lunedì 12 agosto 2019

Scoperte le tracce della misteriosa chiesetta di San Michele al Mondragon di Tarzo. Di Lucio Tarzariol da Castello Roganzuolo


 
 
 


Rilievi archeologici dello strato di superfice  affioranti nell’luogo del ritrovamento.



Bozza planimetrica e ricostruzione dell’alzato della chiesetta di San Michele a cura di Lucio Tarzariol e Gioele Camatta.

  Dopo la ricerca sul Castello di Mondragon che mi ha portato a evidenziare la reale conformità del sito collinare al Mondragon di Tarzo che effettivamente riproduce le fattezze di un drago e che probabilmente ispirò l’etimologia dell’omonima località denominata “Mondragon da monsdraconis, letteralmente altura del serpente”. Volendo approfondire l’esistenza di altri edifici e pertinenze nella zona dove si dice vi fosse il Castello, vedi ad esempio la torretta longobarda di guardia denominata “la Pica” o le “Prigioni” nella proprietà di Del Puppo Maurizio, che apre ricerche e molti interrogativi sul suo utilizzo in epoca antica. Mosso da questi fini e propositi assieme allo storico Martino Mazzon e al laureando in archeologia Gioele Camatta, di recente, abbiamo voluto verificare l’esistenza di un’antica chiesetta dedicata a San Michele nei d’intorni, per l’appunto, vicino al castello di Mondragon, per la quale anche don Basilio Sartori nel suo libro “Tarzo” Signor d’antica Terra, rimase vago circa la sua ubicazione; affermando solo, richiamando il Tomasi, che: “Se ne vedevano i ruderi delle fondamenta fino al 1984, quando vi fu costruita una casa sopra”.
  Guarda caso molte sono le Testimonianze verbali contrastanti raccolte in zona dell’esistenza di questa chiesetta e di un edificio crollato. Una notizia interessante recente ci è giunta soprattutto dall’intervista raccolta da Maurizio Del Puppo, che a quanto pare, fu il primo a identificarne l’ubicazione reale; infatti, lavorando come imprenditore edile, più di una decina di anni fa, ha raccontato che scavando proprio in zona Arfanta in occasione di uno sbancamento di materiale pietroso aveva rinvenuto il perimetro e l’abside della chiesetta tanto cercata anche dal vecchio parroco di allora e che il Signor C. in loco affermava essere, per l’appunto sotto casa sua, ma a quanto pare così non era in quanto le tracce dell’edificio sono emerse solo nelle vicinanze.
  Volendo accertare la veridicità su queste affermazioni contrastanti, sabato 10 agosto mi sono recato a Tarzo e sempre assieme allo storico Martino Mazzon e il laureando in archeologia Giolele Camatta, informato del caso; dopo un breve cammino ci siamo recati in loco, esattamente dove il  Signor Maurizio aveva lavorato molti anni prima. Abbiamo individuato subito la zona che evidenziava un cumulo di terreno in evidenza, senza evidenti rilievi di pietre in superfice, ma appena saggiata la superficie sono apparse subito le evidenti rovine e pietre squadrate che hanno fatto pensare ad un edificio crollato di piccole dimensioni con una presunta abside. La gente del posto già da moliti anni aveva individuato l’edificio senza dargli particolare importanza e le pietre compresi gli architravi timpanati delle finestrelle della chiesa, con il passare del tempo, vennero in parte raccolte e riutilizzate per costruire altri edifici del circondario.
  Il Sartori nel suo libro ci fa sapere che probabilmente questa chiesetta era una “Cappella castrenze” dedicata all’arcangelo San Michele, la sua prima attestazione risale al 1550 ma poi non venne più ricordata nei testamenti Arfantesi. Rimane ovvio pensare che se il Mondragon con il suo castello sembra risalire al periodo longobardo, probabilmente risulta facile immaginare come ci dice il Sartori, che lassù i longobardi avessero insediato una guarnigione di soldati armati chiamati “Dragoni” e che vi fosse una chiesetta dedicata a San Michele che era un santo caro ai longobardi e assunto dalle politiche e ideali all'interno della “gens Langobardorum” nell'opera di conversione avviata dal papa San Gregorio Magno e dalla regina Teodolinda (circa 589-626) figlia del duca Garibaldo re dei Bavari e sposa del re longobardo Autari, nota ispiratrice di tante leggende anche in zona visto che di essa non si conoscono con certezza nemmeno la data e il luogo di nascita.
   San Michele era un santo guerriero per eccellenza, difensore del popolo cristiano, nella tradizione cristiana aveva il compito di condurre le anime in giudizio davanti a Dio, infatti, come pesatore delle anime, veniva raffigurato spesso con la spada e la bilancia. A tal proposito incuriosisce il fatto che proprio nella vicina chiesa parrocchiale di Arfanta ci sia una tavola dipinta da Francesco da Milano dove appare un San Michele in armatura medioevale in atto di trafiggere un demone.
  Stiamo ora lavorando su un libro dedicato ai castelli del territorio di Tarzo che uscirà con tutti i dettagli anche di questa scoperta. Una scoperta della quale verrà data apposita informazione alle autorità competenti per ulteriori indagini che andranno ad aggiungersi alle altre informazioni inedite che pubblicheremo nel testo sui castelli del territorio.