Eterno stava sul tabernacolo durante il giorno; e di notte vi stava un fuoco, a vista di tutta la casa d’Israele durante tutti i loro viaggi.”

 


Una curiosa e sospetta formazione di nuvole sopra il cielo d’Egitto che sembra un’astronave occultata, affianco il profeta Enoch in un dipinto di Lucio Tarzariol

 

Enoch edotto della “Sacra simmetria” e delle sacre misure quali il “cubito sacro”, che oggi l’uomo ha imparato a conoscere, diede inizio alla costruzione delle prime città con i “sacri criteri” a lui rivelati e che poi trasmise agli ebrei, ad Abramo, Salomone ed Ezechiele, per i  templi di Israele, per poi essere rivelati anche all’apostolo Giovani che nell’Apocalisse 21, 16-17, descrive le misure della “Gerusalemme celeste”. Valutate i confronti che vi propongo, ricordandovi le parole dell’apostolo Giovanni che nell’Apocalisse in merito alla nuova futura “Gerusalemme celeste”, non a caso, scrisse:“Vidi la santa città, la nuova Gerusalemme, scender giù dal cielo d'appresso a Dio, pronta come una sposa adorna per il suo sposo”(Apocalisse 21:2); chiedetevi quale città scende dal cielo? Quale città volante apparirà a mezz’aria tra cielo e terra? Chiedetevi anche cosa voleva dire Gesù quando disse a Natanaele: “Vedrai cose più grandi di queste!”... “In verità, in verità io vi dico: vedrete il cielo aperto e gli angeli di Dio salire e scendere sopra il Figlio dell’uomo”?(Gv 1,47-51). Lo stesso nome Enoch significa "inaugurazione", in quanto la città terrena s'inaugura in questo mondo dove è fondata, perché in questo mondo ha il fine che si propone e persegue, per cui fu lui il profeta che doveva inaugurare anche T-enoch-titlán città che da lui prese il nome. Si dice che la città di Tenochtitlán originariamente fosse un semplice sito di capanne fatte di canne, ma successivamente divenne una grande città ed il centro del potente impero azteco affermatosi a sud dell'odierno Messico dove le sue rovine sono ora sepolte sotto la moderna Città del Messico. Ufficialmente si afferma che verso il 1200 gli aztechi si spostarono verso la fertile Valle del Messico e nel 1325 fondarono Tenochtitlán, ma probabilmente vi erano già rovine di una società precedente. La leggenda vuole che il dio Sole, avesse ordinato loro di migrare verso sud finché non avessero incontrato un'aquila appollaiata su un cactus  con un serpente fra gli artigli. Nel 1325 circa, ciò accadde, gli aztechi, avvistarono ciò che stavano cercando su un'isola nel lago Texaco e lì sulla palude costruirono un villaggio e lo chiamarono Tenochtitlan, dal nome del leggendario fondatore e capo “Tenoch” che per alcuni significherebbe: "il luogo del fico d'india o luogo del cactus", mentre per altri significa, per l’appunto: “Città di Enoch”. Gli aztechi, sebbene trovarono popolazioni autoctone come i toltechi, si stabilirono, costruirono fertili orti e giardini galleggianti, ne fecero una città che superava i 150.000 abitanti fatta di isole, collegate fra loro da canali, e unita alla terraferma da strade sopraelevate, ponti, terrapieni (le calzadas) ed un funzionale acquedotto. Nella piazza centrale si trovava una piramide alta 30 metri, provvista di gradinate che conducevano ai templi dedicati a Huitzilopochtli, il dio del Sole e a Tlaloc, il dio della pioggia ai quali i sacerdoti rendevano onore attraverso sacrifici umani, asportando il cuore delle vittime con un coltello rituale di pietra. Nel 1519 gli conquistadores spagnoli con Hernán Cortés giunsero a Tenochtitlán e successivamente, nel 1521, aiutati da alcune popolazioni locali ostili agli aztechi, conquistarono e distrussero Tenochtitlán, uccisero anche l'imperatore azteco Montezuma, il quale li aveva accolti con onore, credendo che Hernán Cortésfosse il dio Quetzalcoatl, descritto come un bianco dalla barba lunga, di ritorno a Tenochtitlán per riformare i costumi e le leggi. Gli aztechi erano, un popolo originario di Aztlán per alcuni un insediamento nel deserto a nord del Messico, per altri corrisponderebbe alla mitica Atlantide citata da Platone. Infatti nella storia del Diluvio, che cancellò Aztlán si ritrova, dopo un esodo verso una nuova terra, un personaggio di nome “Mexi” che ricevette, a Tenochtitlan, i comandamenti da un Dio chiamato Huitzilopochtli, che apparve "sulle ali di un uccello" in cima ad un monte. Sitchin nel suo libro: Gli dei dalle lacrime d’oro, riporta la traduzione di un testo sumero tratto da alcune tavolette del III millennio a.C. che sembra ripercorrere la storiella biblica di Caino ed Abele, infatti, un pastore di nome Ka’ uccise il fratello agricoltore in un conflitto e fu costretto poi a vagare lontano nella terra di “Dunnu”, dove creò una sua discendenza e costruì una città che dedicò al figlio Enoch. Secondo Sitchin questa città è “T-enoch-titlán” che, non a caso, contiene una piramide a gradoni sormontata da due torri come la ziggurat di Babilonia e, a suo dire, fu la discendenza di Caino che diede origine al popolo sudamericano. Alcuni testi sacri dicono che Caino fu confinato da Dio ad est dell’Eden (Nod) dove si sarebbe poi accoppiato, nel suo vagabondare, con la demoniaca maga Lilith, chiamata anche la “luna nera”, una figura definita anche “Grande Madre”, che guarda caso, assomiglia all’azteca Coaticlue, “quella dalla gonna di serpenti”. Vi è anche un mitologico libro di Nod che vede la città di Enoch meta di “clan” vampiri e di umani, loro servitori, ma probabilmente, se nelle Americhe si praticavano quei cruenti e sanguinosi sacrifici umani, come altro potevano essere interpretati? Dal libro di Enoch si evince che ci furono accoppiamenti che condussero alla creazione di creature spaventose, malvagie e demoni che, a quanto pare, si aggirerebbero ancora oggi sulla nostra terra. Nel mio libro della storia di America di Guglielmo Robertson, del 1794, a pag. 38, si racconta di cerimonie solenni quanto crudeli: “La testa e i cuore la porzione erano consacrata agli dei, il guerriero, che fatto aveva il prigione, seco portava il corpo, e lo mangiava in compagnia de’suoi amici”. Ritornando alla analogie sui tratti somatici, a dir il vero vi sono anche analogie tra le caratteristiche somatiche dei popoli sudamericani ed i popoli dell’Asia centrale. Ad esempio, secondo alcuni studiosi un disegno rinvenuto a Palenque assomiglierebbe, addirittura, ad un semita; ci sarebbero anche altre prove che testimoniano che antichi popoli, come i fenici abbiano potuto raggiungere le Americhe, lo proverebbero alcuni reperti archeologici, come l’iscrizione trovata in Brasile a Parahyba nel 1874.“Il libro della Caverna dei Tesori “ tenuto in gran considerazione dai Padri della Chiesa e  attribuito a Giulio Africano 200-245, riafferma e reinterpreta i fatti sopra citati, narra delle figlie di Caino che cadute nella lussuria si dirigono verso la montagna di Dio con lo scopo di far scendere i 520 figli di Seth per unirsi con loro e dar così vita ai giganti, gesto che costrinse i ribelli a non tornare nella “Caverna dei Tesori” sulla montagna di Dio, quel Dio che successivamente provocò il Diluvio.

Ai tempi dell'arrivo degli spagnoli il territorio di Tenochtitlán era suddiviso in quattro sezioni principali, raggruppate in centri amministrativi locali chiamati calpulli. La classe sacerdotale era impegnata nell'educazione e nell’espletamento delle pratiche religiose. Si racconta che nel XV secolo, in seguito a un'esondazione del lago Texcoco, l'imperatore Ahuitzotl avviò una ricostruzione di Tenochtitlán che andava eseguita secondo la volontà divina e comprendeva anche l'ampliamento della Grande Piramide, per la quale, nel 1487, fu ordinato, addirittura, un sacrificio di 20.000 uomini. Ricordo che nei testi sacri, Jehova, sceso dalla sua "nube", uccise 14.700 ribelli seppellendoli vivi. Quando si eressero i templi al Dio si fece festa; al Dio israelita furono sacrificati 22.000 capi di bestiame, in Messico invece 22.000 uomini. Da molte ricerche si evince che a Tenochtitlán vi erano già i toltechi e popolazioni di etnia Nahua, stabili e che vi era, già da prima, arrivato un uomo bianco dalla barba lunga, creduto una “divinità”, per cui si può sospettare che questo fatto sia avvenuto molto prima e questo mitico personaggio potrebbe essere benissimo Enoch e T-enoch-titlán potrebbe veramente significare “Città di Enoch”.


Tutti conoscono il passo della Bibbia ove Ezechiele racconta della visione
avuta sulle rive del Chebar quando, insieme agli altri ebrei deportati,
viveva a Babilonia. Il profeta fu protagonista di altri episodi che lo
videro in volo sul veicolo oggetto della sua visione. Ezechiele nel passo
40, 1-4 illustra un viaggio avvenuto circa nel settembre del 573 a.C.:

"Nell'anno 35° della nostra deportazione, all'inizio dell'anno, il dieci del
mese, quattordici anni dopo la conquista della città (la caduta di
Gerusalemme, avvenuta nel 587 nda), proprio in quel giorno, la mano di Jahve
si posò su di me, e mi trasportò laggiù. Mi trasportò in visioni divine nel
paese di Israele e mi depose su un monte altissimo, dove mi stava di fronte
qualcosa come la costruzione di una città. Mi trasportò dunque là, ed ecco
un uomo che dall'aspetto pareva di bronzo, con una corda di lino e una canna
da misura in mano ed era fermo sulla porta. Egli mi rivolse la parola:
'figlio dell’uomo, guarda attentamente, ascolta con attenzione e poni mente
a tutte le cose che ora ti indicherò, sei stato, infatti, portato qui perché
io te le mostri'".
Ezechiele fornisce una dettagliata descrizione, nonché tutte le misure della
costruzione. Menziona quattro porte principali orientate verso i quattro
punti cardinali e un ruscello, che sgorga a fianco del tempio, diviene un
fiume immenso nella valle.

"Poi mi condusse alla porta orientale. Vidi la gloriosa presenza del Dio d’
Israele venire da est. Il suo rumore era simile al fragore di un’enorme
massa d’acqua e la sua luce splendente illuminava la terra. Questa visione
era simile a quella che avevo visto quando fu distrutta Gerusalemme e a
quella avuta sulle rive del Chebar…
...La gloria di Jahve entrò nel tempio per la porta che volge a oriente".
(43, 1-4).
Blumrich e Daniken, non a torto, sono rimasti affascinati da questo passo e
hanno indagato per conoscere in quale luogo della terra fu condotto
Ezechiele.
Daniken in un suo libro racconta che, grazie all’indicazione di un certo
Karl Maier, fu indirizzato a Marand, sito a 30 Km da Srinagar, alta valle
del Kashmir, zona piena di templi, uno dei quali è indicato come il "Tempio
degli Ebrei", detto anche "Tempio dei Giudei" o "Tempio del Sole".

È il più grande fra gli antichi edifici esistenti nel Kashmir, ha quattro
porte, un "pronao" e accanto sgorga un ruscello, che diviene fiume nella
valle, mentre sullo sfondo si erge l’Himalaia, il "monte altissimo"
descritto da Ezechiele. Daniken è stato sul posto, ha visitato il tempio,
controllato le sue misure, esaminato il terreno con apparecchi impiegati per
rilevare radiazioni alfa, beta, gamma e quelle neutroniche. Gli aghi hanno
registrato tracce di radioattività in una zona, larga un metro e mezzo, di
una retta immaginaria tracciata partendo dalla porta principale. Secondo
quanto dichiarato dagli esperti sembrava di camminare sopra un giacimento di
metalli radioattivi.
All’interno del tempio è stato rinvenuto un enorme parallelepipedo di
pietra, simile ad un getto di calcestruzzo, lungo due metri e ottanta, di
altezza imprecisata, perché la base affonda nel terreno. Gli aghi degli
apparecchi, puntati sopra il blocco, hanno oscillato come impazziti; tutti
si sono convinti che all’interno vi possa essere un anima di materiale
metallico. A Parhaspur, vicino a Srinagar, si trovano altri tre templi in
rovina con altrettanti parallelepipedi simili al primo.

"Il Signore mi parlò dall’interno del tempio: Uomo guarda! Qui c’è il mio
trono, il luogo ove poso i miei piedi".
Daniken quindi pone un quesito:
E se il Signore avesse detto "Ecco il luogo ove rimarrà la mia impronta?" Se
ci fosse qualcosa "murato" nel blocco? Un annuncio alle generazioni future,
un retaggio intenzionale destinato ad una futura umanità in grado di
comprenderlo?
La conclusione di Daniken è intrigante e affascina, per questo condividiamo
il suo desiderio: che qualcuno apra uno dei blocchi per vedere cosa
contiene. Forse non è necessario arrivare a tanto, basterà utilizzare la
tecnologia in nostro possesso, in grado di rivelare cosa è celato al suo
interno.

Può darsi però che nessuno abbia interesse a risolvere l’enigma, considerato
a torto, di scarsa importanza. O forse qualcuno si è già dato da fare ma,
naturalmente, tace.
Osservando una cartina geografica scopriremo che intorno a Srinagar si
trovano il Kailash, vetta piramidale sacra per molti culti religiosi; il
Choistan, ove sono state rinvenute carte celesti risalenti a 15.000 anni fa;
il deserto di Gobi con la mitica Shamballa; quello del Tacla Macan con i
resti vetrificati di antiche città.
Il fiume di Srinagar, il Jhelum, si getta nel Chenab, affluente dell’Indo,
nella cui valle si trova Moenhjo Daro; l’antica Lanka di Ravana, menzionata
nel Ramayana.
Parliamo pure di coincidenze ma, rinnoviamo l’invito di Eric Von Daniken a
rivelare il messaggio contenuto in quella pietra.
Altri episodi biblici ci parlano di antichi astronauti, ci illustrano i loro
racconti che ci conducono in luoghi lontani.

Nell’apocrifo "L’Apocalisse di Abramo", il profeta narra in prima persona
quando lasciò la casa di suo padre Terac, un fabbricante di idoli, esortato
dalla voce di Dio:
"Uscii, poco prima del portone del cortile rimbombò il tuono e dal cielo
cadde il fuoco che arse la casa e tutto quanto conteneva, sino ad una
profondità di 40 cubiti".
Sempre Abramo, con dovizia di particolari descrive il suo incontro con una
entità che definisce "angelo", ma che lo spaventa così tanto da cadere quasi
svenuto:
"Non era un suono di voce umana e perciò il mio spirito ne ebbe grande
spavento e la mia anima mi abbandonò. Divenni tal quale una pietra e caddi a
terra, dacché non possedevo più le forze necessarie per reggermi in piedi.
Mentre giacevo con la faccia al suolo, ecco che sento la voce dire: 'Va,
Javel, sollevami quell’uomo. Lascia che si riprenda'. L’angelo si avvicina,
con aspetto umano, mi afferra la destra e mi rimette in piedi. Allora
guardai colui che mi aveva afferrato. Il suo corpo era simile ad uno
zaffiro, il suo volto un crisolito, la sua chioma pareva neve e il chiarore
sul suo capo un arcobaleno".

Anche Abramo viene portato in cielo:
"Avvenne all’ora del tramonto. C’era fumo come quello della stufa… fui
condotto al limite delle fiamme. Quindi salimmo come trasportati da molti
venti verso il cielo. Nell’aria, dall’altezza raggiunta, vedevo una luce
fortissima, impossibile da descrivere. E nella luce un fuoco violento e all’
interno una schiera di figure poderose, le quali gridavano parole che non
avevo mai udito".
La lue riflessa dalla nave spaziale per Abramo è abbagliante e l’incendio
non sono altro che le fiamme che a tratti escono dai propulsori. Abramo
viene portato a bordo di un astronave più grande e la descrizione che ne
fornisce collima con le nostre conoscenze.
All’interno era stata creata una forza di gravità artificiale attraverso la
rotazione continua del velivolo intorno al proprio asse: "l’alto luogo in
cui eravamo, a volte se ne stava diritto, a volte si rigirava
capovolgendosi".

La storia di Enoch, figlio di Jared e padre di Matusalemme, giunge in Europa
solo verso la metà del 1700 in seguito ai ritrovamenti di James Bruce. Nel
1851 la traduzione dell’orientalista tedesco August Dillmann rivela la
cronaca di un evento accaduto in un’epoca nella quale non erano familiari i
termini tecnologici per descriverlo. I particolari dell’accaduto sono
narrati, in prima persona dal protagonista, in ben 360 libri, scritti
durante trenta giorni e trenta notti, con l’aiuto di un "angelo" di nome
Bretil. Di quanto era destinato alla conoscenza degli uomini non è rimasto
molto, ma pur sufficiente a ricostruire l’intera vicenda vissuta da un
profeta che la Chiesa considerandolo Apocrifo ha escluso dal Vecchio
Testamento.
All’età di 365 anni, Enoch, riceve la visita di due giganti "dal volto
splendente come il sole, con gli occhi così ardenti da sembrare torce". Sono
apparsi si piedi del suo letto e lo chiamano per nome, ed egli si sveglia e
si alza. Il Signore lo vuole al suo cospetto, deve avvertire i figli che
sarà assente per un certo periodo e lasciare detto loro cosa dovranno fare
durante la sua assenza.

Viene fatto salire su di un veicolo che si stacca da terra e volando
attraverso il cielo giunge davanti ad un altro, più grande, sospeso nello
spazio:
"Mi condussero in cielo, avanzai verso un muro fatto di pietre cristalline,
circondato da lingue di fuoco, con le fondamenta di cristallo e il soffitto
simile alla strada che percorrono le stelle. Fulmini e cherubini ardenti lo
solcavano rapidi. E c’era una seconda casa, più grande della prima, con le
porte spalancate. Ammirevole per la bellezza, la sontuosità le dimensioni.
Il pavimento di fuoco. Fulmini e stelle orbitanti ne formavano la parte
superiore. Mi portarono in un altro posto. Vidi i luoghi delle luci, i
magazzini dei fulmini e dei tuoni".
Sembra un racconto irreale, ma il profeta non conosce altre parole per
narrare ciò che ha visto. La seconda casa è una vera e propria "astronave
madre", il rivestimento esterno rammenta le pietre cristalline usate nella
costruzione dei templi; i reattori emettono vampate di fuoco e l’intensa
luce solare che batte sulla superficie del velivolo diviene quel mare di
fuoco che circonda tutto. Quello che vede attraverso un finestrino, che
definisce "soffitto", sono stelle e costellazioni; sono le masse nuvolose
cicloniche, i bagliori dei fulmini attraverso le nuvole che si spostano
sotto l’azione dei venti. Oggi ci basta osservare una delle tante immagini
della Terra che pervengono dai satelliti per capire cosa intendeva con
"segreti dei fulmini e dei venti che muovono la pioggia". Conobbe quelle
leggi fisiche che muovono l’universo, osservò come una ripresa contrastata
veniva utilizzata per le ricerche geologiche e minerarie; geodetiche e
idrologiche.

Oggi perfino l’archeologia si avvale dei rilevamenti delle sonde spaziali:
"miei occhi scorsero tutte le cose che sono celate... un monte di ferro, di
rame, uno d'argento, uno d'oro… vidi in che modo si ricava l’argento dalla
polvere terrestre e dalla terra il metallo molle".
Sono conoscenze apprese dall’uomo solo in questo secolo.
Il suo nome significa "iniziato", e a istruirlo furono, a suo dire,
"angeli", ben 160 per essere esatti. Tutti a conoscenza di tecnologie
sconosciute a quel tempo. Di alcuni ne fa il nome: Jequn condusse gli angeli
in terra, Asbeel facilitò l’unione degli angeli con le figlie degli uomini
contaminando la specie, Gadreel sedusse Eva e insegnò ai figli degli uomini
la biologia e la scienza delle armi, Penemue portò la scrittura, insegnò l’
uso della carta e dell’inchiostro e rivelò alcuni segreti, Kasdeja addestrò
gli uomini ai combattimenti corpo a corpo, a prestare i primi soccorsi, a
provocare l’aborto.
Asasel mostrò i metalli e l’arte di lavorarli, alle donne come usare i
cosmetici e le pietre come gioielli. Fu Michele, architetto, a fondare la
terra sopra le acque.
I dati astronomici elencati negli scritti di Enoch corrispondono a quelli
oggi conosciuti e comprovati solo dal 1534 in poi, grazie agli studi
effettuati da uomini come Copernico, Galileo e Keplero.

"Vidi le stelle nel cielo e come gli angeli le pesavano usando una bilancia
esatta; le classificavano secondo l’intensità luminosa, secondo l’ampiezza
degli spazi e dal momento della loro comparsa… quel giorno il sole sorge da
quella seconda porta e scende a Ovest; ritorna a est e sorge per 31 mattine
dalla terza porta e scompare nel cielo d’occidente. Quel giorno la notte s’
accorcia e si divide in 9 parti e il giorno si suddivide in 9 parti, giorno
e notte si equivalgono, e l’anno è composto di 364 giorni. La lunghezza del
giorno e della notte sono diversi per effetto del corso della luna. La
debole sorgente chiamata Luna sorge e tramonta diversamente tutti i mesi; le
sue giornate sono come le giornate del sole e la sua luce, quand’è uniforme,
corrisponde alla settima parte della luce solare ed è così che si alza nel
cielo… Una sua metà è visibile per 1/7 mentre il resto del disco è deserto e
non emana luce, tranne che per 1/7 e ¼ della metà della sua luce…"
Pur considerando il racconto frutto di fantasia non si spiega come Enoch sia
stato in possesso di nozioni sconosciute a tutti in quel tempo.

Le storie che arrivano dal passato ci mostrano anche che il profeta non era
il solo a conoscenza di cose definibili "fuori tempo".
Cose che l’uomo nel corso dei secoli ha dimenticato, ha escluso
classificandole "impossibili" e che rifiuta fedele al suo dogma con
riverente timore.
"Non occultate i libri che vi sono stati dati da Dio; parlatene a tutti
coloro che lo desiderano, affinché imparino a conoscere le opere del
Signore".

A questo punto della storia va attirata l’attenzione sul Messico
centromeridionale, quando era dominato da una tribù della etnia Nahua,
affine agli Indios e agli Shoshoni del Nuovo Messico, che diede origine ad
un vasto impero, distrutto in seguito dagli Spagnoli.
Quando la civiltà Tolteca cadde, il territorio intorno al lago Texcoco venne
occupato da popoli provenienti da altri luoghi. Gli Aztechi, che affermavano
di provenire da una mitica terra chiamata Aztlan, giunsero per ultimi e
occuparono l’area delle paludi a ovest del lago. Eressero delle palafitte,
bonificarono il letto del lago trasformandolo in orti produttivi,
costruirono col fango tolto dal Texcoco delle isole artificiali e le
collegarono, fra loro e alla terraferma, con ponti e strade rialzate. La
città che si venne a formare si stendeva su di un sistema reticolare di
canali posti intorno ad un nucleo centrale ove furono innalzate maestose e
imponenti piramidi a gradini, templi e palazzi. In virtù della sua posizione
e alla magnifica organizzazione instaurata la città prosperò e divenne la
capitale dell’impero col nome di Tenochtitlan. Le alleanze militari con i
popoli vicini contribuirono a creare un impero che si estese dal Messico
centrale fino ai confini dell’attuale Guatemala, all’inizio del XV secolo,
Texcoco, Tlataloco e Tenochtitlan ne erano i tre centri principali.

Quando le truppe spagnole di Hernan Cortes conquistarono la capitale Azteca,
il suo mercato, attirava 60.000 persone al giorno e tutto il commercio dell’
America Centrale.
Tutti sanno che sulle sue rovine, adesso, sorge Città del Messico; ma pochi
sono a conoscenza che Tenochtitlan significa "Città di Enoch".
Qualunque commento è superfluo… lasciamo che ognuno ne tragga la propria
interpretazione.




    Tutti conoscono il passo della Bibbia ove Ezechiele racconta della visione
    avuta sulle rive del Chebar quando, insieme agli altri ebrei deportati,
    viveva a Babilonia. Il profeta fu protagonista di altri episodi che lo
    videro in volo sul veicolo oggetto della sua visione. Ezechiele nel passo
    40, 1-4 illustra un viaggio avvenuto circa nel settembre del 573 a.C.:

    "Nell'anno 35° della nostra deportazione, all'inizio dell'anno, il dieci del
    mese, quattordici anni dopo la conquista della città (la caduta di
    Gerusalemme, avvenuta nel 587 nda), proprio in quel giorno, la mano di Jahve
    si posò su di me, e mi trasportò laggiù. Mi trasportò in visioni divine nel
    paese di Israele e mi depose su un monte altissimo, dove mi stava di fronte
    qualcosa come la costruzione di una città. Mi trasportò dunque là, ed ecco
    un uomo che dall'aspetto pareva di bronzo, con una corda di lino e una canna
    da misura in mano ed era fermo sulla porta. Egli mi rivolse la parola:
    'figlio dell’uomo, guarda attentamente, ascolta con attenzione e poni mente
    a tutte le cose che ora ti indicherò, sei stato, infatti, portato qui perché
    io te le mostri'".
    Ezechiele fornisce una dettagliata descrizione, nonché tutte le misure della
    costruzione. Menziona quattro porte principali orientate verso i quattro
    punti cardinali e un ruscello, che sgorga a fianco del tempio, diviene un
    fiume immenso nella valle.

    "Poi mi condusse alla porta orientale. Vidi la gloriosa presenza del Dio d’
    Israele venire da est. Il suo rumore era simile al fragore di un’enorme
    massa d’acqua e la sua luce splendente illuminava la terra. Questa visione
    era simile a quella che avevo visto quando fu distrutta Gerusalemme e a
    quella avuta sulle rive del Chebar…
    ...La gloria di Jahve entrò nel tempio per la porta che volge a oriente".
    (43, 1-4).
    Blumrich e Daniken, non a torto, sono rimasti affascinati da questo passo e
    hanno indagato per conoscere in quale luogo della terra fu condotto
    Ezechiele.
    Daniken in un suo libro racconta che, grazie all’indicazione di un certo
    Karl Maier, fu indirizzato a Marand, sito a 30 Km da Srinagar, alta valle
    del Kashmir, zona piena di templi, uno dei quali è indicato come il "Tempio
    degli Ebrei", detto anche "Tempio dei Giudei" o "Tempio del Sole".

    È il più grande fra gli antichi edifici esistenti nel Kashmir, ha quattro
    porte, un "pronao" e accanto sgorga un ruscello, che diviene fiume nella
    valle, mentre sullo sfondo si erge l’Himalaia, il "monte altissimo"
    descritto da Ezechiele. Daniken è stato sul posto, ha visitato il tempio,
    controllato le sue misure, esaminato il terreno con apparecchi impiegati per
    rilevare radiazioni alfa, beta, gamma e quelle neutroniche. Gli aghi hanno
    registrato tracce di radioattività in una zona, larga un metro e mezzo, di
    una retta immaginaria tracciata partendo dalla porta principale. Secondo
    quanto dichiarato dagli esperti sembrava di camminare sopra un giacimento di
    metalli radioattivi.
    All’interno del tempio è stato rinvenuto un enorme parallelepipedo di
    pietra, simile ad un getto di calcestruzzo, lungo due metri e ottanta, di
    altezza imprecisata, perché la base affonda nel terreno. Gli aghi degli
    apparecchi, puntati sopra il blocco, hanno oscillato come impazziti; tutti
    si sono convinti che all’interno vi possa essere un anima di materiale
    metallico. A Parhaspur, vicino a Srinagar, si trovano altri tre templi in
    rovina con altrettanti parallelepipedi simili al primo.

    "Il Signore mi parlò dall’interno del tempio: Uomo guarda! Qui c’è il mio
    trono, il luogo ove poso i miei piedi".
    Daniken quindi pone un quesito:
    E se il Signore avesse detto "Ecco il luogo ove rimarrà la mia impronta?" Se
    ci fosse qualcosa "murato" nel blocco? Un annuncio alle generazioni future,
    un retaggio intenzionale destinato ad una futura umanità in grado di
    comprenderlo?
    La conclusione di Daniken è intrigante e affascina, per questo condividiamo
    il suo desiderio: che qualcuno apra uno dei blocchi per vedere cosa
    contiene. Forse non è necessario arrivare a tanto, basterà utilizzare la
    tecnologia in nostro possesso, in grado di rivelare cosa è celato al suo
    interno.

    Può darsi però che nessuno abbia interesse a risolvere l’enigma, considerato
    a torto, di scarsa importanza. O forse qualcuno si è già dato da fare ma,
    naturalmente, tace.
    Osservando una cartina geografica scopriremo che intorno a Srinagar si
    trovano il Kailash, vetta piramidale sacra per molti culti religiosi; il
    Choistan, ove sono state rinvenute carte celesti risalenti a 15.000 anni fa;
    il deserto di Gobi con la mitica Shamballa; quello del Tacla Macan con i
    resti vetrificati di antiche città.
    Il fiume di Srinagar, il Jhelum, si getta nel Chenab, affluente dell’Indo,
    nella cui valle si trova Moenhjo Daro; l’antica Lanka di Ravana, menzionata
    nel Ramayana.
    Parliamo pure di coincidenze ma, rinnoviamo l’invito di Eric Von Daniken a
    rivelare il messaggio contenuto in quella pietra.
    Altri episodi biblici ci parlano di antichi astronauti, ci illustrano i loro
    racconti che ci conducono in luoghi lontani.

    Nell’apocrifo "L’Apocalisse di Abramo", il profeta narra in prima persona
    quando lasciò la casa di suo padre Terac, un fabbricante di idoli, esortato
    dalla voce di Dio:
    "Uscii, poco prima del portone del cortile rimbombò il tuono e dal cielo
    cadde il fuoco che arse la casa e tutto quanto conteneva, sino ad una
    profondità di 40 cubiti".
    Sempre Abramo, con dovizia di particolari descrive il suo incontro con una
    entità che definisce "angelo", ma che lo spaventa così tanto da cadere quasi
    svenuto:
    "Non era un suono di voce umana e perciò il mio spirito ne ebbe grande
    spavento e la mia anima mi abbandonò. Divenni tal quale una pietra e caddi a
    terra, dacché non possedevo più le forze necessarie per reggermi in piedi.
    Mentre giacevo con la faccia al suolo, ecco che sento la voce dire: 'Va,
    Javel, sollevami quell’uomo. Lascia che si riprenda'. L’angelo si avvicina,
    con aspetto umano, mi afferra la destra e mi rimette in piedi. Allora
    guardai colui che mi aveva afferrato. Il suo corpo era simile ad uno
    zaffiro, il suo volto un crisolito, la sua chioma pareva neve e il chiarore
    sul suo capo un arcobaleno".

    Anche Abramo viene portato in cielo:
    "Avvenne all’ora del tramonto. C’era fumo come quello della stufa… fui
    condotto al limite delle fiamme. Quindi salimmo come trasportati da molti
    venti verso il cielo. Nell’aria, dall’altezza raggiunta, vedevo una luce
    fortissima, impossibile da descrivere. E nella luce un fuoco violento e all’
    interno una schiera di figure poderose, le quali gridavano parole che non
    avevo mai udito".
    La lue riflessa dalla nave spaziale per Abramo è abbagliante e l’incendio
    non sono altro che le fiamme che a tratti escono dai propulsori. Abramo
    viene portato a bordo di un astronave più grande e la descrizione che ne
    fornisce collima con le nostre conoscenze.
    All’interno era stata creata una forza di gravità artificiale attraverso la
    rotazione continua del velivolo intorno al proprio asse: "l’alto luogo in
    cui eravamo, a volte se ne stava diritto, a volte si rigirava
    capovolgendosi".

    La storia di Enoch, figlio di Jared e padre di Matusalemme, giunge in Europa
    solo verso la metà del 1700 in seguito ai ritrovamenti di James Bruce. Nel
    1851 la traduzione dell’orientalista tedesco August Dillmann rivela la
    cronaca di un evento accaduto in un’epoca nella quale non erano familiari i
    termini tecnologici per descriverlo. I particolari dell’accaduto sono
    narrati, in prima persona dal protagonista, in ben 360 libri, scritti
    durante trenta giorni e trenta notti, con l’aiuto di un "angelo" di nome
    Bretil. Di quanto era destinato alla conoscenza degli uomini non è rimasto
    molto, ma pur sufficiente a ricostruire l’intera vicenda vissuta da un
    profeta che la Chiesa considerandolo Apocrifo ha escluso dal Vecchio
    Testamento.
    All’età di 365 anni, Enoch, riceve la visita di due giganti "dal volto
    splendente come il sole, con gli occhi così ardenti da sembrare torce". Sono
    apparsi si piedi del suo letto e lo chiamano per nome, ed egli si sveglia e
    si alza. Il Signore lo vuole al suo cospetto, deve avvertire i figli che
    sarà assente per un certo periodo e lasciare detto loro cosa dovranno fare
    durante la sua assenza.

    Viene fatto salire su di un veicolo che si stacca da terra e volando
    attraverso il cielo giunge davanti ad un altro, più grande, sospeso nello
    spazio:
    "Mi condussero in cielo, avanzai verso un muro fatto di pietre cristalline,
    circondato da lingue di fuoco, con le fondamenta di cristallo e il soffitto
    simile alla strada che percorrono le stelle. Fulmini e cherubini ardenti lo
    solcavano rapidi. E c’era una seconda casa, più grande della prima, con le
    porte spalancate. Ammirevole per la bellezza, la sontuosità le dimensioni.
    Il pavimento di fuoco. Fulmini e stelle orbitanti ne formavano la parte
    superiore. Mi portarono in un altro posto. Vidi i luoghi delle luci, i
    magazzini dei fulmini e dei tuoni".
    Sembra un racconto irreale, ma il profeta non conosce altre parole per
    narrare ciò che ha visto. La seconda casa è una vera e propria "astronave
    madre", il rivestimento esterno rammenta le pietre cristalline usate nella
    costruzione dei templi; i reattori emettono vampate di fuoco e l’intensa
    luce solare che batte sulla superficie del velivolo diviene quel mare di
    fuoco che circonda tutto. Quello che vede attraverso un finestrino, che
    definisce "soffitto", sono stelle e costellazioni; sono le masse nuvolose
    cicloniche, i bagliori dei fulmini attraverso le nuvole che si spostano
    sotto l’azione dei venti. Oggi ci basta osservare una delle tante immagini
    della Terra che pervengono dai satelliti per capire cosa intendeva con
    "segreti dei fulmini e dei venti che muovono la pioggia". Conobbe quelle
    leggi fisiche che muovono l’universo, osservò come una ripresa contrastata
    veniva utilizzata per le ricerche geologiche e minerarie; geodetiche e
    idrologiche.

    Oggi perfino l’archeologia si avvale dei rilevamenti delle sonde spaziali:
    "miei occhi scorsero tutte le cose che sono celate... un monte di ferro, di
    rame, uno d'argento, uno d'oro… vidi in che modo si ricava l’argento dalla
    polvere terrestre e dalla terra il metallo molle".
    Sono conoscenze apprese dall’uomo solo in questo secolo.
    Il suo nome significa "iniziato", e a istruirlo furono, a suo dire,
    "angeli", ben 160 per essere esatti. Tutti a conoscenza di tecnologie
    sconosciute a quel tempo. Di alcuni ne fa il nome: Jequn condusse gli angeli
    in terra, Asbeel facilitò l’unione degli angeli con le figlie degli uomini
    contaminando la specie, Gadreel sedusse Eva e insegnò ai figli degli uomini
    la biologia e la scienza delle armi, Penemue portò la scrittura, insegnò l’
    uso della carta e dell’inchiostro e rivelò alcuni segreti, Kasdeja addestrò
    gli uomini ai combattimenti corpo a corpo, a prestare i primi soccorsi, a
    provocare l’aborto.
    Asasel mostrò i metalli e l’arte di lavorarli, alle donne come usare i
    cosmetici e le pietre come gioielli. Fu Michele, architetto, a fondare la
    terra sopra le acque.
    I dati astronomici elencati negli scritti di Enoch corrispondono a quelli
    oggi conosciuti e comprovati solo dal 1534 in poi, grazie agli studi
    effettuati da uomini come Copernico, Galileo e Keplero.

    "Vidi le stelle nel cielo e come gli angeli le pesavano usando una bilancia
    esatta; le classificavano secondo l’intensità luminosa, secondo l’ampiezza
    degli spazi e dal momento della loro comparsa… quel giorno il sole sorge da
    quella seconda porta e scende a Ovest; ritorna a est e sorge per 31 mattine
    dalla terza porta e scompare nel cielo d’occidente. Quel giorno la notte s’
    accorcia e si divide in 9 parti e il giorno si suddivide in 9 parti, giorno
    e notte si equivalgono, e l’anno è composto di 364 giorni. La lunghezza del
    giorno e della notte sono diversi per effetto del corso della luna. La
    debole sorgente chiamata Luna sorge e tramonta diversamente tutti i mesi; le
    sue giornate sono come le giornate del sole e la sua luce, quand’è uniforme,
    corrisponde alla settima parte della luce solare ed è così che si alza nel
    cielo… Una sua metà è visibile per 1/7 mentre il resto del disco è deserto e
    non emana luce, tranne che per 1/7 e ¼ della metà della sua luce…"
    Pur considerando il racconto frutto di fantasia non si spiega come Enoch sia
    stato in possesso di nozioni sconosciute a tutti in quel tempo.

    Le storie che arrivano dal passato ci mostrano anche che il profeta non era
    il solo a conoscenza di cose definibili "fuori tempo".
    Cose che l’uomo nel corso dei secoli ha dimenticato, ha escluso
    classificandole "impossibili" e che rifiuta fedele al suo dogma con
    riverente timore.
    "Non occultate i libri che vi sono stati dati da Dio; parlatene a tutti
    coloro che lo desiderano, affinché imparino a conoscere le opere del
    Signore".

    A questo punto della storia va attirata l’attenzione sul Messico
    centromeridionale, quando era dominato da una tribù della etnia Nahua,
    affine agli Indios e agli Shoshoni del Nuovo Messico, che diede origine ad
    un vasto impero, distrutto in seguito dagli Spagnoli.
    Quando la civiltà Tolteca cadde, il territorio intorno al lago Texcoco venne
    occupato da popoli provenienti da altri luoghi. Gli Aztechi, che affermavano
    di provenire da una mitica terra chiamata Aztlan, giunsero per ultimi e
    occuparono l’area delle paludi a ovest del lago. Eressero delle palafitte,
    bonificarono il letto del lago trasformandolo in orti produttivi,
    costruirono col fango tolto dal Texcoco delle isole artificiali e le
    collegarono, fra loro e alla terraferma, con ponti e strade rialzate. La
    città che si venne a formare si stendeva su di un sistema reticolare di
    canali posti intorno ad un nucleo centrale ove furono innalzate maestose e
    imponenti piramidi a gradini, templi e palazzi. In virtù della sua posizione
    e alla magnifica organizzazione instaurata la città prosperò e divenne la
    capitale dell’impero col nome di Tenochtitlan. Le alleanze militari con i
    popoli vicini contribuirono a creare un impero che si estese dal Messico
    centrale fino ai confini dell’attuale Guatemala, all’inizio del XV secolo,
    Texcoco, Tlataloco e Tenochtitlan ne erano i tre centri principali.

    Quando le truppe spagnole di Hernan Cortes conquistarono la capitale Azteca,
    il suo mercato, attirava 60.000 persone al giorno e tutto il commercio dell’
    America Centrale.
    Tutti sanno che sulle sue rovine, adesso, sorge Città del Messico; ma pochi
    sono a conoscenza che Tenochtitlan significa "Città di Enoch".
    Qualunque commento è superfluo… lasciamo che ognuno ne tragga la propria
    interpretazione.

La mia scoperta che qui metterò in luce potrebbe confermare ciò, dato che vi sono più indizi. Innanzi tutto ricordiamoci che il profeta Enock, come nell’Apocalisse siriaca del profeta Baruc e come nelle visioni del profeta Ezechiele con le sue “ruote con occhi tutt’intorno”; fu portato in cielo e condotto in altro luogo per poi assegnarli un compito ben definito. Enoch riporta eventi prediluviani  di oltre 10.000 anni e racconta, dettagliatamente di catastrofi e guerre spaziali. Enoch, era figlio di Jared e padre di Matusalemme, fu all’età di ben 365 anni, che ricevette la visita di due giganti "dal volto splendente come il sole, con gli occhi così ardenti da sembrare torce". Questi esseri gli apparvero ai piedi del letto e lo chiamano per nome, dicendogli che il Signore lo voleva al suo cospetto, per cui il profeta dovette avvertire i figli che sarebbe stato assente per un certo periodo e dovette lasciare detto loro cosa dovevano fare durante la Sua assenza. Viene fatto salire su di una sorta di “veicolo” che si leva da terra e volando giunge davanti ad un altro “veicolo”, più grande, sospeso nello spazio, così si legge:"Mi condussero in cielo, avanzai verso un muro fatto di pietre cristalline, circondato da lingue di fuoco, con le fondamenta di cristallo e il soffitto simile alla strada che percorrono le stelle. Fulmini e cherubini ardenti lo solcavano rapidi. E c’era una seconda casa, più grande della prima, con le porte spalancate. Ammirevole per la bellezza, la sontuosità le dimensioni. Il pavimento di fuoco. Fulmini e stelle orbitanti ne formavano la parte superiore. Mi portarono in un altro posto. Vidi i luoghi delle luci, i magazzini dei fulmini e dei tuoni". Qui sembra tutto chiaro; Enoch viene portato con una piccola navicella ad una grande astronave; chiedetevi con quali altre parole poteva descrivere quello che aveva visto, se non con quelle che conosceva. Con lui cerano ben 160 angeli edotti di un sapere allora sconosciuto, in altre parole l’equipaggio dell’Astronave.

Nel Libro etiopico ed apocrifo di Enoch, che nell’antico testamento è citato come colui che ha camminato con Dio, risalente al II sec. a. C., derivante dal libro di Noè, e che fece parte, tra l’altro, della bibbia fino al II sec. d. C. riporta fatti precedenti il diluvio, che narrano addirittura d’un intervento alieno di natura genetica, in esso si legge: “E ciò avvenne quando i figli degli uomini si moltiplicarono, quelli che in quei giorni vennero alla luce. Fra di loro erano belle e seducenti figlie. “E gli angeli, i figli del cielo, le videro e le desiderarono e dissero fra loro "Andiamo, scegliamoci delle mogli fra le figlie degli uomini che ci partoriranno dei figli". E Semyaza, che era il capo, disse loro "Io temo che voi non siate concordi per compiere queste azioni ed io solo dovrò pagare la pena di un

grande peccato". E tutti gli risposero e dissero "Facciamo un giuramento e

leghiamoci tutti con imprecazioni comuni" […]

E tutti gli altri [angeli], insieme a loro [il testo si riferisce agli angeli capidecade],

presero delle mogli e ciascuno ne scelse una e cominciarono ad unirsi con loro e a

sollazzarsi con loro e insegnarono loro vezzi ed incanti e a tagliare radici e a

conoscere e distinguere le piante. Ed esse vennero fecondate e partorirono grandi

giganti. Essi consumarono tutti i beni degli uomini e quando gli uomini non

poterono più sopportarli, i giganti si volsero contro di loro e divorarono l’umanità

[…] Allora la terra mosse accusa contro i senza legge.

E Azazel [un angelo capodecade] insegnò agli uomini a far spade e pugnali e scudi e

corazze e fece loro conoscere i metalli e l’arte di lavorarli […] Semyaza insegnò loro

incantesimi e il taglio delle radici, Arnaros a sciogliere gli incantesimi, Barakiel

l’astrologia, Kokariel l’astronomia, Ezechiel la meteorologia, Arachiel i segni della

terra, Sansiel i segni del sole e Sariel i corsi della luna”. In un frammento di Qumran,

2° n.180 i giganti vengono definiti: “Coloro che amano l’ingiustizia e trasmettono in

eredità la colpevolezza”. Nel testo come abbiamo visto ha fatto addirittura alcuni loro nomi, nomi di angeki in carne ed ossa; ci fa sapere che: Jequn condusse gli angeli in terra, Asbeel facilitò l’unione degli angeli con le figlie degli uomini contaminando la specie, Gadreel sedusse Eva e insegnò ai figli degli uomini la biologia e la scienza delle armi, Penemue portò la scrittura, insegnò l’uso della carta e dell’inchiostro e rivelò alcuni segreti, Kasdeja addestrò gli uomini ai combattimenti corpo a corpo, a prestare i primi soccorsi, a provocare l’aborto. Azazel oltre alla lavorazione dei metalli e l’arte di lavorarli, insegnò alle donne come usare i cosmetici e le pietre come gioielli.

Alcuni studiosi che hanno indagato in merito ai Vigilanti, affermano che ”I primi, esseri di luce superiori all'uomo per natura e per saggezza, sono chiamati

Cherubini, Serafini e "Osannini"; essi sono soliti fornire messaggi agli umani

portandoli momentaneamente in Cielo o, come precisa Enoch, "penetrando nelle loro camere da letto". Come non pensare alle odierne abduction, ai rapiti dei nostri giorni. “Quanto ai veglianti o Vigilanti caduti, essi sono una razza che il profeta definisce "un tempo santi, puri spiriti, viventi di vita eterna, contaminatisi con il sangue delle donne"; essi sono i "padri di una stirpe di giganti, esseri perversi chiamati spiriti maligni, sterminati dal Diluvio.
 
 
Fra tutti gli angeli fu Michele, architetto a fondare la terra sopra le acque. Ed ora eccovi finalmente svelata la scoperta che poi non è cosi tanto assurda visti gli elementi. Enoch, probabilmente fu portato con quell’astronave in America e arrivato con “il sapere di Michele”, lì fondò Tenochtitlán, “la città di Enoch” come aveva fatto prima con Gerusalemme, città del Dio di Abramo sacra per ben tre religioni: ebraismo, cristianesimo e islamismo. l’Astronave per Lui era una casa, “la Casa di Dio”; ed imitarne la costruzione in terra, voleva dire creare un “Paradiso terrestre” riflesso del Paradiso celeste, la “Casa di Dio, la Gerusalemme celeste”. Vi dirò di più dalle mie ricerche ho evidenziato in molti monumenti e artefatti, ceramiche, ecc. che vi erano vascelli volanti allora che solcavano i cieli, vedi “l’occhio di Quetzalcoatl” proveniente da Teotihuacan, sculture di “uomini aquila”, ecc. Quando Enoch giunse in quelle terre, come aveva fatto prima con Sion “la città di Enoch”, fondò Tenochtitlán gli diede una planimetria che, a quanto pare corrispondeva alla rappresentazione della nave celeste “la città di Dio”, che ivi lo aveva lì condotto. Queste erano le usanze, infatti in altri luoghi delle americhe si realizzarono piste e figure che servivano come spazio porto, vedi Nazca, Teothiuacan (la città dove gli uomini divenivano dèi), città dove venivano creati spazi sopra le piramidi dove potevano scendere piccoli velivoli spaziali che servivano per salire e scendere dall’Astronave Madre. Un’antica mappa di Tenochtitlán pubblicata nel 1572,Hogenberg Braun ("Civitates Orbis Terrarum vol. 1" "Mexico, Regia et Celebris Hispaniae Novae Civitas”),per altro, nella planimetria, simile alla Gerusalemme al tempo di Gesù, sembra dimostrare uno schema che ricorda proprio un vascello spaziale paragonabile per analogia, all’Occhio di Quetzalcoatl ed altre raffigurazioni di divinità allora conosciute, dove l’occhio centrale è l’abitacolo dell’astronave è nello stesso tempo il “luogo degli dèi” la “Città di Dio”. Luogo dove venivano eretti i templi religiosi che combaciavano con la sala comando e la plancia di pilotaggio del velivolo che per le popolazioni autoctone era la “Sede divina” e riprodotta per analogia in quanto tale, secondo le misure del cubito sacro.

Probabilmente Enoch aveva avuto il compito di civilizzare le genti presso le americhe come aveva fatto anni prima. Infatti, come già detto, Enoch aveva fondato Sion, Gerusalemme, chiamata anch’essa “città di Enoch”, non a caso, riporta lo stesso schema di costruzione, anche a Gerusalemme c’erano mausolei piramidali e si facevano sacrifici, il tempio di Salomone fu finito di costruire nel X secolo a.C., e fu distrutto dai Babilonesi nel 586 a.C, mentre, secondo le fonti rabbiniche della Torah Orale si iniziò a costruire il Tempio nell'833 a.C., terminato nell'826 a.C. e distrutto 410 anni dopo. Probabilmente era questo il nuovo compito di Enoch, costruire una nuova Gerusalemme nelle americhe a “T-enoch-titlán”. Vi sono testimonianze dei conquistadores spagnoli che affermano ritualità cristiane avvenute a Tenochtitlan: si battezzavano i bambini con l'acqua, si praticava la confessione e la comunione distribuendo pezzetti di pane durante le cerimonie; usanze che praticavano anche i Maya con la celebrazione della " festa dell'acqua", il 16 maggio, mentre l'8 settembre festeggiavano la nascita della Madre del "dio bianco" e la Chiesa proprio quel giorno rievoca la data della natività di Maria; mentre il 2 novembre era il giorno dedicato ai defunti e il 25 dicembre quello in cui si commemorava l'arrivo del Dio bianco; tutto prima che arrivassero i gesuiti. Ci sono troppe coincidenze e questa mia scoperta supporta l’esistenza di un unico ideatore che edificò città simili, probabilmente in tutto il mondo con specifiche misure e simmetrie date dagli “angeli-alieni”. Probabilmente affondata Atlantide, c’era bisogno di un altro luogo dove stabilirsi infatti, come abbiamo visto gli Aztechi giungevano da Aztlán, e secondo alcuni studiosi, Aztlán deriverebbe dalle parole nahuatlaztatl, che significa airone, o uccello dalle piume bianche, e tlan(tli), che significa "posto del": Aztlán; per cui, se ci pensate bene, un’astronave per i popoli primitivi di allora poteva solo essere chiamata così. Queste città hanno un “occhio centrale”, e alla luce di questo è facile capire anche la leggenda egiziana che diceva Seth, il dio del male, aveva strappato a Horus l’occhio sinistro e glielo aveva ridotto in pezzi, ma Thot riuscì a ricomporlo”. A parte tutte le leggende create su questa frase, penso abbia senso pensare che forse gli aveva strappato una città o un veicolo. Troviamo il serpente piumato Quetzalcoatl anche presso gli egizi: un serpente piumato ad ali aperte appare sul trono di Tutankhamon e un altro sui muri della Piramide del Faraone DJoser a Sakkara; vi era sempre la solita contesa che era percepita anche presso gli Aztechi, Tezcatlipōca significa: "specchio fumante" e secondo la mitologia azteca e nahua, era il dio della notte, del nord e delle tentazioni e possedeva uno specchio che sprigionava fumo ed uccideva i suoi nemici; era il rivale naturale di Quetzalcoatl che era descritto esteticamente come una sorta di “Gesù”, significa “serpente ornato di belle piume”, o “serpente delle nubi”, Egli sarebbe nato come tutti gli Avatar o Avatara, “il soffio vitale divino di coloro che discendono”, dal dio del cielo “Mixcoatl” e dalla madre Chipalaian detta “scudo giacente”, diviene facile, ai nostri giorni, pensare cosa significhi ”specchio fumante” o “scudo giacente”. Autori come Taylor Hansen, De La Vega, Simone Waisbarg, Cieza de Leon e Kolosimo, raccogliendo notizie al tempo dei conquistadores spagnoli raccontano di un gigante bianco, barbuto giunto con un tridente ed un serpente, figura analoga a Nettuno il Poseidone di Atlantide, il creatore del mondo, al quale era consacrato anche il tempio di Tiahuanaco. Si racconta che dopo il Diluvio, Viracocha si stabilì nell'isola sul lago Titicaca e plasmò gli uomini d'argilla e vi soffiò dentro la vita, insegnò loro il linguaggio e le scienze per poi andarsene attraversando il mare camminandoci sopra, cioè utilizzando il veicolo che lo aveva fin li condotto. Altro nome di Quetzacoatl e dimora del Dio stesso era Teo-Ti-Hua-Kan. In lingua semita significa Il più grande di tutti gli Dei. Teotihuacan era anch’essa una città consacrata al Sole. I Toltechi e i Nahuas la consideravano come la Mecca per i musulmani, Gerusalemme per gli ebrei e Abidos per gli egizi. Inoltre, secondo molti ricercatori, anche Teotihuacan e costruita secondo le misure del cubito sacro a immagine della Gerusalemme  celeste.

 

 

 

 
 Sopra vedete le due città fondate dal profeta Enoch, è chiara l’assomiglianza planimetrica di Gerusalemme ai tempi di Gesù  con Tenochtitlán ai tempi dei conquistadores spagnoli di Cortés. Tenete conto delle modifiche avvenute nel tempo, ad esempio l’ampliamento del tempio di Salomone a Gerusalemme e molte altre varianti apportate; ma nonostante tutto, ciò non toglie le analogie dello schema progettuale originale, che vede la “Casa di Dio” l’occhio principale che combacia con l’abitacolo di quella che appare essere una sorta di “astronave”, motivo evidente in tutte e due le planimetrie qui sopra proposte.


 
Testo con numerose tavole calcografiche che rappresentano fortificazioni, campi di battaglia, armi e tutto quanto si inserisca nel mondo delle macchine da guerra; incuriosisce l’immagine sopra che sembra rappresentare un astronave, infatti noterete che segue la logica costruttiva delle nostre due città da me prese in considerazione Gerusalemme e Tenochtitlán. Iusti Lipsi Poliorceticōn siue de machinis. Tormentis. Telis. Libri quinque. Ad historiarum lucem. Antuerpiae: ex officina Plantiniana, apud Ioannem Moretum, 1599.

 

 

Non dobbiamo dimenticare che Enoch fu il settimo profeta antidiluviano colui che spiegò a Lamech che i Vigilanti, “gli Arconti, guardiani del cielo” avevano in qualche modo immesso il seme nel grembo di sua moglie senza abusare sessualmente di Lei, Il figlio illegittimo che ne sarebbe uscito, doveva essere chiamato Noè il progenitore di una nuova stirpe di uomini dopo il diluvio. Infatti pare che il diluvio fosse stato programmato dagli “Arconti divini”. Enoch, a tal proposito, era stato istruito dagli “Arconti, Angeli messaggeri”, sapeva come costruire l'arca e come salvare gli esseri viventi sulla terra. Stiamo parlando sempre dello stesso Enoch che “camminò con Dio”, rapito da un carro di fuoco con la promessa, per l’appunto; che un giorno sarebbe ritornato sulla terra dopo molti anni. Apparirà chiaro, come ho evidenziato anche nel mio ultimo libro di profezie: Tempo si sapere 2012-2050 che esiste un piano divino a cui l’Umanità è soggetta. Noterete l’importanza dei cicli stagionali e della natura per Enoch; infatti i popoli meso-americani, non a caso, avevano una grande paura che il cielo cadesse e nella loro “ignoranza” o per mantenere vivo un “maligno potere gerarchico sacerdotale”, hanno iniziato a sacrificare vite umane con la scusa di mantenere propizio il ciclo stagionale che forniva al popolo tutto ciò serviva alla loro sopravivenza; diviene naturale pensare che qualche sovrano “illuminato” attendesse il ritorno di qualche divinità che arrivasse a mettere fine alle orrende ritualità messe in atto dalla classe sacerdotale. In realtà a Tenochtitlán giunse Cortès non le divinità che contattarono Enoch, che erano Angeli, arcangeli, o meglio “messaggeri dell’arca”; è ovvio pensare che questi oggi si chiamerebbero “Extraterrestri” che allora diedero l’imput a costruire Il Tempio di Gerusalemme ed i templi di Tenochtitlán, che ovviamente, divennero costruzioni associate alle manifestazioni della vita religiosa, sociale, militare e politica sia nazionale che internazionale; e perciò furono centri di culto, o meglio la "Casa di Dio", quella “Nave madre” che vedevano in cielo e che riprodussero in terra nelle planimetrie delle loro città, come testimonianza della loro venuta. In tutto il mondo affiorano scoperte simili che rievocano antiche civiltà, come la vetta piramidale del Kailash, sacra per molti culti; od il Choistan, dove furono ritrovate  carte celesti antiche di 15.000 anni, od Il deserto del Tacla Macan con resti vetrificati di antiche costruzioni, o come quello del Gobi con la mitica Shamballa la città di smeraldo capitale di Agarthi ed ancora Il fiume di Srinagar, il Jhelum, che si getta nel Chenab, affluente dell'Indo, nella cui valle si trova la mitica Moenhjo Daro; l'antica Lanka di Ravana, citata nel Ramayana, ecc.. Non a caso Altri ricercatori individuarono luoghi del genere si pensi ad esempio il riferimento nella letteratura sumerica al sito di Tiahuanacu, riportato in auge sempre da Zecharia Sitchin nel suo libro: “il libro perduto del dio Enki” dove troviamo una traduzione di alcune tavolette sumeriche che pare raccontare l’arrivo degli “Arconti celesti” nelle americhe. Più specificatamente nel secondo paragrafo dell’11a tavoletta a pag. 258 scrive:“Questa è ora la storia del perché, nel paese lontano (il Sud America, in Bolivia, n.d.r.), fu costruito un nuovo luogo dei carri (uno spazioporto), e dell’amore di Dumuzi (figlio minore di Enki,delegato alla pastorizia nel suo regno in Egitto) e di Inanna (figlia di Nannar e Ningal, gemella di Utu, signora di Uruk e di Harappa), che Marduk (primogenito di Enki e Damkina, venerato come Ra in Egitto) distrusse, causando la morte di Dumuzi. Accadde dopo la contesa fra Horus (dio egizio chiamato Horon nella tradizione sumera) e Seth (figlio di Marduk e Sapanit, dio egizio conosciuto come Satu nella tradizione sumera) e dopo la battaglia aerea nei cieli di Tilmun (“Terra dei missili”, la Quarta Regione nella penisola del Sinai). Enlil (figlio di Anu e Antu e capo della colonia terrestre degli Annunaki) convocò i suoi tre figli in consiglio. Preoccupato per quanto stava accadendo, disse loro: all’inizio creammo i Terrestri a nostra immagine e somiglianza. Ora, invece, i discendenti degli Annunaki sono diventati a immagine e somiglianza dei Terrestri! Prima Caino uccise suo fratello, ora un figlio di Marduk è l’assassino del proprio fratello! Per la prima volta un discendente degli Annunaki, dai Terrestri ha formato un’esercito. Nelle loro mani ha posto armi di un metallo particolare, un segreto degli Annunaki! Dai giorni in cui la nostra legittimità venne sfidata da Alalu (re deposto di Nibiru dopo la guerra nord-sud) e Anzu (pilota di navicella spaziale e primo comandante della Stazione di Passaggio su Marte), gli Igigi (i trecento Annunaki assegnati alle navicelle spaziali e alla Stazione di Passaggio su Marte) hanno continuato a creare problemi e a violare le regole. Ora le vette che fungono da faro (le piramidi di Giza, in Egitto) si trovano nella terra di Marduk, il Luogo dell’Atterraggio (lo spazioporto a Baalbek, in Libano) è controllato dagli Igigi. Ora gli Igigi avanzano verso il Luogo dei Carri. In nome di Seth rivendicheranno per loro tutte le stazioni Cielo-Terra! Questo disse Enlil ai suoi tre figli; propose dunque di adottare delle contromisure: dobbiamo creare in segreto un’installazione alternativa Cielo-Terra! Che sia creata nella terra di Ninurta (dio di Lagash, primogenito di Enlil e Ninmah, trovò altre fonti d’oro nelle Americhe), al di là degli oceani, in mezzo a Terrestri a noi leali! Fu così che la missione segreta venne affidata nelle mani di Ninurta. Nelle Terre delle Montagne (in Bolivia), al di là degli oceani, accanto al grande lago (il Titicaca), costruì un nuovo Legame Cielo-Terra, lo circondò con un recinto. Ai piedi delle montagne, dove erano disseminate le pepite d’oro, scelse una pianura con terreno stabile; vi tracciò i segni per l’ascesa e per la discesa. Le stazioni sono primitive, ma serviranno bene allo scopo! Così dichiarò Ninurta al padre: da lì possono proseguire le spedizioni di oro su Nibiru, anche noi, in caso di necessità, possiamo da lì ascendere!”. Eric Von Daniken, non da meno, su indicazione di Karl Maier  localizzò in Kashmir  a 30 Km da Srinagar, il "Tempio degli Ebrei", "Tempio del Sole" o "Tempio dei Giudei", evidenziato nella nota visione di Ezechiele. Infatti in loco furono rilevate radiazioni sopra un grande parallelepipedo di pietra e accanto al tempio  sgorga un ruscello, che s'ingrossa fino a diventare fiume nella valle, mentre sullo sfondo si erge la catena montuosa dell'Himalaia, il monte "altissimo" descritto dallo stesso Ezechiele quando dice: " Nell'anno 35° della nostra deportazione, all' inizio dell'anno, il dieci del mese, quattordici anni dopo la conquista della città (la caduta di Gerusalemme, avvenuta nel 587), proprio in quel giorno, la mano di Jahvè di posò su di me e mi trasportò laggiù. Mi trasportò in visioni divine nel paese di Israele e mi depose su un monte altissimo, dove mi stava di fronte qualcosa come la costruzione di una città. Mi trasportò dunque là, ed ecco un uomo che dall'aspetto pareva di bronzo, con una corda di lino e una canand a misura in mano ed era fermo sulla porta. Egli mi rivolse la parola: "Figlio dell'uomo, guarda attentamente, ascolta con attenzione e poni mente a tutte le cose che ora ti indicherò, sei stato, infatti, portato qui perché io te le mostri”. In un passo del libro  di Enoch leggiamo: “Uno strano figlio ho generato. Non è come ogni altro essere umano, ma mi sembra il figlio degli angeli del cielo, perché diverso è il suo aspetto, ed egli non è come noi… Non mi sembra figlio mio, ma degli angeli. Non a caso si trovano tracce di questi esseri giganteschi, sotto forma di geoglifi”, in Cile (il gigante di Tarapacanel deserto dell’Atacama, alto 95 metri e largo 20 metri) e in altre parti del mondo: nel Sud America, negli USA. A prova di questi racconti, nel 1870 l’indiano Frank La Fleche divulgò la notizia del ritrovamento di otto giganti da parte degli indiani Omaha, gli stessi narrano antiche leggende di giganti chiamati Mu a Luskha, giunti per primi dall’Oceano Pacifico sulle coste americane a distruggere le tribù native e a stuprare le loro donne fondando poi le loro città e guarda caso, proprio in quelle zone sono stati ritrovati numerosi teschi di 60 cm.
 


 

L’Occhio di Quetzalcoatl da me scoperto, “datato circa VIII secolo d.C., ma forse immagine molto più antica,” proveniente da Teotihuacan a confronto, con il bassorilievo olmeco trovato su una parete di roccia basaltica a Cerro de la Cantera, Chalcatzingo Morelos, in Messico, con la Navicella in argilla di Tropakkale, trovata nel sito, anticamente noto come Tuspa, in Turchia e con l’immagine della stele di Palenque, il sarcofago del re Maya Pacal, vissuto nel VII secolo d.C.. Notare la similare rappresentazione dell’uccello sacro Qetzal.

 

I *disegni abbozzati nel 1870 da pioniere Carrizo Plain Maria Brumley Noyes, riproducenti alcuni pittogrammi provenienti da un sito sacro cerimoniale dei nativi americani, ”indiani Chumash”, presso la Rocca Carisa che si trova nella piana di Carrizo nella parte orientale del San Luis Obispo County, California. Notare il confronto con l’Occhio di Quetzalcoatl dove i tratti essenziali delle immagini sembrano rappresentare lo stesso oggetto. Bisogna considerare che se mettessimo 10 persone a disegnare lo stesso oggetto avremmo rappresentazioni diverse, in base alla capacità artistica individuale, che però, come in questo confronto, avrebbero tratti essenziali comuni. Anche nel nord America  si videro queste astronavi ed i loro popoli conoscevano le città sacre come Tiahuanaco, infatti gli Apaches in Arizona, consideravano Tiahuanaco un centro del loro leggendario passato e la descrissero, senza averla mai vista, ricordando la statua del Bianco Barbuto. (Image Painted Rock Pictograph Collection, Cal Poly).

  

Un  importante reperto di arte pre-colombiana proveniente da una collezione tedesca, che rappresenta in dettaglio una figura con l’apparecchiatura preposta al volo


 
Antichi stampi precolombiani Jamacoaque trovati in Ecuador che ripercorrono i tratti “dell’Occhio di Quetzalcoatl”, un veicolo che solcava i cieli precolombiani, affianco una curiosa testa della cultura Cerro Narrio, sempre proveniente dall’Ecuador che sembra portare un copricapo da pilota notare la somiglianza con i “Guerrieri aquila”, le tre protuberanze indicherebbero il pianeta venere. Infine un vaso in ceramica della cultura Chimu che sembra un piccolo velivolo spaziale pilotato dal “dio del grano”.

Dopo la sopracitata ricerca vi chiedo di mettere a confronto le planimetrie di Gerusalemme e di Tenochtitlán e le Astronavi che pare siano in orbita sopra la terra e che alcuni dicono di aver fotografato nel cielo. A volte in cielo si vedono muoversi luci che scambiamo per stelle, ma chi ci dice che quelle non siano astronavi?.Tempo fa, dopo alcuni malfunzionamenti del Telecopio Hubble alcuni astronauti lasciando un puntamento casuale a terra è apparsa questa immagine che segue, chiamata “New Jerusalem”, per cui molti sostengono che la Nasa e le autorità sappiano molto bene dell’esistenza di queste città spaziali. Non si sa quanto attendibili siano le fonti, ma dopo tutte queste corrispondenze permetterete che anche a uno scettico qualche dubbio possa sorgere sull’esistenza aliena che da sempre ha influenzato l’umanità.


A sinistra la foto giunta dal Telecopio Hubble a confronto con un UFO (la gloria degli Elohim?) apparso a Gerusalemme all'una di notte del 28 gennaio 2011, sul Monte Sion e la Cupola della Roccia/Monte del Tempio. Dopo il terzo cielo che qui di seguito leggerete, vi propongo il quinto cielo dell'Odissea spaziale del Profeta Baruk, così abbiamo più chiaro da subito cosa sia la Gloria del Signore”, leggiamo: E l'Angelo disse: "ascoltami Baruk! Tutto ciò che ti ho mostrato sta nel primo e nel secondo cielo mentre nel terzo cielo c'è il Sole ma ora attendi e vedrai la Gloria del Signore".... "Mentre parlavo così con lui vedo l'uccello, e diviene visibile di fronte a me e cresce sempre di più ed infine diviene completamente visibile e dietro di lui vedo il Sole brillare e con lui gli angeli che lo tirano ed una corona brillare, una visione cui non possiamo rivolgere gli occhi per fissarla". "Contemporaneamente, mentre il Sole brillava e la Fenice estendeva le sue ali ... io scappai sbigottito" .... ma l'Angelo mi disse: "non temere Baruk, e potrai vedere anche il suo tramonto". Apparirà chiaro che la "Gloria del Signore" è un’Astronave madre con tutte le sue luci e le sue scie lasciate dai motori. Poi nel quinto cielo si legge:"E l'Angelo mi prese di lì e mi condusse in un quinto cielo".  La porta era chiusa. Dissi: "Oh Signore! Questa porta non verrà aperta così che possiamo attraversarla?" E l'Angelo mi disse: "Noi non potremo avanzare finchè non giunga Michele, che conserva le chiavi del regno dei Cieli ma tu attendi e potrai vedere la Gloria di Dio"... "E si ebbe un rombo violento".
La "Gloria di Dio" si manifesta con un frastuono, evidentemente Baruk e l'Angelo si trovano in un locale isolato dallo spazio esterno, con un'atmosfera che permette alle onde sonore di propagarsi. "Ed ecco si sente una voce. Si aprono le porte! E si ode uno stridore forte come il rombo del tuono e venne Michele e l'Angelo che mi accompagnava gli andò incontro."

Nel web gira anche il nome di John Lenard Walson, che secondo alcune fonti, avrebbe scoperto un sistema per potenziare i piccoli telescopi e avrebbe fotografato enormi macchine spaziali in orbita sopra la nostra testa. Nelle foto che seguono trovate alcuni fotogrammi dove vengono mostrate altre macchine misteriose in orbita sopra la terra. Se le foto sono autentiche? Mi sembra che non siano ne riflessi, ne lanugine sulle lenti dell’osservatore. Poi, non a caso, mi pare che queste navi assomiglino all’Arcadia, l’Astronave di Capitan Harloch un manga di fantascienza scritto e illustrato da Leiji Matsumoto, serializzato dalla Akita Shōten dal 1977 al 1979. Vi ricordo che l’Arcadia nella mitologia è “il luogo, il nascondiglio degli dèi”, Questo cartone animato, in Italia fu pubblicato interamente solo nel 2001 dalla Panini Comics e fu adattato anche in una serie televisiva anime diretta da Rintarō e prodotta dalla Toei Animation. La serie fu trasmessa in Giappone su TV Asahi dal 1978 al 1979, mentre in Italia fu trasmessa su Rai 2 nel 1979. Di recente fu fatto anche un film d'animazione al computer di Capitan Harlock, proprio nel 2013. C’è da chiedersi se stanno preparando le nuove generazioni a questa realtà, mentre altri vietano proiezioni del film sugli Elohim.

 

Fotogrammi di Astronavi da John Lenard Walson


Qui sopra, foto grande del tempio di Thutmosis III e Mentuhotep IIin Egitto a confronto con la “Navicella” in argilla di Tropakkale trovata nel sito, anticamente noto come Tuspa, in Turchia e con le foto di astronavi attribuite a John Lenard Walson. Apparirà chiara la geometria essenziale delle raffigurazioni che trova corrispondenza con tantissimi artefatti e città antichi come con il tempio ebreo sotto a destra qui rappresentato in un incisione del 1570 . Nella raffigurazione che segue vedete i geroglifici della tomba di Thutmose III che, a quanto pare, fece addirittura costruire il tempio ad immagine dell’astronave, di ciò che considerava un grande avvenimento, “l’incontro con gli dèi del cielo”.


Tomba di Thutmose III – Antichi geroglifici raccontano di un evento soprannaturale avvenuto in Egitto proprio durante il regno del faraone Thutmose III. Secondo le incisioni, un cerchio di fuoco apparve nel cielo di notte, per poi moltiplicarsi nel corso dei giorni successivi. I cerchi salirono poi verso il cielo, fino a scomparire. Vedete il confronto con un reperto maya, una curiosa ciottola in terracotta precolombiana proveniente dalla Costa Rica (Misure 8 1/2 x 5 pollici), parte di una raccolta dell’ambasciatore statunitense in Nicaragua James Daniel Theberge (1975-1977).


Altra curiosa planimetrie del tempio di Luxor

 


Sopra  modello dell’Arcadia di capitan Harloch a confronto con i fotogrammi di John Lenard Walson

 

Probabilmente nei prossimi anni verranno rivelati ufficialmente i veri tutori della Terra che ora vegliano dall’alto dalle loro astronavi in orbita nello spazio, almeno cosi ci lasciò detto Enoch quando disse: Poi porterò un diluvio sulla Terra, e questa sarà gettata in un grande caos. Ed io lascerò sopravvivere un unico giusto (Noè?) con la sua famiglia, che lavorerà in accordo con la mia volontà, dal loro seme sorgerà più tardi un’altra razza, numerosissima ed insaziabile. Poi colui che ha allevato que­sta razza rivelerà i libri delle tue scritture e quelle dei padri tuoi, attraverso i quali saranno rivelati chi sono i tutori della terra agli uomini di fede e diranno loro di questa razza, ed essa sarà glorificata dopo più che prima” (Il libro segreto di Enoch, 35, 1, 2, 3 testo B). Per chi volesse approfondire queste tematiche può leggere il mio recente libro: Tempo di sapere 2012-2050 edito da Europa edizioni o visitare il mio sito: www.artealiena.it.

 

A volte queste navi spaziali scendono dal cielo e si avvicinano a Noi. Vediamo qui sopra a sinistra una foto del 2015 scattata nel comune di  Vairano in provincia di Caserta  (Campania); alcuni credono sia un particolare evento atmosferico, ma a me pare una forma di occultamento di una nave ferma a mezz’aria sopra il celo. A fianco un avvistamento in Austria documentato da una  fotografia scattata con un telefono Smartphone il giorno 26 novembre 2014,  da un cittadino austriaco, residente a Vienna, notate la forma della nave che corrisponde perfettamente alle altre immagini che vi ho proposto con questo  mio studio.  Gli esperti del centro ufologico non hanno potuto far altro che constatare l’autenticità del fotogramma, che riproduce una sorta di velivolo alieno.






O profeta Enoque, fundou duas cidades imitando a astronave Gloria de Deus, citada no Apocalipse.

Fiz uma interessante descoberta, em que o Profeta Enoque foi fundador de Jerusalem e Tenochtitlan, estas foram construidas imitando a imagem da nave espacial ,que o Profeta mantinha contato visual e fisico.
Neste artigo vou destacar a minha descoberta recente que revela a analogia da antiga planimétrica arquitetura de duas cidades importantes, como Jerusalém e Tenochtitlan, fundada, aparentemente, pela bíblia,em que o profeta Enoque com a ajuda de deuses que hoje podemos chamar de extraterrestres ; Além disso, podemos comparar com as supostas imagens das naves espaciais que alguns acreditam que existem em órbita em torno do nosso planeta hoje. Enoque foi um dos profetas escolhidos pelo homem, que se tornaram "um profeta a serviço de Deus", eles construíram estas cidades em imitação, um símbolo e reflexo da "Casa de Deus". Reconheceu no navio "celestial" ou "glória celestial" então olhando para o céu e viram o amanhecer da humanidade.
Enoque informado , que hoje o homem aprendeu sobre as construçoēs das primeiras cidades com "critérios sagrados" revelado a ele e depois transferido para os judeus , a Abraão, Salomão e Ezequiel, para os templos de Israel, e depois também foram reveladas ao povo. Apóstolo Jovens em Apocalipse 21, 16-17, ela descreve as medidas da "Jerusalém celeste". Avalie comparações que eu proponho, recordando as palavras do apóstolo João que a revelação sobre o novo futuro "Jerusalém celeste", não surpreendentemente, ele escreveu: "Eu vi a cidade santa, a nova Jerusalém, que descia do céu ' adiante designado por Deus, como uma esposa ornamentada para o seu marido "(Apocalipse 21: 2); pergunte a si mesmo que cidade desce do céu? Que cidade voando aparecerá no ar entre o céu e a terra? Também perguntar-se o que Jesus quis dizer quando disse a Natanael: "Você vai ver coisas maiores do que estas" ... "Em verdade, em verdade vos digo: vereis o céu aberto e os anjos de Deus subindo e descendo sobre o Filho do homem? "(Jo 1,47-51).