lunedì 9 febbraio 2015

Lucio Tarzariol espone a Londra presso la Galleria d'Arte Contemporanea: The Brick Lone Gallery - dal 14 al 20 aprile 2015


 Associazione Internazionale dell'Arte
Lucio Giuseppe Tarzariol da Castello Roganzuolo espone a Londra









La contaminazione culturale è foriera di crescita intellettuale e di progresso non solo artistico, ma culturale in senso lato. Dall’Impero Romano ad oggi, l’Italia è sempre stata la meta di artisti, scrittori ed eruditi, che soggiornavano lunghi periodi di tempo nel nostro paese per ammirarne luoghi, paesaggi, monumenti e opere d’arte, frutto del grande genio italico, per cercare, in ultima analisi, le radici più profonde della cultura occidentale.
Tuttavia, dal 2014 sino ad oggi, l’Associazione Internazionale dell’Arte ha promosso un viaggio artistico-intellettuale all’opposto di quello sopra descritto: non più da tutto il mondo verso l’Italia, ma dall’Italia verso tutto il mondo. L’arte contemporanea e post-moderna lascia l’Italia e si dirige nelle più grandi ed importanti capitali europee: San Pietroburgo, Parigi e Londra. Il grande pubblico internazionale avrà così l’occasione di conoscere l’arte italica, nelle sue più svariate forme ed espressioni stilistiche.
La terza tappa di questo viaggio artistico internazionale, simbolicamente, sbarca a Londra, all’interno della Galleria d’Arte Contemporanea “The Brick Lane Gallery” dal 14.4.2015 al 20.4.2015, con una suggestiva ed innovativa collettiva di 58 artisti italiani contemporanei, che vede la partecipazione straordinaria di due artiste russe.
Con grande entusiasmo e voglia di fare arte, l’Associazione Internazionale dell’Arte ha creato un ambizioso quanto avanguardistico progetto culturale, che darà vita ad una incredibile contaminazione di generi e di stili pittorici, proponendo, pertanto, al grande pubblico londinese, un evento unico nel suo genere. Dal figurativo, all’informale, dal geometrico, all’astratto, gli artisti in esposizione, rappresentativi dell’arte italiana contemporanea, potranno confrontarsi con la multi- culturalità tipica della città di Londra.
Del resto, l’arte italiana è sempre stata la protagonista del florido mercato della city.
La National Gallery, all’interno della sua collezione permanente di oltre 2.300 dipinti, che spaziano dal Medioevo, al Rinascimento, fino all’arte contemporanea del XX secolo, si trovano i più grandi maestri italiani di tutti i tempi: Tiziano, Duccio, Uccello, Lippi, Mantegna, Botticelli, Bellini, Caravaggio, Canaletto.
            Il mercato d’arte italiana del XX secolo a Londra iniziò a svilupparsi nell’ottobre 1999, arrivando a un valore di 13 milioni nel 2002 ed a 54 milioni di euro nel 2014.
            I venditori, i mercanti e gli esperti d’arte hanno riconosciuto che Londra è il posto giusto per commerciare l’arte italiana del dopoguerra. Sempre nel 2014 la “Pace Gallery” ha dedicato una retrospettiva all’artista M. Merz, che morì nel 2003. All’ultima asta di “Christie”, la Pace ha comprato una scultura a spirale di Merz per un valore di oltre 200 mila euro. Le opere più conosciute di Merz sono degli igloo realizzati con materiali industriali; tre igloo, di vetro, di pietra e d’argilla sono stati venduti dalla “Fondazione Merz” superando il prezzo record di 1,5 milioni di euro. Ed ancora la “Robilant & Voena”, nel quartiere Mayfair di Londra, nel 2014, ha dato vita ad una mostra dedicata a P. Scheggi, che morì nel 1971, all’età di soli 31 anni. La tecnica di Scheggi è chiamata “spazialismo” ed il suo lavoro è stato recentemente riscoperto dal mercato. Il tema dello spazialismo prosegue anche alla “Dominique Levy Gallery”, che ha presentato, lo scorso anno, nella city, una mostra che ha paragonato le opere dell’italiano E. Castellani agli americani F. Stella e D. Judd, lo stesso artista che aveva definito Castellani come “il padre del minimalismo”.
                Il movimento artistico dell’”Arte Povera” è di nuovo alla ribalta con una mostra di opere di A. Boetti alla “Luxembourg and Dayan Gallery”, sempre nel centro di Londra. Quivi, è stata riunita la serie completa della parodia di Boetti verso il feticismo delle merci in Italia negli anni Sessanta, con particolare riferimento alle aziende Gilera e Guzzi.
            Che il mercato di Londra sia molto più forte rispetto a quello italiano, è chiaro già con l’apertura a “Mayfair” della “Mazzoleni Gallery” proveniente da Torino, che si occupa di arte moderna italiana a partire dagli anni Sessanta. La sua prima mostra è stata composta da opere di celebri maestri della storia dell’arte italiana, come L. Fontana, P. Manzoni e A. Burri, così come dai già citati Castellani e Scheggi.
 
            Tutto quanto sopra illustrato fa capire la scelta di Londra come tappa fondamentale del viaggio artistico-culturale dell’Associazione Internazionale dell’Arte, in linea sia con le nuove tendenze espositive post-moderne sia con l’attuale flusso del mercato internazionale dell’arte contemporanea, che vede nella capitale della Gran Bretagna il luogo ideale in cui promuovere l’arte italiana. Ed in particolare, attraverso questa collettiva che è sinonimo di contaminatio di stili e di tecniche: dall’astrattismo geometrico al paesaggismo, dall’acrilico alla cementite, dall’espressionismo alla fotografia digitale, dall’olio al caffè su tela, dalla flash art all’espressionismo, dal soft pastel alla china, dal trompe-l’œil al post-impressionismo, dal dripping alla spray art, dal realismo all’arte fantastica.
In definitiva, si è in presenza di ciò che si può definire “sincretismo o eclettismo artistico” ovvero, “post-modernismo artistico” e cioè, per usare la parole di B. Lewis e di K. Ishiguro, “della narrativa Postmodernista, che si caratterizza per il disordine temporale, il disprezzo della narrazione lineare, la commistione delle forme e la sperimentazione nel linguaggio”.
Per tutto quanto sopra esposto, un grande e meritato plauso va, senza ombra di dubbio, all’Associazione Internazionale dell’Arte, la quale, in un momento di grave crisi culturale ed economica, si è assunta l’onore e l’onere di realizzare una collettiva di notevole importanza artistica.

 Prof. Dr. Simone Fagioli
critico e storico