domenica 5 marzo 2017

PUBLICATO A LIVELLO NAZIONALE SULLA RIVISTA ARCHEO MISTERI DEL CUN L'ULTIMO STUDIO DELL'ARTISTA E RICERCATORE LUCIO TARZARIOL DA CASTELLO ROGANZUOLO: I SEGRETI OCCULTI DI ORIONE E L'ORIGINE DELLA "CREAZIONE" Articolo di Lucio Tarzariol













Uscito anche l'incredibile e illuminante romanzo di Lucio Tarzariol:
"L'Uomo che parlò con Dio" 
Disponibile in e book su: https://www.amazon.it, IBIS, ecc.



Per sommi capi ripropongo alcune teorie e intuizioni che farebbero supporre, ancora una volta, il fatto che un tempo alcuni esseri alieni provenienti da Orione giunsero a colonizzare il nostro pianeta interagendo con i primi abitanti del pianeta rendendoli senzienti e dando loro un credo religioso di stampo cosmico, indicandogli l’origine di tutte le cose. Questi  “Esseri”, Archetipi della “Creazione”, sarebbero giunti da quel grande fazzoletto di spazio a cui le arcaiche civiltà erano particolarmente legate praticando un “Culto stellare”. Non a caso, leggiamo negli Testi delle Piramidi egizi: "Il re è una stella che illumina il cielo" (PT 1455);…. "Guardate il re sorge come una stella che si trova sul lato inferiore del cielo" (TP 347);… "Il re, una stella luminosa che giunge da lontano. il re appare come una stella" (TP 262).
Ora sappiamo dell’interesse dei nostri antenati per la costellazione di Orione che appare lungo l’equatore celeste ed è visibile a tutte le latitudini della Terra; sappiamo anche che li vi si trova la brillante Nebulosa di Orione conosciuta anche come Messier 42, una delle nebulose diffuse più brillanti del cielo notturno, facilmente individuabile a sud del famoso asterismo della Cintura di Orione, al centro della nota Spada di Orione; posta ad una distanza di circa 1270 anni luce dalla Terra, si estende per circa 24 anni luce ed è una regione di grande attività e di formazione stellare, la più vicina al nostro Sistema solare. Non è un caso che la Nebulosa di Orione venga definita come una "fornace" in cui le stelle prendono vita. Varie osservazioni hanno infatti rilevato all'interno della nebulosa circa 700 stelle in vari stadi di sviluppo. Le stelle si formano quando nubi di idrogeno molecolare ed altri gas in una regione si contraggono a causa della loro stessa gravità. Quando il gas collassa, la nube centrale cresce rapidamente e il gas interno si riscalda a causa della conversione dell'energia potenziale gravitazionale in energia termica. Se la temperatura e la pressione raggiungono un livello sufficientemente alto, inizia la fusione nucleare che dà origine alla protostella. Fino a due milioni di anni fa questo ammasso potrebbe aver ospitato quelle che ora sono note come le stelle fuggitive, ossia AE Aurigae, 53 Arietis e Mu Columbae, le quali si dirigono in direzioni opposte all'ammasso con una velocità superiore ai 100 km/s.
Detto ciò abbiamo un’idea dell’importanza di questa parte di spazio celeste da dove pare giungere la “Creazione”; e bene lo sapeva Ermete Trismegisto, fatto che poi approfondiremmo, che nella sua “Apocalisse” ci riferisce: “Non sai, o Asclepio, che l’Egitto è l’immagine del Cielo, proiezione, qui nel profondo, di tutto l’ordinamento celeste? Ermete Trismegisto già sapeva che l’Egitto era uno ”specchio del cielo” e diceva anche che noi uomini siamo dèi nel corpo di Dio. Infatti, per gli egizi il regno dei morti era il Duat celeste locato presso Orione e per tale motivo avevano pensato di riprodurlo sulla terra, non a caso Faulkner e Mercer sostengono che la costellazione di Orione era una delle dimore ultraterrene dei defunti re egizi, tramutati in stelle.. Iside ed Osiride quando si unirono l’ultima volta concepirono Horus. Dopo aver concepito Horus, Osiride se ne andò in cielo, trasformandosi nella costellazione di Orione che gli egizi conoscono con il nome di “Sahu” per governare sul Duat, il Regno celeste dei morti.  Nei testi delle piramidi leggiamo: "Guardate egli è diventato come Orione, guardate Osiride è diventato come Orione. O re, il cielo ti concepisce come Orione. tu ascenderai regolarmente con Orione dalla regione orientale del cielo, tu discenderai regolarmente con Orione nella regione occidentale del cielo" (PT 820-822)
Nel frattempo che Osiride se ne era andato, Horus crebbe forte e robusto e, quando diventò un Principe ricco e potente sfidò a duello lo zio Seth per stabilire chi di loro avesse diritto al trono d’Egitto. Secondo una leggenda Maya, analogamente, l'area della costellazione di Orione era parte di un settore celeste chiamato Xibalba, l'oltretomba e; al centro includeva una macchia di fuoco ardente, che corrispondeva per l’appunto alla Nebulosa di Orione. Appare ovvio pensare che i Maya come gli egizi notarono e conoscevano le caratteristiche di Orione e della nebulosa ritenuta diversa dalle stelle. Infatti, Hancock ci fa sapere che "Le tre stelle della cintura di Orione sono generalmente descritte nel Popol Vuh come pietre disposte 'nel focolare della Creazione', o come la tartaruga della rinascita". Infatti, per i Maya i tre astri rappresentavano la frattura nel cosiddetto Guscio della Tartaruga Cosmica, da cui, nel mito della creazione, rinacque l'Antenato. Ed ecco che migliaia di anni dopo scopriamo dagli studi di Bauval e Gilbert che a Giza le tre Piramidi di Cheope, Chefren e Micerino hanno una stretta correlazione con le stelle della Cintura di Orione quando questa costellazione risplendeva nel cielo del l0.450 a. C. circa e del 2.450 a.C. Inoltre la Grande Piramide di Giza e la Piramide del Sole di Teotihuacán hanno la stessa base quadrata di quasi 230 m²; il perimetro della base della Piramide del Sole è pari a 4π per la sua altezza, in quella di Giza è 2π per la sua altezza. In altre parole, la Piramide del Sole è alta la metà di quella di Giza. Gillette ci riferisce anche di una cerimonia rituale comune a egizi e mesoamericani, ricordiamoci la canoa a doppio pettine che compie il suo ultimo viaggio nell'aldilà, traghettato da dèi rematori. Bene, sulla canoa del re mesoamericano figurano tre dei dalla forma animalesca: un cane, un uccello e una scimmia, Mentre sulla barca del faraone che compie un analogo tragitto, vi sono tre dei dalla forma umana ma con le teste di cane, di uccello e di scimmia.
Secondo l'archeologo Robert Cormack la stessa capitale dei Maya Quichè negli altopiani guatemaltechi, è stata concepita secondo lo schema della costellazione di Orione" ed Stansbury Hagar, non da meno, è convinto della stessa cosa per l’antica Teotihuacan. Infatti, antiche tradizioni tradizioni centroamericane raccolte nel XVI secolo da Padre Bernardino de Sahagun ci fanno sapere che la città che gli aztechi conoscono con il nome “il luogo dove gli uomini diventavano dei", era nota anche perché "i Signori la sepolti, una volta deceduti, anziché morire si trasformavano in dei”. Inoltre era anche conosciuta come "il posto di quelli che avevano la strada degli dei". Secondo questi studiosi ed altri studi comparativi svolti da Roberto Volterri, apprendiamo chiaramente che anche a Teotihuacàn, le due Piramidi del Sole e della Luna e la 'piramide' più piccola sembrano disposte similarmente a quelle di Giza con la sola differenza di uno scostamento verso ovest di 17 gradi rispetto al Nord geografico. In questo punto il Sole tramonta in corrispondenza del Solstizio d'inverno, il 22 Dicembre. In questo stesso giorno, nei primi decenni della nostra Era la Costellazione di Orione risplendeva all'orizzonte anche nel cielo di Teotihuacan che , come abbiamo visto, secondo la leggenda sorgeva: “nel luogo dove gli dei si riunirono per progettare la creazione dell'uomo”.. Anche in nghilterra  abbiamo esempi di configurazioni simili riconducibili alla Cintura di Orione, per lo più composte da cerchi tripli, come ad esempio Merrivale, Stanton Drew, Avebury, Thornborough e Grey Wethers. Il più curioso di questi artefatti è l’insolito complesso di Thornborough Henges, nel Yorkshire del Nord, Inghilterra, costituito da tre cerchi di pietre allineate. Gli studiosi pensano che il monumento sia stato realizzato a cavallo tra il Neolitico e l’Età del Bronzo (tra il 3500 e il 2500 a.C.). È stato il professor Clive Riggles (Ruggles C., Ancient Astronomy: An Encyclopaedia of Cosmology and Myth. 2005) ad ipotizzare che gli allineamenti di Thornborough avessero una correlazione astronomica con la cintura di Orione. Tale ipotesi fu poi sposata anche dal dottor Hering docente di archeologia presso l’Università di Newcastle. Tutto il lavoro dei due ricercatori suggerisce che anche per gli abitanti dell’Europa la costellazione di Orione avesse un qualche particolare significato.
Detto ciò, sii potrebbe benissimo  pensare che fu questa costellazione a determinare prima la scelta dell'esatto posizionamento delle tre 'Piramidi egizie, poi le costruzioni inglesi ed europee e infine quelle mesoamericane, ma chiediamoci perché? Sappiamo che le lontane origini delle antiche conoscenze astronomiche egiziane poi confluite nel Libro dei Morti erano anche parte della cultura sumera e divennero di seguito parte della cultura Greca e Romana ed entrarono a far parte anche delle culture precolombiane, per giungere infine ai nostri giorni dove troviamo personaggi come Vasile Droj che ci parla di “autostrade interstellari” e del suo “Stellarium” la “Sede degli Dei”, dimostra l’esistenza di una simmetria numerico-geometrica dell'universo e l'esistenza di una rette stellare analoga alle reti cristalline. Dimostra addirittura l’esistenza di un “Autostrada stellare” e di  “un’Asse del Cielo” che partendo da Sirio attraversa la cintura di Orione, sfiora la stella Aldebaran per finire nelle Pleiadi. Per cui l’autore supporta l’azzardata teoria che le stelle di Orione compongono tre assi che per analogia, ritiene simili all’anagramma di Cristo, cui si aggiunge un quattro generando insieme un enorme “cristallo stellare”. Qui Incuriosisce pure questo collegamento con la figura Cristica a sua volta legata all’antico sapere dei testi sacri; infatti in Isaia 13:5-10. In riferimento alla fine del mondo e all’arrivo del Messia sulla terra, ci dice: "Urlate, poiché il giorno dell'Eterno è vicino; esso viene come una devastazione dell'Onnipotente. Ecco, il giorno dell'Eterno giunge. Poiché le stelle e Orione non faran più brillare la loro luce". Appare ovvio un antico retaggio giuntoci dagli scritti dei patriarchi che li ereditarono dai sumeri come sostiene anche l'archeologo Rohl. Partiti da convinzioni simili gli studiosi Adrian Gilbert, Ellen White ed altri mettono Orione al centro di fenomeni celesti e portali spazio-temporali, connessi alla Bibbia e al prossimo ritorno del Messia, a tal proposito gli astronomi hanno constatato che effettivamente la cintura di Orione si sta sciogliendo e Dio aveva detto a Giobbe: "Puoi tu sciogliere le catene di Orione?” Strane coincidenze e difficili le risposte da trovare. Per quello che mi riguarda già espressi una mia teoria evidenziata nella mia ricerca sulle egizie Lampade di Dendera, “Nuova ipotesi”, ma questo non è il tema di questo articolo. Quello che appare ovvio è che alcune intuizioni  mie e di altri ricercatori sono logiche e ci riconducono ad una concezione di “Microcosmo/Macrocosmo”, “dal Cristallo della neve al Cristallo stellare”, dove ogni “Creatura” ha un suo proprio compito più o meno consapevole. Tutto giunge dalla “Cosa una”, come citato nella Tavola smeraldina attribuita a Ermete Trismegisto che la leggenda vuole sia stata trovata proprio nella Grande Piramide. Del resto anche il sottoscritto, come poi vedremmo nel dettaglio ha trovato corrispondenze tra le costruzioni e le aeronavi spaziali di quegli esseri che giunsero dal cielo e che delegarono il loro sapere a profeti come Enoch incaricato di costruire anticamente Sion la Gerusalemme e poi all’inizio della nostra era Tenochtitlan in Messico, ma anche questa è un altra storia che trovate facilmente in rete. Sempre studiando la simbologia antica, giungo continuamente a intuizioni e teorie che vedono una civiltà extraterrestre che giunse migliaia di anni fa a civilizzare la terra e ad apportare ibridazioni, facendosi spacciare per divinità, sono sempre quegli Esseri “Archetipi della Creazione dell’Uomo” che diedero queste informazioni ai nostri antenati. Immaginatevi un essere alieno, evoluto tecnologicamente e a conoscenza dell’origine del  “nostro” pianeta Terra, e del Sistema Planetario che scende e vi dice: “ Guardate lassù vedete sotto quelle tre stelle allineate, vedete quella luce intenza, bene la terra e tutto ciò che esiste qua giù arriva da li”. Come più avanti vedremmo in dettaglio le divinità ed i “creatori” egizi, sumeri e dei popoli precolombiani, giunsero dal cielo e soprattutto da quella “Strada” che mena alla Costellazione di Orione conosciuta poi anche come il “Cacciatore Celeste” che un tempo era raffigurato mentre affrontava la carica del Toro sbuffante della costellazione confinante. Infatti, i Sumeri,  videro in Orione il loro grande eroe Gilgamesh che combatteva contro il Toro del Cielo. Il nome sumero di Orione era URU AN-NA, “sede di Osiride ed i suoi dei” che significa luce del cielo. Il Toro era GUD AN-NA, toro del cielo, “sede di Athor, Baal Jawhe”. Per i greci Orione era figlio di Poseidone, dio dei mari e dei terremoti, e di Euriale, figlia di Minosse, re di Creta. Essendo un ibrido divino-umano, Orione viene descritto da Omero nell’Odissea come un gigantesco cacciatore, armato di un bastone indistruttibile di duro bronzo. Gli antichi cinesi, non da meno, conoscevano Orione con il nome di Shen, grande cacciatore o guerriero, mentre  gli antichi egizi, come abbiamo già visto, associavano le stelle di Orione con Osiride, il dio che assieme a Iside civilizzò l’umanità insegnandole l’agricoltura. La costellazione era considerata la dimora di Osiride dopo la sua risurrezione. Probabilmente quella civiltà  era ed è anch’essa creata dalla Nebulosa di Orione, come molte altre  che ve  ne saranno nei d’intorni e che giunta nel nostro pianeta creò per l’uomo terrestre una corrispondenza cielo terra per ottemperare ai loro compiti, interessi o necessità. In cielo nelle stelle della loro origine gli “dei” diedero forma virtuale alle vicende che c’erano in terra fra i popoli ed gli esseri giganti gli eroi che un tempo erano nella  Terra come ci ricorda anche la Bibbia. La virtuale prospettica diveniva così il culto religioso. Non è un caso che sempre più appare un arcaico tempo dove si praticava un “Culto stellare” che indirizzava verso Orione quale punto della Creazione.
Ma cosa ci dice il Cristianesimo? Se ci pensiamo Bene il Duat egizio o il Xibalba, maya non è altro che il nostro “Regno dei cieli”; ma ne troviamo traccia? Basta leggere i versi di seguito per capire che le cose non cambiano molto: “Colui che ha fatto le Pleiadi e Orione, cambia il buio in chiarore del mattino e stende sul giorno l'oscurità della notte; colui che comanda alle acque del mare e le spande sulla terra, Signore è il suo nome. Egli fa cadere la rovina sulle fortezze e fa giungere la devastazione sulle cittadelle. (Amos 5,8-9)”.
Lo stesso nome “Betelgeuse”, Stella della costellazione di Orione, secondo l’origine etimologica è un termine ebraico composto da Betel “Casa di Dio” e Jahase “Fuoco divino”.
No sbagliava poi tanto Giovanni a dire: “In principio era il Verbo, il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio. Egli era in principio presso Dio: tutto è stato fatto per mezzo di lui, e senza di lui niente è stato fatto di tutto ciò che esiste” (Gv 1, 1-3)
“La terra bruciata diventerà una palude, il suolo riarso si muterà in sorgenti d'acqua. I luoghi dove si sdraiavano gli sciacalli diventeranno canneti e giuncaie. Ci sarà una strada appianata e la chiameranno Via santa; nessun impuro la percorrerà e gli stolti non vi si aggireranno. Non ci sarà più il leone, nessuna bestia feroce la percorrerà, vi cammineranno i redenti. Su di essa ritorneranno i riscattati dal Signore e verranno in Sion con giubilo; felicità perenne splenderà sul loro capo; gioia e felicità li seguiranno e fuggiranno tristezza e pianto. (Is 35,7-10)”.
Poi se indaghiamo su alcuni profeti la cosa diviene ancora più chiara. Abbiamo un insegnamento su Dio che i profeti, in quanto archetipi della Creazione, hanno il compito di trasmettere, ed è il più difficile, perché riguarda la natura intima delle cose che deve essere trasmessa secondo l’evoluzione del popolo e del singolo. Dio deve essere percepito come assolutamente trascendente, è nello stesso tempo vicinissimo all'uomo e alle sue vicende materiali. Questo è il compito del tipico Profeta, leggiamo: “Nell'anno in cui morì il re Ozia, io vidi il Signore seduto su un trono alto ed elevato; i lembi del suo manto riempivano il tempio. Attorno a lui stavano dei serafini, ognuno aveva sei ali; con due si copriva la faccia, con due si copriva i piedi e con due volava. Proclamavano l'uno all'altro:  "Santo, santo, santo è il Signore degli eserciti. Tutta la terra è piena della sua gloria".  Vibravano gli stipiti delle porte alla voce di colui che gridava, mentre il tempio si riempiva di fumo. E dissi: "Ohimè! Io sono perduto, perché un uomo dalle labbra impure io sono e in mezzo a un popolo dalle labbra impure io abito; eppure i miei occhi hanno visto il re, il Signore degli eserciti". Allora uno dei serafini volò verso di me; teneva in mano un carbone ardente che aveva preso con le molle dall'altare. Egli mi toccò la bocca e mi disse: "Ecco, questo ha toccato le tue labbra, perciò è scomparsa la tua iniquità e il tuo peccato è espiato". (Is 6,1-7).
Il Profeta Daniele, l’unico che con l’aiuto di Dio interpretò il sogno del re, non da meno scrive del potere di questi Dèi, che pianificano le questioni dell’uomo; al capitolo 2,.19-22 ci dice chiaramente; “Allora il mistero fu svelato a Daniele in una visione notturna; perciò Daniele benedisse il Dio del cielo:   20 “Sia benedetto il nome di Dio di secolo in secolo,  perché a lui appartengono la sapienza e la potenza.    21 Egli alterna tempi e stagioni,  depone i re e li innalza,  concede la sapienza ai saggi,  agli intelligenti il sapere.    22 Svela cose profonde e occulte  e sa quel che è celato nelle tenebre  e presso di lui è la luce”.   Diviene chiaro comprendere che questi profeti, messia e re sono in realtà Personaggi  preparati, guidati o ibridati “dal seme della regalità”; sono come gli stessi angeli Vigilanti inviati da Dio a influire sull’andamento dei popoli, come si legge anche nell’Apocalisse dove chiaramente sta scritto: “Sono io, Giovanni, che ho visto e udito queste cose. Udite e vedute che le ebbi, mi prostrai in adorazione ai piedi dell’angelo che me le aveva mostrate. Ma egli mi disse: Guardati dal farlo! lo sono un servo di Dio come te e i tuoi fratelli, i profeti, e come coloro che custodiscono le parole di questo libro. È Dio che devi adorare” (Ap 22,7).


 Di recente ho saputo che in Messico è stato scoperto un codice simbolico nascosto nella Plaza della Luna di Teotihuacan e guardando le immagini riportate dall’Istituto Nazionale di Antropologia e Storia (INAH) che ha esaminato la serie di fori con all’interno delle stele di pietra verde lisce, ho notato subito, guarda caso,, proprio la configurazione della costellazione di Orione e delle Pleiadi e guarda caso anche i Egitto non vi è solo una configurazione delle tre stelle cin le piramidi ma, come afferma lo stesso Bauval, esistono sul terreno intorno alla zona di Giza altre piramidi, alcune ormai distrutte che riproducono l'intera regione celeste di Orione, compresa la costellazione delle Iadi, rappresentata in terra dalle piramidi di Dashour.

Nell’articolo si legge che gli archeologi: “hanno scoperto passaggi che segnano il centro di questo spazio con le direzioni dell’universo (punti cardinali) e una serie di fori contenenti ciottoli di fiume. Tutti questi aspetti costituiscono un codice simbolico che le antiche persone di Teotihuacán hanno sviluppato nelle prime fasi della città, quasi 2000 anni fa”. Ora è ovvio pensare che si tratti sempre di quella civiltà che impose migliaia di anni fa un “Culto stellare” di rinascita e che, a mio parere, giunse dal cielo ed ebbe origine in Atlantide e si diffuse poi in Egitto e continuò poi presso le civiltà precolombiane. A tal proposito basti ricordare l’astronoma Phillis Pitluga, che presso il Planetario Adler di Chicago, dopo aver effettuato un approfondito studio computerizzato degli allineamenti stellari di Nazca, è giunta alla conclusione che la famosa figura del ragno fu concepita come una sorta di diagramma terrestre dell'immensa costellazione di Orione, e che le linee drittissime collegate alla figura sembrano essere state tracciate

I Segreti di Mosè e i legami con Orione

Ora addentriamoci  più specificamente sui misteri di Orione,  vi propongo un estratto saliente della mia ricerca sulla figura di Mosè che evidenzia l’importanza della Costellazione di Orione
A mio parere, non è poi così assurdo pensare che Mosè sia stato realmente un discendente di sangue di quella elite divina che diede origine alle grandi civiltà mondiali in particolare a quella egizia e sumera. Colui che ha avuto contatti privilegiati con quegli Dèi che vivono in un diverso piano di esistenza ed archetipi dell’uomo. Infatti nelle sue Cronache Terrestri Sitchin ci fa sapere:“ che  secondo Manetone, il dio Ptah, seguito dal figlio Ra e dagli dèi Shu, Geb, Osiride, Set e Horus regnarono per un totale di 12.300 anni, seguiti per altri 1570 anni da una dinastia divina che discendeva da Toth”. Ecco il perché alcuni faraoni poi presero il titolo da Thoth divenendo Thothmes-“Thutmoses I Thutmosis II, Thutmosis III, ecc.”, Tutto allo scopo di confermare la discendenza da quella specifica origine, Thoth. Da molte fonti si evince che questi dèi spesso combatterono tra loro, a volte fino a uccidersi e spesso sposarono sorellastre prendendo iniziative immorali alquanto discutibili. Sempre Sitchin riprendendo da Manetone ci fa sapere: “che trenta semidei precedettero le dinastie faraoniche che ebbero inizio nel 3100 a. C.: ecco perché i faraoni affermavano il proprio status semidivino e di avere diritto alla vita eterna. La città di Menfi, nell’Egitto centrale, fu la prima capitale religiosa e reale, nel 2200 a. C. circa, alcune sommosse spostarono poi il centro di potere a Tebe nell’alto Egitto. Poi con il passare del tempo Ra chiamato anche “Marduk”, divenne “Amon”, il capo del pantheon egizio”. Nella Bibbia ebraica, invece, non a caso, appaiono gli Repha’im il nome di una stirpe di semidèi, discendenti, per l’appunto, dai Nefilim e dagli Anakim. Si parla sempre di figli degli dei e a quanto pare, allora ve ne erano molti e probabilmente con caratteristiche diversificate tra di loro e, si spartivano tutto il pianeta come molte arcaiche “mitologie” ci raccontano. A questo punto mi chiedo se fosse per queste differenze che Mosè avesse un difetto linguistico di pronuncia? In quanto appartenente a quella élite discendente dai figli di Dio, che come ci dice la Bibbia, ad un certo punto, si accoppiarono con le figlie degli uomini dando origine a semidei ed eroi. Nel nostro caso, abbiamo tra i faraoni, quegli esseri discesi dal dio “Thoth” e che sono l’espressione della reminescenza genetica rimasta dopo l’incontro degli “uomini comuni” con quelle tipologie di esseri “alieni discesi dal cielo, come lo erano, probabilmente, anche i Nephilim o “Dei, figli degli dèi”.Forse non è casuale la deformazione ossial’allungamento dei crani, cosa presente in molte popolazioni antiche, era probabilmente uno deirequisiti di riconoscimento della discendenza divina. Thot, secondo alcuni ricercatori era conosciuto dai sumeri come Niquishida fratello di Marduk e figliodi Enki.Secondo le teorie di Zecharia Sitchin Ningishzidda aiutò il padre Enki a creare il primo Uomo terrestre, l’Adapa, (il biblico Adamo) chiamato dagli Anunnaki “Lu.Lu, ossia il mescolato”. Nel libro di Sitchin 'Il libro perduto del dio Enki'. durante il consiglio degli dei Anunnaki, Enki esordì dicendo: “Creiamo un lavoratore primitivo, che porti il giogo delle nostre fatiche. All' osservazione del consiglio che mai nessun essere era stato creato dal nulla, egli rispose cheL' essere che cerchiamo esiste già, nella terra dell'Ab.Zu, dobbiamo solo imprimergli il nostro marchio, dargli la nostra immagine. Creiamo un essere a nostra immagine e somiglianza”. Queste parole, come potrete constatare, ci riportano chiaramente alla Genesi Biblica della creazione dell’uomo adamitico da parte degli “Elohim”. Non è una casualità che si ritrovino analogie e correlazioni tra la cultura egizia, sumera e precolombiana. Gli dèi allora governavano tutto il mondo che, come abbiamo detto, era stato precedentemente suddiviso; ma ovviamente le contese non mancavano. Ad esempio, sempre pescando tra le teorie di Sitchin, Marduk era conosciuto in Egitto come Ra “il Santo il falco dell’orizzonte” ed aveva unificato l’alto e basso Egitto.Assieme a suo figlio Nabu si batte contro Enlil, per impadronirsi delle 'tavole dei destini' conservate nello spazioporto nel Sinai. Questo causò il suo esilio. Alcune tavolette di argilla racconterebbero l'esilio di Marduk nelle terre lontane a sud, e ad est dell' Abzu. In queste tavole, a quanto pare, si leggerebbe il suo rammarico per aver dovuto abbandonare i suoi seguaci, i popoli di Babilonia e d'Egitto. Non è un caso che nel soffitto della tomba di Senmut “Mosè”, “edotto della verità”, è rappresentata la una sezione di volta celeste risalente al 10450 a. C. con al centro la Cintura di Orione con tre orbite ellittiche a goccia, una rappresentazione comune propria della cultura mesopotamica e non egizia e pare assumere il significato di “acqua vitale”, probabilmente per indicare da dove provenivano gli dèi, dove vi era l’acqua sorgente di Vita nell’Universo. Ecco perché questa costellazione con le tre stelle formanti un “calice” è ritenuta tradizionalmente il “Santo Graal” ricolmo del sangue della Vita che racchiude la “Divinità”. Nei misteri egizi Orione è identificato con l’Osiride celeste che presiede al Regno delle anime dove ascende ogni faraone, Horo attraversa la stella meridionale Alnitak della cintura di Orione, “I tre Re”, per divenire immortale e ricongiungersi al Padre celeste, insieme alla propria consorte, che si fonde con la madre Iside/Sirio, Il fuoco solare, la coscienza deve risorgere e tornare alla “Casa della Vita”, “il Cosmo”. A tal proposito incuriosisce il fatto che recentemente un satellite dotato di strumentazione per rilevare concentrazioni d’acqua nell’Universo, abbia evidenziato due punti dove vi è un’elevata concentrazione d’acqua e sono. il nostro Sistema solare e, guarda caso, proprio Alnilam, o Epsilon Orionis, la stella centrale della nota Cintura di Orione, che per la Bibbia è allegoricamente “il Bastone di Giacobbe di Pietro e dei Magi”. A questo punto come non inserire la storia di  lucyna Lobos, Brown che afferma di essere in contato medianico con un’entità extraterrestre di nome Enki, parla di cataclismi ed eventi legati al faraone, “Colui che venne dal cielo”, dal pianeta Aszum nella costellazione di Orione che fece costruire la grande piramide 6500 anni fa, poi restaurata da Cheope. Alcune informazioni date da Lucyna nel suo libro “Il Risveglio di Cheope” appaiono fondate; ma la cosa che mi incuriosisce e che ho scoperto, è che se leggiamo al contrario il nome del pianeta di origine di questi esseri “Aszum”, ne risulta “Muzsa” ed è un termine molto vicino al copto Mouças o al ge’ez Musa che significa, per l’appunto Mosè. Vi ricordo che ci sono lingue come l’ebraico e il più antico aramaico che si leggono al contrario delle altre, da destra a sinistra. Inoltre l’origine degli stessi ebrei pare essere è la Mesopotamia, per l’appunto la terra del dio Enki è dato che il termine Mosè pare significare “estrarre dall’acqua” o “salvatore/liberatore”, si potrebbe intendere anche: “colui che ha dato coscienza cioè liberato dall’ignoranza, colui, l’uomo che era primevo nato dall’acqua” e ciò collima benissimo con le teorie di Sitchin e alcune intuizioni di Vasile Droj fondatore Centro Universologico di Roma che in un suo articolo chiaramente ci fa sapere: “…Accanto alla normale iniziazione personale si tentava per chi era capace anche la missione salvifica collettiva o soteriologia (SOTHER = Salvatore). Da Osiride, Horus, Krishna Buddha fino a Cristo sono tutti eroi salvatori che sono passati per la stessa scuola iniziatica delle piramidi di unica fonte, targata ORIONE. Tutto fin qui presentato sono dei simboli, conoscenze e procedure molto remote venute dalla super civiltà di Orione”. Non condivido a pieno tutte le teorie di Vasile Droj, ma indubbiamente sono ovvie alcune sue intuizioni che portano il mio pensiero a constatare, ancora una volta, il fatto che vi sia una pianificata influenza archetipa sugli eventi dell’uomo e diviene chiaro ed ovvio pensare che anche Mosè sia uno di questi “Eroi salvatori” che conosceva il grande schema della “Creaziome” della Civiltà di Orione. Vasile Droj ci dice che: “Gesù Cristo fece l'ultimo tentativo a riappropriare allo spirito delle Origini il Grande Logos che, attraverso la Logica delle Leggi, lega la Parola, la Geometria e il Numero al Grande Schema liberatorio Mocsa (Schema).Lo Schema dei tre corpi dell’uomo: Ka, Ba, Akh era semplice: il Corpo delle Cavità, il Ka rimaneva imbalsamato nella speranza di resuscitarlo quando gli Dei (extraterrestri fossero tornati) e quando da almeno una cellula del loro codice genetico rinascessero. Già noi oggi quasi riusciamo farlo con la clonazione. Il secondo corpo, il Ba, ossia l'Anima uccello (passero - Soffio) spaventato girovagava in ricerca di un nuovo corpo da abitare. Importante era il terzo corpo detto Akh, il “corpo di luce intellettuale”, che raccoglieva tutta l'esperienza sapienziale accumulata nella vita che essendo immateriale, puramente logica poteva passare tutte le dimensioni spazio temporali ed essenziali senza difficoltà arrivando su Sirio per essere poi catapultato nel cuore della costellazione di Orione.”… “Per garantire l'evoluzione spirituale e il grande passaggio verso le stelle, prima di tutto si doveva tradurre sulla Terra la configurazione astrale da scavalcare, in questo caso quella di Orione. La configurazione stellare fu tradotta (scannerizzata) nel sito terrestre (a Giza) e costruiti i dovuti punti di riferimento espressi dalle costruzioni ciclopiche delle piramidi e molti altri ora irriconoscibili. Il luogo prescelto si chiamava Rostau. Accanto fu creata la più grande scuola iniziatica mai esistita che doveva fondere i tre corpi: Ka, Ba, Akh in una dimensione superiore, la cui soma: Ka+Ba+Akh diventava KA-BA-L-AKH. La KABALA alludeva al CUBO ossia alla”corporeità totalmente allargata". L’allargamento massimo era lo stato di Graal in codice segreto Laarg ossia la procedura “oroborica” del feed-back semantico dove le capacità erano allargate all’inverossimile. La Coppa di Graal era il CAPO o la CAPACITA’ in greco hristos.

Sempre più si faranno scoperte che dimostreranno l’arcaico culto stellare e la discesa degli dei che influenzarono le società di tutto il mondo. Tante ne sono state fatte e tante ne saranno fatte ancora. Di recente ho saputo che in Messico è stato scoperto un codice simbolico nascosto nella Plaza della Luna di Teotihuacan e guardando le immagini riportate dall’Istituto Nazionale di Antropologia e Storia (INAH) che ha esaminato la serie di fori con all’interno delle stele di pietra verde lisce, ho notato subito, guarda caso,, proprio la configurazione della costellazione di Orione e delle Pleiadi e guarda caso anche i Egitto non vi è solo una configurazione delle tre stelle cin le piramidi ma, come afferma lo stesso Bauval, esistono sul terreno intorno alla zona di Giza altre piramidi, alcune ormai distrutte che riproducono l'intera regione celeste di Orione, compresa la costellazione delle Iadi, rappresentata in terra dalle piramidi di Dashour. Nell’articolo si legge che gli archeologi: “hanno scoperto passaggi che segnano il centro di questo spazio con le direzioni dell’universo (punti cardinali) e una serie di fori contenenti ciottoli di fiume. Tutti questi aspetti costituiscono un codice simbolico che le antiche persone di Teotihuacán hanno sviluppato nelle prime fasi della città, quasi 2000 anni fa”.
Altra curiosa notizia apparse il 5 aprile 1909 sulla prima pagina dell’Arizona Gazette, usciva un articolo nel quale si leggeva di una spedizione archeologica nel cuore del Gran Canyon, condotta dal prof. S.A. Jordan e il prof. G.E. Kinkhaid, finanziata dalla Smithsonian Institution che avrebbe portato alla scoperta di numerosi reperti egiziani. Della cosa nessuno ne sa più niente, però esiste un articolo di giornale, ma non esistono riferimenti ufficiali, chiediamoci se è possibile che l’Arizona Gazette si sia inventata tutta la storia di sana pianta e a che scopo?


Ora è ovvio pensare ad una matrice unica di civilizzazione che influenzò i popoli della Terra e che si tratti sempre di quella civiltà che impose migliaia di anni fa un “Culto stellare” di rinascita e che, a mio parere, giunse dal cielo ed ebbe origine in Atlantide e si diffuse poi in Egitto e continuò poi ad imporsi presso le civiltà precolombiane. A tal proposito basti ricordare l’astronoma Phillis Pitluga, che presso il Planetario Adler di Chicago, dopo aver effettuato un approfondito studio computerizzato degli allineamenti stellari di Nazca, è giunta alla conclusione che la famosa figura del ragno fu concepita come una sorta di diagramma terrestre dell'immensa costellazione di Orione, e che le linee drittissime collegate alla figura sembrano essere state tracciate per rilevare, nel corso delle epoche, il variare delle declinazioni della Cintura di Orione. Vasile Droj ci parla di “autostrade interstellari” che seguono le proiezioni geometriche delle stelle. Esisterebbe una ”energia navigabile” che fluisce preponderentemente tra le stelle disposte geometricamente, simile alla corrente elettrica che passa benissimo per i retti cristallini, ma inciampa completamente nelle sostanze amorfe come la plastica. Droj ci dice che le Civiltà galattiche estremamente evolute hanno conosciuto questo modo di navigazione interstellare arrivando anche da noi. Infatti secondo lo studioso dalle nostre parti celesti esisterebbe una simile autostrada conosciuta, per l’appunto, come, cito testualmente: l’’Asse Orionica” che parte da Sirio attraversa la cintura della costellazione di Orione, sfiora la stella Aldebaran per arrivare nella costellazione delle Pleiadi. Il nostro Sole gemellato con Sirio anche se è periferico può usare questa “metropolitana stellare”. E guarda caso la fermata del Sole si è riattivata poiché da due anni attorno al nostro astro si sono materializzati enormi oggetti grandi come i pianeti. E possibile che sia dallo stato plasmatico coronale sia dall’interno se no dal centro del Sole si comunichi direttamente con altri soli (stelle) in maniera quasi istantanea”.
Seguendo la logica delle “Magnetiche Autostrade stellari” di Vasile Droj potremmo associarvi il credo degli antichi popoli, infatti nel Libro egizio delle due vie, contenente testi funerari del Regno Medio, si spiega che sulla terra, esisteva un luogo che fungeva da porta che dava direttamente accesso al Duat. Questo luogo era chiamato Rostau, la necropoli nella parte meridionale di Giza. Ma Rostau era l'antico nome di Giza. Quindi Giza è il Duat terrestre, come Orione è il Duat celeste. Per cui tutti i riti funebri della necropoli di Giza avevano il solo scopo di interagire con gli eventi del Duat celeste Il fiume celeste. Leggiamo: "Possa tu sollevare me e innalzarmi alla Serpeggiante Via d'acqua. Possa tu pormi fra gli dei, le stelle imperiture" (PT 1759) "La Serpeggiante Via d'acqua è in piena, i Campi di Canne sono colmi d'acqua, e io (il re defunto) sono traghettato su di essa laggiù al lato orientale del cielo, al luogo dove gli dei mi hanno foggiato, dove sono nato nuovo e giovane. Guardate, mi levo come una stella che si trova sul lato inferiore del cielo." (PT 343-357). Per gli altri popoli  come per gli Orfici e i Pitagorici dicevano che i defunti dimoravano nella Via Lattea. Gli indios Sumo dell'Honduras e del Nicaragua ritiengono che 'Madre Scorpione' dimori in fondo alla Via Lattea dove riceve i defunti. I Pawnee e i Cherokee dicono che i defunti sono accolti da una stella all'estremità settentrionale della Via Lattea. Per gli indiani il Gange nasceva dalla Via Lattea. Per i Nativi nord-americani la Via Lattea era il 'Sentiero degli Spiriti'.
Seconda la mitologia egizia i loro dèi discesero proprio da Orione e Sirio e giunsero con aspetto umano, furono “Iside e Osiride” che iniziarono la razza umana nel nostro pianeta e dissero che sarebbero ritornati, cosa che oltre ad essere presente nella “leggenda” sarebbe anche scritta sui muri “magnetici” della misteriosa tomba attribuita all’Osiride, si veda “il progetto Isis del KGB”. Lo stesso termine Orione significa “Origine di tutto”, lat. Orior. ORI-ON = ORIgine, ON = Tutto. Sempre Vasile Droj ci dice in un suo articolo: “…La credenza degli egizi era che l'uomo afferrato da Apohis nel fisico non poteva liberarsi che attraverso uno sforzo continuo illuminando il suo Intelletto sia per una resurrezione terrestre quasi impossibile sia per capire le mappe stellari necessarie al ritorno a casa nel grembo della Casa del Cielo. Il lungo esercizio dell'Intelletto Akh era la garanzia del ritorno. Akh era la Croce e il Cerchio della Perfezione e nel simbolo della Vita Ankh che all'origine era un cerchio tangente al centro di una croce. Saper operare con il Cerchio la linea curva e la linea retta era la suprema scienza e non a caso il rapporto tra la linea curva (cerchio e la linea retta (diametro) è proprio il Pi greco, la trascendenza suprema. Questa era la vera quadratura del cerchio e chi la risolveva, aveva aperto la porta ad altri mondi e all’immortalità. Il fatto poi che il cerchio originario dell’Ankh era allungato a forma di goccia, allude all'acqua, base della Vita, ma anche al rombo della costellazione di Orione, specialmente alla stella Alnilam molto vicina alla parola Nilum cioè Nilo, che è acqua (potamos). Nel mio libro “Il codice di Pensiero Ancestral Universale” affermavo che il nome del Nilo codifica il senso della linearità; NIL LIN (= linea), suggerendo il fiume cosmico della Via Lattea, il Nilo Galattico rappresentato dall’Asse del Cielo: Sirio – Orione – Aldebaran – Pleiadi > ? Sembra che la strada porta verso una concentrazione stellare geometrico artificiale ancor più grande nel centro della galassia. Ebbene, nell’estate del 2012 trovai anche questo luogo misterioso chiamandolo “Stellarium” la “Sede degli Dei”. Il Cristallo Stellare di Orione è appena una sperduta guarnigione al margine dell’Impero galattico. E quando pensiamo alla nostra stella distante 1500 anni luce da Orione ci vengono i brividi. Nella Capella Sistina celeste l’Adamo terrestre cerca sfiorare il dito di Dio. Riuscirà? Non bastasse questo a incuriosire, vi riporto ciò che circola in rete e pare sia successo nel 1988, quando l’egittologo francese Luigi Caparat, andò in Egitto per esplorare la Grande Piramide e vi trovò un alieno mummificato vecchio di migliaia di anni. A quanto pare, fu ritrovato anche un rotolo di papiro dove si affermava che l’alieno era un messaggero risalente al periodo del faraone Cheope. Mentre le iscrizioni nella stanza segreta raccontano di come questo alieno fosse venuto sulla Terra perché la sua razza extraterrestre era estremamente interessata al popolo egizio. L’extraterrestre sarebbe stato ben accolto dal popolo egizio, e per questo sarebbe stato sepolto all’interno della piramide. Dalle indagini si desunse che gli egiziani avevano collegamenti con extraterrestri, addirittura il sistema di supporto vitale che si trova con la mummia aliena era un sistema avanzato che evidenziava la presenza di una tecnologia aliena, che probabilmente ha reso possibile la costruzione delle piramidi. Si racconta anche che il Biologo spagnolo F. de Braga voleva aiutare Caparat ad esaminare questi resti, ma le autorità egiziane per motivi sconosciuti, hanno insabbiato tutto, prendendo i resti e mandando via il biologo senza spiegazioni ufficiali. Tralasciando la curiosa piccola mummia che sarebbe stata trovata nella tomba di Tutankhamon, il giovane faraone al quale è legato anche il curioso “pugnale di ferro proveniente dallo spazio” e la curiosa anatomia della discendenza di Akenaton, un’altra sepoltura con una mummia ritenuta “aliena”, è proprio quella rinvenuta all’interno della piramide El-Lahun; scoperta da Viktor Lubek, un professore in pensione della Pennsylvania, nel 1997. In questo caso venne ritrovata proprio una strana mummia del 1880 a. C, lunga cinque piedi, e dalle analisi era chiaro che questo essere non avesse mai avuto orecchie, presentava occhi a mandorla e la pelle simile alla quella di un rettile. Le iscrizioni della tomba la chiamano Osirunet, consigliere del re, ed il corpo era coperto di impacchi di lino ed una miscela di argilla e oro, ricoperto da oggetti fatti di un materiale sconosciuto.
Nella mitologia greca, Orione era considerato figlio di Poseidone, dio dei mari e dei terremoti, e di Euriale, figlia di Minosse, re di Creta. Essendo un ibrido divino-umano, Orione viene descritto da Omero nell’Odissea come un gigantesco cacciatore, armato di un bastone indistruttibile di duro bronzo. Poseidone per i romani diviene Nettuno, comunque il più importante tra gli dèi che spartì i territori tra le divinità; Poseidone secondo lo scrittore Pausania era uno dei custodi dell’Oracolo di Delfi prima di Apollo e come Mosè, autorizzava i coloni a partire e indicava loro dove fermarsi e stabilirsi, nel 505 il tempio fu, addirittura, ricostruito anche con l’aiuto del faraone Amasi o meglio in egizio Ahmose II per distinguerlo dal suo predecessore di circa mille anni prima Ahmose il fondatore dell’ XVIII dinastia che, guarda caso, vide i natali proprio di Mosè, che c’era di importante a Delfo se non gli altari agli dèi dell’Olimpo Poseidone, Estia la dea della casa, gli oracoli ed il “Prònaos” che raccoglieva il sapere dei sette sapienti che ebbero la loro sapienza dagli “dèi celesti”, non è in quei “circoli” che Platone seppe la storia di Atlantide ed i loro dèi da cui attinsero gli egizi, come ci dice Diodoro Siculo? Non è in quella sede che la Pythia comunicava con le divinità? Forse Mosè architetto della regina, “con animo d’artista”, aveva voluto trasmettere questi segreti, questa grande conoscenza ai posteri, scolpendola sulla sua tomba e nascondendola poi con uno strato di intonaco per non violare la regola di segretezza che se violata portava alla morte? Non a caso nel tempio sotto riportato c’è proprio uno dei primi resoconti UFO con la rappresentazione di esseri giunti dallo spazio, e come Io stesso ho intuito, a mio parere, addirittura, l’intera architettura del tempio di Hatshepsut è costruito a immagine di un astronave. Il tempo è situato a Deir el-Barari ossia il “Monastero del nord”, un complesso di templi funerarichiamato Djeseru Djeseru che significa guarda caso: “Santa delle Sante”; un tempio chiamato Djeser Djeseru, ossia “Il sublime dei sublimi”, concepito probabilmente da Senmut e a mio parere, è proprio la rappresentazione di un astronave celeste che la Bibbia chiama “Gloria di Dio”. Ricordo che anche Amon, era un dio della generazione; lo studioso Fernand Crombette ci ricorda che nella grande sala ipostila di Karnak, vi sono 122 colonne papiriformi simili, a capitello chiuso, è ché questo stesso numero è una preghiera al dio generatore della razza, Min; giacché 122 si dice Sche-Djouôte-Snau, che si trascrive: Sche-Tiouô-Ti-Çnau = Dona ai tuoi figli la germinazione utile. Del resto, le colonne a capitello campaniforme si possono descrivere in copto: Schomti Tbbêoui Djoouf Hioui Djoth A Ehou Schiiai Eiôrh, che significa: "I potenti dèi di Tebe la grande hanno generato i celesti capi del grande paese che si estende lungo il fiume”. Sempre da Crombette, rileviamo che fu Makhaira o meglio per gli egittologi, Hatshepsutche avviò la costruzione del tempio di Deir-el-Bahari. Crombette ci dice: “che a torto esso viene attribuito a Ramsès II, a Sethi I, o a Amenophis III. Al contrario, si trova nelle iscrizioni di Amenophthis dei geroglifici dell'architetto di Amon e delle colonne del tempio”. Lo stesso nome del figlio di Amosis, “Amenophthis, Amenophis o Amemphès” pare significhi: "L'operaio che ha posto dei pezzi di ciò che si vede di Amon", e le sue iscrizioni dicono: "Il costruttore delle immagini di Amon più di ogni altro nel passato", e anche: "Il costruttore delle immagini di Amon e degli altri celesti, nell'anniversario, ha dedicato agli dèi potenti un tempio che sia loro una dimora senza uguale secondo la grandezza". Per cui abbiamo la costruzione di templi che sono dimora degli dèi il cui accesso e riservato solo ai sacerdoti in particolari circostanze. Crobette ci dice:“Il Santo dei Santi, era dimora di Dio ed era chiuso a tutti, anche al sacerdote, che poteva accedervi una sola volta all'anno”. Vi ricordo che il termine Israele in ebraico significa: “uomo che vide Dio o uomo che lotta con Dio”.
D’Altro canto, la Bibbia stessa afferma che la costruzione del tempio, in questo caso riferita al tempio di Gerusalemme, aveva come scopo creare una casa permanente simbolo della presenza divina e cosa può esserlo se non l’immagine che ritenevano la casa di Yahweh? Per approfondimenti vedete il mio articolo sulle navi celesti di Enoch pubblicato su Archeomisteri: http://artealiena.blogspot.it/2015/05/ufo-nel-passato-dalle-celesti-ctta.html. Mosè, era un profeta, proprio come lo era Enoch, dotto del sapere degli dèi trasmesso a pochi eletti ed aveva le sue stesse conoscenze; non a caso nel tempio di Senmut in una sua iscrizione si legge: "Avendo percorso tutti gli scritti dei saggi, non ignoro nulla di quel che è successo a partire dal primo giorno".
Badate bene che non sono l’unico a pensarlo, Roger Sabbah uno degli autori del libro "I segreti dell' Esodo" ci ricorda: “che la Cabala, il libro dei segreti della Torah, descrive Mosè sul Trono celeste di Dio nei suoi palazzi e nei suoi templi. Si tratta di dettagli che corrispondono ai misteri degli antichi egizi. Questi “Ebrei” possiedono uno statuto divino, dispongono di prerogative regali, richiamano stranamente i faraoni… Ma chi sono realmente?...”. (nota 1 )
A questo punto incuriosisce il fatto che lo stesso nome di Mosè, significherebbe: "colui che è stato estratto dall'acqua", altri invece lo fanno derivare il nome dalla stessa radice, ma con un altro significato: "colui che estrae" e ciò mi fa pensare ad un intervento extraterrestre che ad un certo punto ha elevato “l’uomo” come oggi lo intendiamo “Colui che haestratto la creatura uomo dall’acqua evolvendola”. Il titolo “Tothmosis” potrebbe significare: “l’uomo tratto dall’acqua da Thoth”. Ed ecco il motivo perché in Egitto ad Abydos nel Osireion anch’esso costruito con i “sacri canoni” le scale del tempio portano nell’acqua, dove si praticavano riti e guarigioni come ci diceva “Omm Seti” e come analogamente si faceva oltre oceano a Puma Punku. C’erano gli stessi dei e si praticavano gli stessi rituali. Pensate che perfino gli indiani d’America celebravano “il rituale delle cappane” che celebravano gli israeliti e usavano il cedro che si diceva portato “dall’Uccello del Tuono” preso a occidente, chiediamoci se  questo uccello era un’astronave che solcava i cieli da un continente e l’altro? Chiediamoci se era lo stesso Benu o Bennu “l’Uccello/divinità egizia” consacrato al dio Ra e simbolo della nascita e della risurrezione. Tutte correlazioni che ogni giorno riesco a trovare e che sono lo specchio di un'unica grande “Verità”, che ormai nessuno può più nascondere.la stessa costruzione delle Grandi Piramidirisalirebbe proprio ad Ermete Trismegisto che è associabile a Thoth il governatore della “Casa della Vita”, il codificatore delle cerimonie segrete che “trasformavano i mortiinspiriti” che decideva chi era degno di sopravvivere dopo la morte; ed associabile, guarda caso, ad Enoch che presso gli Ebrei ci parla della caduta dei Vigilanti gli odierni nostri “Alieni”. Ermete Trismegisto avrebbe costruito le Piramidi studiando gli spostamenti delle costellazioni che annunciavano il Diluvio. La stessa piana di GIiza con le tre note piramidi richiama la Cintura di Orione, e se oggi ce lo dice Bauval un tempo lo diceva proprio Ermete Trismegisto che nella sua “Apocalisse” ci riferisce: “Non sai, o Asclepio, che l’Egitto è l’immagine del Cielo, proiezione, qui nel profondo, di tutto l’ordinamento celeste? Tuttavia, sappilo, tempo verrà nel quale saranno reputati vani tutti i culti praticati, con tanta fede, dagli Egiziani ai loro dei e tutte le loro sante invocazioni saranno considerate sterili e prive di senso. La Divinità lascerà la terra per risalire in cielo, abbandonando l’Egitto Sua antica dimora, che rimarrà privo di religione, orbato dalla presenza degli dei…. Allora, questa terra consacrata da tanti  santuari e templi, apparirà ricoperta di tombe e di morti. Oh, Egitto, Egitto! Della tua religione altro non rimarrà che un fiabesco racconto, al quale i posteri più non presteranno orecchio, e sola testimonianza della tua fede, mute parole incise sulla pietra!….”.Vi ricordo che  la figura di Ermete Trimegisto si riferisce al Thot egizio dove il mito di Iside e Osiride e il rapporto fra antico Egitto e la costellazione di Orione. Non è un caso che ci sia chi sostiene che il faraone si identifichi con l’Osiride, ossia Orione, e che la sua sposa Iside si identifichi conSirio, e che dopo la morte il re si prepari a diventare, l’Osiride, andandosene su Orione. Secondo questa teoria il Djed all’interno della grande Piramide, che, pare fu portato in Egitto dalla Mesopotamia come si legge nel libro di Enooch,potrebbe essere solo il mezzo con cui si attraversa lo spaziotempo per giungervi. Ma a mio parere era solo un mezzo che gli “dèi celesti ”utilizzavano per far evolvere una specie primitiva che le divinità trovarono in terra “l’Abzu”, come molte iscrizioni fanno intendere. Infatti, nel testo della creazione dell’uomo, tratto dal libro: Il Pianeta degli Dei di Sitchin, Enki  impartisce le seguenti istruzioni alla Dea Madre: “Prendi un po’ d’argilla dal cuore della Terra, appena sopra l’Abzu”. Un inno alla Creazione di Ea afferma: “Il divino Ea nel Apsu prese un pezzo d’argilla, creò Kulla per restaurare i templi”. Infatti non è un caso che il babbuino per gli egizi era considerato, il simbolo di Thot, dio delle scienze e, per l’appunto,“dell'illuminazione”.
Non è casuale nemmeno la recente affermazione del ministro dei trasporti iracheno Kadhem Finjam al – Hamami che in occasione dell’inaugurazione del aeroporto di Dhi Qar ha fatto sapere che gli antichi Sumeri costruirono i primi aeroporti circa 5000/7000 anni fa e che da li facevano partire le loro astronavi per esplorare altri pianeti. Il ministro israeliano invece ha dichiarato che la Palestina esisteva migliaia di anni prima degli stessi ebrei; ma è un dato di fatto che nel mondo arabo, musulmano, cristiano e palestinese esiste anche un millenario conflitto che ha portato incredibilmente attraverso particolari dinamiche, conflitti di ragione, alla costruzione recente di uno stato anomalo, unico nel suo genere che fa pensare ad una ideazione mentale superiore e che crea ancora conflitto, si ricordino le 62 persone uccise da estremisti islamici nel 1997, proprio li nel tempio di Hatshepsut e al centro della contesa abbiamo sempre la millenaria città di Gerusalemme considerata il centro del mondo.

In Egitto ci fu un periodo in cui Ra divenne conosciuto come Amon-Ra, che significherebbe 'Ra nascosto' come lo era il Dio della Bibbia. Poi in sua assenza il potere sulla valle del Nilo venne affidato a Ningishzidda, suo fratello, conosciuto in Egitto, per l’appunto, con il nome di Thoth. Ma poi Ra con il suo nuovo esercito, tornò in Egitto intorno al 3100 e riprese il suo posto scacciando Thot. Questi, in cerca di una nuova terra da civilizzare, si sarebbe spinto, sempre secondo alcune tavole accadiche, nelle terre ad Ovest oltre il grande mare. Probabilmente giunse fino alle Americhe.In effetti è subitamente riscontrabile che il simbolo della stirpe divina dei faraoniegizi era il serpente d'oro sopra il capo edil serpente era anche il simbolo mesopotamico di Ningishzidda che, a quanto pare giunse fino alle Americhe; infatti lo ritroviamo con Quetzalcoat il serpente piumato, Viracocha, ecc.. Credete sia un caso che la Piramide del Sole, la Piramide della Luna e il Tempio del Serpente Piumato Quetzalcoatl abbiano eguale disposizione delle stelle che formano la cintura di Orione, allo stesso modo delle tre piramidi della piana di Giza in Egitto e allo stesso modo del complesso di Thornborough Henges, nel Yorkshire del Nord, Inghilterra, costituito da tre cerchi di pietre allineate. Credete sia un caso che la piramide di Micerino in Egitto presenti pietre sporgenti di granito rosso analoghe a quelle che ritroviamo a Cusco in Perù.Notate sotto la similitudine della stele egizia di Horus con alcune rappresentazioni di Viracocha, e, se ci pensate bene, potrebbe benissimo essere anche la rappresentazione del “serpente Biblico”; infatti Yahweh “il Dio degli eserciti” e Satana si contendono territori e poteri sono associabili alla progenie dei sumeri EnKi ed EnLil il cui simbolo era proprio il serpente. Gli accadici chiamavano il dio della Montagna “Ilu Kur Gal” che nel ebraismo diventò probabilmente “El Shaddai”. Gli stessi Elohim che descritti nel “Testamento di Amram” padre di Mosè hanno “volto di serpente e piumaggi”.

                                                                      
Per cui ritornando al nostro patriarca, si potrebbe pensare che Mosè, per qualche diverbio, avesse smesso di parteggiare per la sua discendenza da Thoth e Amon-Ra per seguire Jahwe Adonai, “Aton” degli Elohim.Infatti,vi si può constatare che Mosè fu guidato dal suo signore “Yahweh degli Elohim” per combattere la sua battaglia, non è un casochevi siano almeno 200 parti del testo biblico che rivelano chiaramente che Yahweh, in realtà, era un “Dio  guerriero”, “l’Adonai, l’Aton, il dio degli eserciti” da sempre in guerra con “Amon-ra”. In Esodo 16 -10 leggiamo: “E come Aaronne parlava a tutta la radunanza de’ figliuoli d’Israele, questi volsero gli occhi verso il deserto; ed ecco che la gloria dell’Eterno apparve nella nuvola”.Esodo 40. 34-38 34;“Allora la nuvola coprì la tenda di convegno, e la gloria dell’Eterno riempì il tabernacolo.
35 E Mosè non poté entrare nella tenda di convegno perché la nuvola vi s’era posata sopra, e la gloria dell’Eterno riempiva il tabernacolo.
36 Or durante tutti i loro viaggi quando la nuvola s’alzava di sul tabernacolo, i figliuoli d’Israele partivano;
37 ma se la nuvola non s’alzava, non partivano fino al giorno che s’alzasse.
.38 Poihcé la nuvola dell’Eterno stava sul tabernacolo durante il giorno; e di notte vi stava un fuoco, a vista di tutta la casa d’Israele durante tutti i loro viaggi”. Pare proprio chel’Elohim di Mosè viaggiasse sulla sua astronave “La Gloria di Jahweh” che produceva una nube luminosa attraverso la quale l’Elohim poteva osservare gli avvenimenti ed indicare la strada al suo popolo (Es 13,21; 14,24; 16,10).
Quando Mosè attraverso il Mar rosso l’ombra della nuvola di “Jahweh degli Elohim” era sopra gli egiziani, cosa poteva essere se non l’ombra di un’Astronave. Fu quel  “Elohim”  che fece divenire Mosè signore degli israeliti e creò il suo ordine sacerdotale volto al dio unico come poi avrebbe tentatodi fare anche il faraone Akenaton. Vi eraano contrasti tra le “alte sfere divine degli Elohim”. Ricordate la nota storia del profeta Balaam:Balak, re di Moab, si allarma, e invia gli anziani di Moab e dei Madianiti presso Balaam, figlio di Beor, per indurlo a raggiungerlo e ad aiutarlo maledicendo Israele. Il posto dove si trova Balaam viene spiegato semplicemente come "presso il suo popolo" nel testo masoretico, anche se sia il Pentateuco samaritano, sia la Vulgata, che la Peshitta lo identificano, guarda caso, con Ammon, cosa che viene accreditata anche da molti studiosi moderni. La tradizione elohista vede Balaam fare incantesimi e sacrificare su sette altari e predire nei luoghi elevati di Baal. Dalla fonte jahvista, invece, il profeta Balaam è invasodallo spirito di Dio che discende su di lui. Sposo di Anat, Balaam, a volte è paragonato al dio Marduk o, per l’appunto, al dio El. Disponeva di un tempio sul Monte Carmelo. Venne ucciso da Mot.I testi in lingua ugaritica (soprattutto quelli preservati nel Ciclo di Baal) pongono la dimora di Ba‘al/Hadad sul Monte Zaphon, facendo così pensare che i riferimenti a Ba‘al Zephon contenuti nei testi sacri ebraici del Tanakh indichino Hadad. Si afferma perciò che il Ba‘al Pe‘or, ovvero il Signore del Monte Pe‘or, che gli Israeliti non potevano venerare (Numeri 1 – 25), fosse anch'egli un riferimento a Hadad. Nel pantheon dei Cananei, Hadad era figlio di El, che era stato un tempo il dio principale del loro culto, ed il cui nome veniva utilizzato per indicare per l’appunto con il nome Yahweh.Non è un caso che a Cartagine ritroviamo il dio supremo “Ba'al Ammone/Baal Ammon” parte della triade con Tanit e Eshmun; ed è, non a caso,  generalmente identificato dai ricercatori per l’appunto con il dio semitico El, ma non solo, identificato anchecon Dagon, con il titano greco Crono ed il romano Saturno. In Egitto a Menfi lo ritroviamo con il nome di Baal-Tsefon. Per cui abbiamo un titolo di "Ba‘al" o di una dea "Ba‘alat" o "Ba‘alah"; e appare ovvio pensare che vi fossero molti dèi o dee parte dell’elite divina che intervenivano sul popolo terrestre in base alle loro esigenze di turno. Infatti Baal o Ba‘al, dall'accadico “bēlu” significa: signore, padrone, proprietario ed è una delle principali divinità della mitologia fenicia e per i Cananei dell'Antico Testamento era sinonimo di dio, e, solamente intorno al XIV secolo a.C., passò a indicare il maggiore degli dèi e il signore dell'universo, e quindi successivamente passò come falso dio e simbolo della idolatria.Ma badate che sono sempre le stesse divinità, come lo erano, per l’appunto il dio Amon e Amonetche originariamente ritroviamo durante l'Antico Regno egizio, dei Testi delle piramidi: i due facevano parte della antica Ogdoade di Ermopoli che è l'insieme delle otto divinità che esistevano prima della creazione, personificando le primeve forze del Caos ed erano venerate ad Ermopoli, nel XV distretto dell'Alto Egitto e sono: Nun e Nunet, le acque primordiali. Kuk e Keket, l'oscurità. Huh ed Huhet, l'illimitatezza. Amon ed Amonet, l'invisibilità. Il nome Amon (scritto imn, pronunciato Amana nella lingua egizia) significa il “Misterioso, il Nascosto”come lo era il Dio di Israele. Guarda caso anche il profeta Isaia cosi definisce il Dio d'Israele: "Veramente tu sei un Dio nascosto, Dio d'Israele, salvatore." (Isaia 45,15). Quel nascosto "misettatter" in ebraico viene dal radicale del verbo "nascondere". Le lettere di quel radicale, lette con i loro significati grafici, spiegano che è "avvolto completamente il corpo", ossia è del tutto velato. Una leggenda diTebe ci fa sapere che gli dei avrebbero creato un uovo, da cui nacque Amon, il dio-sole. Il clero di Amon umanizzo questo dio dandogli una moglie Mut ed un figlio Khonsu. Come appare nel complesso templare di Karnak. Appare così la struttura trinitaria tipica degli dei egizi e che poi ritroviamo anche nel Dio Cristiano. Qui il collegamento con l’Oannes di Beroso caldeo è appropriato in quanto può rappresentare benissimo quell’uovo astronave visto anche dai primevi caldei come ci racconta Beroso e ritorna anche l’analogia con Il Dagon, l’Odacon ecc..
A questo punto, tra le tante, come non ricordare l’esperienza del re di spagna Ferdinando secondo, che al suo confessore confidò la sua esperienza “soprannaturale”: "E apparve a me un angelo disceso dal cielo a bordo di un uovo molto brillante". "Quella sera ho visto dei demoni uscire da una palla di fuoco che sembravano provenire dall'inferno".
Ed ecco un inno ad Amon:
“Chinati davanti a te stanno gli dei, lodando la forza del creatore.
Re e capo di ogni dio, noi celebriamo la tua forza perché tu ci hai creati.
Ti veneriamo perché tu ci hai formati.
Cantiamo inni di lode perché tu ci protegga “
Sembra proprio che “l’Archetipo Creatore”, ossia “l’Elohim” di turno si sia ripresentato più volte nelle vicende umane, come una “Fenice” e con le stesse dinamiche abbia avviato il suo volere di guida dei popoli e suddivisione dei territori.
Per cui “Yhwh”, ovvero “Io sono colui che sono”, affidò il compito a Mosè di liberare gli israeliti dalla schiavitù egiziana. Da questo termine ebraico deriva per l’appunto, l’appellativo Yahweh,  poi divenuto “Adonai” affine al dio fenicio  “Adonis”, trasformato, poi anche in Jehowah nel latino medievale, e quindi in Gèova che guarda caso ricorda anche Giove (latinoIupiter o Iuppiter, accusativoIovem, o Diespiter) è il dio/divinità suprema (cioè il re di tutti gli dèi), della religione e della mitologia romana i cui simboli sono il fulmine e il tuono: dio latino simile alla divinità mitologica della religione greca Zeus o Tinia in quella etrusca. Viene indicato come figlio di Saturno e Opi. Opi era anche una fanciulla iperborea insidiata da Orione il gigante cacciatore, sia nella mitologia greca, sia nella mitologia latina, che fu posto da Zeus, padre degli Dei tra le stelle, nella costellazione di Orione. A mio parere quel “posto tra le stelle” assume un’affermazione veritiera non un allegoria; sono Dèi scesi dal cielo oggi diremmo “un equipaggio di alieni” con le loro navi che si stabilirono, sui monti della Terra le “Olimpie dimore” e ad un certo punto per le loro necessità, forgiarono una stirpe di caduchi uomini e in quanto “Archetipi creatori”, diedero inizio all’ loro “Gioco di ruolo” pieno di contese e degenerazioni che colpirono l’uomo nel corso delle Ere.  Sentite cosa ci dice Esiodo nelle sue Opere e i giorni:
“Prima una stirpe aurea di uomini mortali
fecero gli immortali che hanno le Olimpie dimore.
Erano ai tempi di Kronos, quand'egli regnava nel cielo;
come dèi vivevano, senza affanni nel cuore,
lungi e al riparo da pene e miseria, né triste
vecchiaia arrivava, ma sempre ugualmente forti di gambe e di braccia,
nei conviti gioivano, lontano da tutti i malanni;
morivano come vinti dal sonno, e ogni sorta di beni
c'era per loro; il suo frutto dava la fertile terra
senza lavoro, ricco ed abbondante, e loro, contenti,
in pace, si spartivano i frutti del loro lavoro in mezzo a beni infiniti,
ricchi d'armenti, cari agli dèi beati”.

Non è un caso che i circoli Ufologici oggi sono in fermento proprio per i ritrovamenti scoperti nella casa di Gerusalemme del famoso egittologo Sir William Petrie; oggetti che “potrebbero far proprio riscrivere la storia dell’antico Egitto e che pare siano stati recuperati dai rappresentanti del Museo Archeologico Rockefeller poco dopo il ritrovamento. In un articolo si legge: “Ora gli scienziati ne sono rientrati in possesso grazie all'intervento di un museo privato di Londra. Non è chiaro dove questi manufatti sono stati ritrovati originariamente. Probabilmente provengono dall'immenso complesso di Giza. Secondo Raffazzi Drago rappresentano l'anello mancante tra la tecnologia Aliena e quella Egiziana”.


Incuriosisce anche il fatto citato nel libro: “Mosè l’Egiziano” di Johannes Lehmann a pag 175 che riporta la notizia del ritrovamento a Nablus la biblica Sichem di un coccio di terracotta con l’iscrizione: “Toro è Jahwèh”. Inoltre lo stesso Geroboamo primo sovrano del regno settentrionale di Isralele (926-907 a. C.) fece costruire due tori d’oro e disse: “O Israele ecco il tuo Dio, che ti ha fatto uscire dall’Egitto”. Gli egizi adorarono il Toro Api e la stessa dea Hathor aveva le corna. Hator era la madre universale “che generava il dio sole e che allattava Horus, “che viaggiava sul suo “Occhio” e il suo rappresentante, il faraone”; dalla tomba di Tutankhamon ci arriva il racconto del compito, assegnatole dal padre Ra, di vendicare lui e le divinità, sdegnose in quanto trascurate dagli esseri umani. La dea esegue l'ordine paterno e sotto le sembianze di Sekhmet sbrana molti uomini e per placarla deve intervenire Thot con un abile stratagemma: le diede del vino ed ella lo scambiò per sangue, bevve e si ubriacò; quando si svegliò era tornata Hathor. Anche Mosè è rappresentato con le corna ed è in quei stessi luoghi biblici che si manifesto Jawhè dove son stati ritrovati quei reperti che testimoniano il “Contatto alieno” e che, come abbiamo visto, l’archeologo William Flinders Petrie nascose nella sua casa. Nel poema sumero di Gilgamesh il protagonista è impegnato a prendere proprio il toro “venuto dal cielo” per ucciderlo, mentre la dea di  Venere Ishtar voleva trucidare Gilgamesh con l’aiuto del toro celeste l’animale che ricevette dal padre il dio del cielo Anu che lo mandò sulla terra nei pressi dell’Eufrate dove il toro celeste si infuriò ed iniziò a ad emettere getti di bava e con la possente coda lanciò la sua merda. Lo stesso accade con il mito sumerico-babilonese di Ninrag dove la creatura di Ishtar è in grado di spianare montagne ed ecco il suo aspetto “tecnologico”: “Uno splendore terribile gli ha donato Anu in cielo, lo stesso tremendo splendore che ha investito la casa di Bel (la Terra) e l’ha avvolta”. Si sposta con un carro di lapislazzuli: “che semina terrore e il cui frastuono fa tremare il cielo e la terra. Tu alzi le braccia e l’ombra si diffonde, e il cielo di lana color rosso diventa”. Un altro mito babilonese ci racconta del Serpente di “Labbu”, “Sospirano le città e gli uomini nelle loro case... si ode il loro lamento... Chi ha partorito il (grande) Serpente? Bel si staglia nel cielo (l’immagine di Labbu): è lungo 50 miglia, un miglio è la sua testa. Chi andrà a ucciderlo e salverà il paese e sederà sul trono?”. Nel Salmo 77 dove viene descritto l’Esodo si legge: “Col tuo braccio il tuo popolo redimesti... e diedero guizzi le tue saette. Rumoreggiò fra il turbine e il tuo tuono, rischiararon le folgori il mondo. Ne fu scossa, ne tremò la terra, nel mare, o Signore fu la tua vita; il tuo varco traversò le grandi acque...”.Nelle raffigurazioni antiche, Orione è sempre raffigurato mentre affronta la carica del Toro sbuffante della costellazione confinante. In cielo c’era la stessa battaglia c he c’era interra tra i sacerdoti di Osiride di Orione ed il Toro o l’Athor il dio di Mosè. La costellazione, infatti, fu riconosciuta dai Sumeri, i quali videro in essa il loro grande eroe Gilgamesh che combatteva contro il Toro del Cielo. Il nome sumero di Orione era URU AN-NA, che significa, guarda caso, “luce del cielo”. Il Toro era GUD AN-NA, toro del cielo. A quanto pare serpenti e tori assumono lo stesso aspetto simili al Leviathan degli ebrei al Tifone greco all’uccello del Tuono delle civiltà precolombiane; in altre parole la grande Astronave degli Dei Bel e Jahweh, degli elohim o se volete degli anunaki e neteru  egizi. La dimora segreta degli dèi egizi era, per l’appunto, il “Deod”, “l’Occhio” guidato dagli “uomini falco” figli di Horus che arrivavano dalla porta orientale del cielo con il loro Grande falco Mekhemtiirty che misurava 770 cubiti, una trentina di metri. Ecco la Fenice, il Garuda, l’uccello del tuono, rappresentato  anche nel noto reperto azteco “l’Occhio di Quetzalcoatl.
Ai Tempi di Mosè, queste navi volanti erano comuni; dopo la ribellione dei principi tebani contro gli hyksos e con il regno di Ahmose (1539 a.C. - 1514 a.C.), Amon il dio creatore assunse un'importanza nazionale fondendosi con il dio-sole Ra divenendo Amon-Racapo del pantheon egizio. Solo durante il regno di Akhenaton (1351 a.C. - 1333 a.C.) ci fu un breve periodo monoteista con il dio sole Aton. Ma anche Amon per la sua posizione di capo di tutti gli dei a volte raggiunge un suo “virtuale monoteismo” in quanto tutti gli altri dèi erano ritenuti sue manifestazioni. Nella religione induista lo ritroviamo con il nome dell’epico eroe  Ràma, avatara di Visnu e apparso in terra per sconfiggere il malvagio Ràvana “dai mille occhi”; viaggiava nei cieli e nello spazio esterno con i suoi “Vimana, Vaixili” e riceve armi divine chiamate Upasamhaara Astras; insomma abbiamo la stessa lotta fra dei che ritroviamo in molte culture. Insieme a Osiride, Amon-Ra è il dio che compare con più frequenza nelle fonti egizie. Come divinità principale dell'impero egizio, Amon-Ra viaggiava sulla sua “Barca solare, il piramidale Ben Ben”, fu adorato anche fuori dall'Egitto, nell'antica Libia e in Nubia. La stele funeraria egizia di Pi-Ankhi, tradotta e interpretata da alcuni studiosi, ci fa sapere: “S’inerpicò sulla scala per raggiungere la grande finestra e vedere il dio Ra dentro il Benben. Da solo spostò la leva e aperte le duplici porte, scorse suo padre. Ra nello splendido santuario Het-Benben. Vide Maad, la Barca di Ra e Sektet il Vascello di Aten” (Aton). Amon con il nome di Zeus-Ammone, fu venerato anche dai greci; per cui da sempre, si racconta la stessa storia, vi era in atto una battaglia tra gli Elohim che ritroviamo ovunque. Un’antica “Battaglia” che ritroviamo anche tra Cristianesimo e Paganesimo all’interno dell’Impero Romano e che impervia ancora oggi.Ad esempio se indaghiamo la stirpe sacerdotale ebraica, la Bibbia ci dice che ebbe inizio con la nomina, durante l’Esodo, di Aronne fratello di Mosè e dei suoi figli istruiti per servire Yahweh, che non era un nuovo Dio, aveva origine egizia essendo legato ai Leviti che non ebbero la terra di Canaan; per Mosè chiamato “Uomo d’Egitto” Jahwèh era il “Dio dei padri”, così ci dice la Bibbia.Non è un caso che il Rabbino Lee I. Levine (Docente di Storia ebraica alla Hebrew University di Gerusalemme) scrive che l’identità israelitica si è formata dopo l’Esodo ed è il frutto di un periodo molto lungo di gestazione e accorpamento. Per cui gli Ebrei erano solo un insieme di genti di varia estrazione culturale che probabilmente parlavano egiziano; erano tribù nomadi disseminate nel Negeb e nella penisola sinaitica o più vastamente disperse nei deserti dell'Arabia settentrionale, prive di coesione e avrebbero raggiunto l’unificazione proprio con Mosè. La stessa bibbia ci fa sapere chiaramente dell'antico sacerdozio istituito nella tribù di Levi (Ebrei, VII, 1-25). Ma gli Yahud erano nobili e sacerdoti egizi e divennero poi I “Giudei” che giunsero a Canaan  mentregli ebrei rappresentavano solo la massa del popolo che si rifugiò nelle zone di confine.Il Levita Mosè partito dall’Egitto si incammino a occidente del Golfo di Suez e puntando su Serabit el-Chadem, la biblica Dofka giunse poi a Uadi Feiran dove si ergeva il monte di Dio ed in queste zone erano presenti gli antichi santuari egizi. Del resto anche le scoperte archeologiche fatte sul monte Horeb da William Flinders Petrie nella sua spedizione in Sinai confermano la presenza di una civiltà evoluta legata agli egizi e siamo nella zonadove Dio si manifestò a Mosè. Addirittura Beno Rothenberg relativamente alle scoperta del santuario di Timna simile,per l’appunto a quello di Serabit el-Chadem dedicato ala dea Athor,ci dice: “Abbiamo motivo di pensare che questa tenda-santuario sia dei madianiti”...”Il Materiale ritrovato nelle fondamenta dimostra che a Timna i madianiti e gli amaleciti non solo sono stati compagni di lavoro degli egizi, ma hanno anche diviso la stessa religione”.Forse non è un caso chequando Howard Carter scoprì la tomba e il sarcofago del faraone egizio Tutankhamon, numerosi segni mostrarono che era stato chiamato in causa dalla Bibbia. Per esempio, il grande velo di lino che costituiva la tenda delle quattro cappelle sparì misteriosamente, probabilmente perché evocava eccessivamente la tenda del tabernacolo della Bibbia.
Inoltre, se vogliamo ancora vedere il ripetersi delle stesse vicende, ancora la Bibbia cifa sapere anche, che molti anni prima il faraone d’Egitto dette in moglie a Giuseppe “Asenar, figlia di Potifera, sacerdote di On” e che ancora secoli prima, dopo la Guerra dei re, Abramo incontrò e venne benedetto da “Melchisedech, re di Salem,”l’odierna Gerusalemme” sacerdote del Dio Altissimo “Elyon Elohim”. Per cui Mosè, come i suoi predecessori sposò al suo tempo la figlia del sacerdote Jetro e divenne il rappresentante del volere di un Dio già conosciuto, appartenente ad una stirpe divina di “Elohim”, un elite che è da sempre in guerra in questo nostro pianeta con dinamiche diverse che di tanto in tanto si ripresentano e si sono ripresentate a scandire le vicende umane. La fine di un intervista fatta da Adriano Forgione a Roger Sabbah autore assieme al fratello Messod del libro; "I segreti dell' Esodo" si conclude con queste parole: “…la Cabala precisa che l’idolatria, lungi dal limitarsi alle statue di pietra, designa il culto della personalità. La Scrittura dice: “E gli idoli d’Egitto tremeranno davanti al suo volto [di Dio]”. La Scrittura non parla di pietre che costituiscono idoli, ma di capi celesti che dirigono quaggiù tutte le azioni del popolo. Detto altrimenti, anche quelli che nella nostra epoca chiamiamo idolatri o politeisti sono i primi a combattere l’idolatria personale e il culto di sé. Senza dubbio, gli antichi egizi seppero risolvere i loro problemi di civilizzazione. Senza dubbio erano più evoluti rispetto a noi, questo è certo…”.
Vedete molti credono che il mio pensiero sia solo speculazione, ma invece, si tratta solo di ricerca. Non è un caso che lentamente le cose stiano cambiando e si apre sempre più una nuova presa di coscienza. Pensate, ad esempio, che uno studio recente pare confermare che l’elite dei Faraoni dell'Antico Egitto fosse formata da “ibridi Extraterrestri”, ciò che sostengo da anni. Infatti il Dr. Stuart Fleischmann, assistente professore di genomica comparativa presso l’Istituto svizzero a El Cairo, ha reso pubblico i risultati di uno studio durato sette anni che  ha mappato il genoma di nove faraoni egiziani ed i loro risultati, a quanto pare, potrebbero cambiare i libri di storia. Fleischmann e il suo team hanno presentato i campioni di DNA in un processo chiamato reazione a catena della polimerasi (PCR). Nel campo della biologia molecolare, questa tecnica viene spesso utilizzata per replicare ed amplificare una singola copia di un pezzo di DNA, fornendo ai ricercatori un quadro chiaro di impronta genetica di qualcuno. Ciò che ne è uscito è che otto nuovi campioni hanno mostrato risultati interessanti ma banali mentre il nono campione apparteneva invece ad Akhenaton, il padre di Tutankhamon. Akhenaton, come si evince dalle rappresentazioni scultoree ha già di per se un’anatomia “Ambigua”, ed è certo che aveva una capacità cranica molto più grande della media, a causa della necessità di accogliere una corteccia più grande e per tale motivo gli studiosi si chiedono quale mutazione umana consentirebbe al cervello di crescere così tanto? Dato che non conosciamo ancora una tecnica scientifica nel campo della genetica. Nello specifico Fleischmann spiega che: ” La telomerasi (un gene dell’enzima) è utilizzato solo in due processi: un invecchiamento estremo o mutazione estrema. I dati archeologici e genetici suggeriscono che  Amenofi IV o Amenhotep IV/ Akhenaton ha vissuto fino al suo 45° anno.  Questo è sufficiente per esaurire l’intero corredo cromosomico telomerasi, lasciando dietro di sé una spiegazione imbarazzante, ma plausibile. Questa ipotesi è supportata anche dal fatto che l’analisi al microscopio elettronico hanno rivelato segni dicicatrici nucleotidi, che è un segnale indicativo della guarigione dell’elica del DNA dopo essere stati esposti agli agenti mutageni forti.” Sempre Fleischmann ha dichiarato: “Non ho idea dell’importanza dei nostri risultati e il loro significato, ma io certamente penso che stanno andando in una direzione che la comunità scientifica avrebbe immediatamente respinto in questa occasione alcuni decenni fa. “Gli alieni sono stati attivamente coinvolti nella vita degli antichi egizi?”. Come da sempre dico, c’è stata una manipolazione genetica nell’antichità ed è stata l’opera di esseri evoluti con una tecnologia avanzata che erano presenti nell’antico Egitto, come confermano i miei studi e le recenti scoperte scientifiche e archeologiche; si vedano ad esempio il mio articolo dimaggio 2015 su Archeo Misteri magazine, riguardantei gioielli degli antichi egizi che confermerebbero che gli antichi dei egizi erano alieni, o l’articolo sulla mia scoperta ripresentato in veste editoriale da Umberto Visani:“Ufo nel Passato. Dalle celesti "Cttà divine" del patriarca Enoch alle odierne astronavi madre aliene. L'Incredibile indicazione di Lucio Tarzariol che vede Gerusalemme e Tenochtitlàn costruite dal profeta Enoch a immagine della "Casa di Dio" "Gloria di Dio" e molti altri ancora”. Nel prossimo futuro dovremmo per forza prendere coscienza e sconvolgere il senso della Storia che abbiamo imparato a conoscere.Qui sotto ad esempio, vi proppongo una mia interpretazione di qualche anno fa di un’immagine di Abido, dove, a mio parere, è rappresentato quello che sempre di più sta venendo a galla, ossia “la Realtà aliena”, nella cultura egizia sottoforma di “ibridazione rituale” volta alla “Trasformazione”. Mosè fu edotto di ciò, e probabilmente, in base alle mie ricerche, o se volete speculazioni, sembra che ce ne abbia lasciato una traccia occulta.

La Profezzia di Orione
Spesso nella Bibbia la parola Orione viene tradotta semplicemente con "costellazioni", ma negli antichi testi della Bibbia dei Settanta, è correttamente riportato "Orione". alcuni passi li troviamo in Giobbe 9:9 e Giobbe 38:31; Amos 5:8. Da alcuni studi riportati in un anonimo articolo il Mistero di Orione la Costellazione viene associata al ritorno del Cristo sulla terra, ne ripoto alcuni estratti:
Stupirà sapere che allo scadere della profezia detta delle "2300 sere e mattine", scritta da Daniele 2600 anni fa, sorge un movimento mondiale di risveglio e riforma religiosi. In seno a questo movimento una donna, Ellen White, considerata anch'essa una messaggera di Dio, riceve in visione una informazione sui tempi della fine del mondo.
Ricordiamo che, sempre secondo la profezia menzionata, dal 1844, anno in cui scade, il tempo corre verso il compimento finale. Insomma dal 1844, secondo la Bibbia, è iniziato il periodo che comunemente si chiama "fine dei tempi" e al cui termine apparirà il Messia.
Ellen White parlando proprio di quel giorno, nel riportare i termini della visione, così scrisse nel suo libro "Early writings", del 1848 "Apparvero grosse nubi oscure e cozzarono le une contro le altre. L'atmosfera si squarciò e si arrotolò all'indietro, allora noi potemmo guardare attraverso lo spazio aperto in Orione, da dove proveniva la voce di Dio. La Santa Città scenderà attraverso questo spazio aperto"
Alcuni scienziati sono perplessi nel constatare quanti fenomeni strani ed inspiegabili stiano avvenendo nella zona di Orione in questi ultimi anni. Nessuno capiva cosa volesse dire Dio disse a Giobbe quando "Sei tu che stringi i legami delle Pleiadi,  potresti tu sciogliere le catene di Orione?"
 Potrebbe sembrare soltanto un linguaggio figurato, ma forse non è così. Alcuni anni or sono è apparso in televisione uno scienziato che, parlando di anomalie nella zona della cintura di Orione, affermava che le stelle di essa si stavano allontanando vertiginosamente le une dalle altre in sensi opposti e, per illustrarlo usò specificatamente questa espressione: "La cintura di Orione si sta sciogliendo". Dio aveva detto a Giobbe: "Puoi tu sciogliere le catene di Orione?"
Perché Orione è incatenato? E si prevede che possa essere sciolto? Che cosa, in Orione è per ora incatenato e che potrebbe sciogliersi?
Ellen White mette Orione implicitamente in relazione con il ritorno del Messia sulla terra alla fine del mondo. Non è la sola.
 Lo studioso Adrian Gilbert mette anch'esso Orione e i fenomeni celesti ad esso connessi, in relazione con l'apparizione del Messia, Così scrive nel suo libro "I re pellegrini": "Orione, così come nell'antichità simboleggiava Osiride, il padre dei faraoni egizi, adesso rappresenta anche il Padre che risiede nei cieli di Gesù. Pare dunque che l'ascensione al cielo di Gesù sia strettamente collegata ad Orione. Stando così le cose abbiamo ulteriori motivi per ricordare che Orione, il padre del tempo sta attualmente raggiungendo il suo punto di massima elevazione nel cielo"
E quindi conclude: "Che una porta stellare sia sul punto di aprirsi?"
Gilbert ha commesso l'errore di imbastire date sul ritorno del Messia, e qui non lo seguiamo; ma ha avuto il coraggio di trattare il problema nei suoi giusti termini. Anch'egli pensa ad Orione come ad una porta stellare, una specie di diaframma spazio-temporale che immette in dimensioni a noi sconosciute; forse l'eternita?
Gilbert ha inoltre involontariamente usato le stesse immagini della Bibbia e di Ellen White, affermando che qualcosa si sta "aprendo", cioè si sta "sciogliendo".
Forse un altro indizio potrà metterci sulla giusta strada: l'etimologia della parola che
Gesù, parlando ai suoi discepoli della sua morte li preparava all'evento rincuorandoli con delle promesse; in una occasione menzionò proprio una dimora, delle case, che sarebbe andato a preparare, naturalmente dopo la sua ascensione. Leggiamo il testo nell'evangelo di Giovanni: "Il vostro cuore non sia turbato. nella casa del Padre mio ci sono molte dimore, io vado a prepararvi un luogo"
"E quando sarò andato e vi avrò preparato un luogo, tornerò, e vi accoglierò presso di me, affinché dove sono io siate anche voi" ( Giovanni 14:1-3)
Conclusioni
Forse l'antico messaggio su Orione è stato veramente riscoperto nella nostra epoca. Dio ha voluto comunicare all'uomo una parola di speranza; ha voluto additare un luogo dal quale proveniamo e nel quale possiamo tornare: la nostra casa vera, il famoso "paradiso perduto".
Lo psicologo svizzero Paul Tournier afferma che l'uomo ha bisogno di un posto; ne ha un bisogno disperato e ne è continuamente alla ricerca. Questo luogo, afferma ancora lo studioso, l'unico che può dare realmente sicurezza totale è proprio l'Eden perduto, e ci ricorda come da bambini ci costruivamo delle traballanti capanne fatte con le coperte e gli spazzoloni della mamma e nelle quali ci sentivamo comunque sicuri, sereni, padroni di un luogo appunto.  Quelle capanne rappresentavano, senza che ne fossimo coscienti, il luogo originario, la casa del Padre, posta dietro la porta di Orione.
Orione è la meravigliosa parabola di un Dio che non ha dimenticato l'uomo e che presto tornerà per portarlo a casa; nel luogo in cui, per usare una espressione della stessa Bibbia, non ci saranno più né lacrime, né dolore, né grido, né morte.

Orione ci dice che c'è una patria, c'è una vita dopo la morte, c'è un Messia che garantisce tutto questo.