Le
Pietre magiche della Valmareno
Di Lucio Tarzariol
Nel
lontano 1966 una curiosa storia accade a tre ragazzi di tre paesi
della vallata tra Pieve di Soligo, Cison di Valmareno e Tarzo,
precisamente a Mauro, Cinzia e Lucio. In quel periodo la Vallata
stava passando un brutto periodo tra alluvioni, frane e strane
malattie ai castani, al verde in genere che stava dissecando i
boschi. Una sera di luna piena, questi ragazzi fecero uno strano
sogno: gli apparve una figura di luce verde dalle sagome umane e gli
sussurrò che la sera seguente avrebbero dovuto andare nel bosco del
Castelaz a Cison di Valmareno. Questi tre ragazzi di circa 15 anni,
sebbene non si conoscessero, decisero indipendentemente di andare nel
bosco del Castellaz, come indicato dalla misteriosa figura luminosa
del sogno.
Ognuno
per se la sera dopo intrapresero il cammino verso il bosco e ivi
giuntevi si incontrarono all’inizio del sentiero e incuriositi uno
dell’altro iniziarono a conoscersi, e subito venne a galla il fatto
che avevano avuto un sogno comune che li portava li in quel cupo
posto non privo di mistero. Non fecero a tempo di chiacchierare cinque
minuti che subito videro da lontano un percorso di ceppi di luce che
menava all’interno del bosco. Uno di Loro di nome Lucio disse che
non c’era da aver paura quei ceppi erano soltanto legno di pioppo
che stava marcendo come aveva saputo da suo Padre. Fu così che,
assieme, si inoltrarono nel bosco seguendo i ceppi luminosi di
pioppo, ben presto però rimasero allibiti, vedendo infondo ad uno
spiazzo tre luci verdi, presero coraggio ed andarono a vedere da
vicino cosa fossero quelle luci verdi ed giunti sul posto videro che
erano solo tre semplici pietre che emettevano una strana luce verde.
Dopo aver aspettato qualche minuto decisero che forse era meglio che
ognuno di loro si prendesse una pietra e tornasse a casa propria,
dato che ormai era tardi ed i famigliari potevano preoccuparsi
dell’loro ritardo, e così fecero.
Da
quel giorno ognuno di loro seguì il proprio destino, portandosi
sempre con se la pietra verde in ricordo di quel curioso fatto,
considerandola un porta fortuna. Giunti all’età matura e visto che
in quel periodo non c’era lavoro in Italia, ben presto decisero di
andarsene all’estero. Mauro se ne andò in America, divenne un
ingegnere meccanico, Cinzia divenne una giornalista e si trasferì in
Germania, mentre Lucio continuò la sua passione per l’arte e
divenne artista di fama mondiale trasferendosi in Brasile. Vent’anni
dopo questi tre ragazzi Mauro, Cinzia e Lucio, che ormai avevano solo
un lontano ricordo della loro comune avventura, sempre in una notte
di luna piena ebbero, ancora una volta la stessa visione avuta nel
passato sogno comune che, questa volta, gli impartiva l’ordine di
tornare nella loro valle nativa della Valmareno e di ripercorrere lo
stesso tragitto percorso vent’anni prima per riposizionare le
pietre dove le avevano trovate. Nonostante gli impegni di ciascuno,
la forza emanata dalla visione del sogno, era tale da costringerli a
ritornare a casa, così sentirono la priorità di programmare il
viaggio di ritorno per adempire al loro compito; e così fecero.
Nella
sera indicata dal sogno si trovarono tutti e tre ancora una seconda
volta all’inizio del sentiero che menava al Castellaz. Ognuno con
la propria pietra verde in mano racconto in breve la propria vita e
le proprie esperienze e poi si inoltrarono verso la meta ancora una
volta illuminata dai pioppi marciti. Giuntevi misero le tre pietre
verdi dove le avevano trovate vent’anni prima ed all’improvviso
apparve innanzi a tutti è tre i ragazzi, ormai uomini, una presenza
luminosa verdognola che disse di essere l’anima della Valmareno e
convincendoli raccontò loro che non potevano più partire e
dovrebbero essere rimasti nei loro posti nativi, altrimenti la
Montagna sarebbe crollata in quanto le anime del posto che ivi vi
vivevano non avrebbero avuto la forza di sostenerla.
Sentito
ciò i tre avventurieri percependo che tale racconto non era una
favola, ma una realtà che per quanto impossibile era veritiera e si
celava in conoscenze metafisiche che l’uomo, ancora poco conosceva,
decisero di rimanere.
Ben
presto il territorio tutt’attorno che stava morendo iniziò a
rinverdire rigogliosamente ed i tre ormai divenuti amici vissero la
Loro vita nella zona convinti che quelle pietre in realtà erano le
loro anime e che quando furono costretti dalla crisi ad andarsene la
“Natura” del loro territorio, privandosene, ha voluto che se le
portassero via per proteggerli, ma poi a dovuto richiederne il
ritorno per mantenere vivido quel legame con il territorio, che è
“Vita” e radice dell’Esistenza.
20
agosto 2014 .
Tarzariol Lucio