giovedì 7 maggio 2015

OPERA UNO ANTOLOGIA 12 . UNA STORIA DELL'ARTISTA LUCIO TARZARIOL DA CASTELLO ROGANZUOLO SUI PAESI DI PIEVE DI SOLIGO; CISON DI VALMARINO E TARZO



Le Pietre magiche della Valmareno
Di Lucio Tarzariol

Nel lontano 1966 una curiosa storia accade a tre ragazzi di tre paesi della vallata tra Pieve di Soligo, Cison di Valmareno e Tarzo, precisamente a Mauro, Cinzia e Lucio. In quel periodo la Vallata stava passando un brutto periodo tra alluvioni, frane e strane malattie ai castani, al verde in genere che stava dissecando i boschi. Una sera di luna piena, questi ragazzi fecero uno strano sogno: gli apparve una figura di luce verde dalle sagome umane e gli sussurrò che la sera seguente avrebbero dovuto andare nel bosco del Castelaz a Cison di Valmareno. Questi tre ragazzi di circa 15 anni, sebbene non si conoscessero, decisero indipendentemente di andare nel bosco del Castellaz, come indicato dalla misteriosa figura luminosa del sogno.
Ognuno per se la sera dopo intrapresero il cammino verso il bosco e ivi giuntevi si incontrarono all’inizio del sentiero e incuriositi uno dell’altro iniziarono a conoscersi, e subito venne a galla il fatto che avevano avuto un sogno comune che li portava li in quel cupo posto non privo di mistero. Non fecero a tempo di chiacchierare cinque minuti che subito videro da lontano un percorso di ceppi di luce che menava all’interno del bosco. Uno di Loro di nome Lucio disse che non c’era da aver paura quei ceppi erano soltanto legno di pioppo che stava marcendo come aveva saputo da suo Padre. Fu così che, assieme, si inoltrarono nel bosco seguendo i ceppi luminosi di pioppo, ben presto però rimasero allibiti, vedendo infondo ad uno spiazzo tre luci verdi, presero coraggio ed andarono a vedere da vicino cosa fossero quelle luci verdi ed giunti sul posto videro che erano solo tre semplici pietre che emettevano una strana luce verde. Dopo aver aspettato qualche minuto decisero che forse era meglio che ognuno di loro si prendesse una pietra e tornasse a casa propria, dato che ormai era tardi ed i famigliari potevano preoccuparsi dell’loro ritardo, e così fecero.
Da quel giorno ognuno di loro seguì il proprio destino, portandosi sempre con se la pietra verde in ricordo di quel curioso fatto, considerandola un porta fortuna. Giunti all’età matura e visto che in quel periodo non c’era lavoro in Italia, ben presto decisero di andarsene all’estero. Mauro se ne andò in America, divenne un ingegnere meccanico, Cinzia divenne una giornalista e si trasferì in Germania, mentre Lucio continuò la sua passione per l’arte e divenne artista di fama mondiale trasferendosi in Brasile. Vent’anni dopo questi tre ragazzi Mauro, Cinzia e Lucio, che ormai avevano solo un lontano ricordo della loro comune avventura, sempre in una notte di luna piena ebbero, ancora una volta la stessa visione avuta nel passato sogno comune che, questa volta, gli impartiva l’ordine di tornare nella loro valle nativa della Valmareno e di ripercorrere lo stesso tragitto percorso vent’anni prima per riposizionare le pietre dove le avevano trovate. Nonostante gli impegni di ciascuno, la forza emanata dalla visione del sogno, era tale da costringerli a ritornare a casa, così sentirono la priorità di programmare il viaggio di ritorno per adempire al loro compito; e così fecero.
Nella sera indicata dal sogno si trovarono tutti e tre ancora una seconda volta all’inizio del sentiero che menava al Castellaz. Ognuno con la propria pietra verde in mano racconto in breve la propria vita e le proprie esperienze e poi si inoltrarono verso la meta ancora una volta illuminata dai pioppi marciti. Giuntevi misero le tre pietre verdi dove le avevano trovate vent’anni prima ed all’improvviso apparve innanzi a tutti è tre i ragazzi, ormai uomini, una presenza luminosa verdognola che disse di essere l’anima della Valmareno e convincendoli raccontò loro che non potevano più partire e dovrebbero essere rimasti nei loro posti nativi, altrimenti la Montagna sarebbe crollata in quanto le anime del posto che ivi vi vivevano non avrebbero avuto la forza di sostenerla.
Sentito ciò i tre avventurieri percependo che tale racconto non era una favola, ma una realtà che per quanto impossibile era veritiera e si celava in conoscenze metafisiche che l’uomo, ancora poco conosceva, decisero di rimanere.
Ben presto il territorio tutt’attorno che stava morendo iniziò a rinverdire rigogliosamente ed i tre ormai divenuti amici vissero la Loro vita nella zona convinti che quelle pietre in realtà erano le loro anime e che quando furono costretti dalla crisi ad andarsene la “Natura” del loro territorio, privandosene, ha voluto che se le portassero via per proteggerli, ma poi a dovuto richiederne il ritorno per mantenere vivido quel legame con il territorio, che è “Vita” e radice dell’Esistenza.
20 agosto 2014 .

Tarzariol Lucio