ll mistero delle antiche tavolette
che spiazza la teoria di Darwin
Vedere l'analogia delle rappresentazioni illustrate qui sopra che sembrano rappresentare "l'Evento biblico dell'uccisione del drago"; ma possono rappresentare anche una coesistenza dell'uomo con i dinosauri, ossia, l'uccisione di queste creature da parte di alieni, "Elohim" creduti "Angeli celesti" da chi descrisse l'evento in questi ed altri manufatti, vecchi di migliaia di anni.
Articolo su Archeo Misteri:
UOMINI E DINOSAURI CONVIVEVANO
a cura di Lucio Tarzariol
In questa ricerca vedete riportate delle formelle che ho “rispolverato dalla storia”, che sono state trovate a Treviso, precisamente a Oderzo; scoperta avvenuta qualche secolo scorso dove si vedono coesistere uomini o “angeli” con dinosauri, cosa che ritroviamo anche nella biblioteca litica o gliptoteca di Ica dove appaiono figure simili. Appare evidente che un tempo ben preciso siano convissuti dinosauri e uomini o altrimenti vorrà dire, che sia in Perù che in Italia, c’è stato un “arcaico San Giorgio, il santo uccisore di draghi”. Di queste formelle ho trovato notizia, ormai dimenticata, in un antico testo del 1700 appartenente ad una collezione privata e dal titolo: “La Galleria di Minerva overo notizie universali”, stampato presso Girolamo Albrizzi, dove a pagina 45 vengono riportate addirittura le immagini di queste curiose e alquanto strane tre tavolette ritrovate nella cittadina dell’opitergino. Nel testo si legge testualmente: ”Scavandosi in luogo di Oderzo; città una volta vaghissima, ora semplice Castello della Marca Trevigiana, molto terreno per fondarvi un Edificio, si sono ritrovate tre pietre cotte durissime antiche della grandezza, e figura che tengono gli aggiunti esemplari”, e seguono le incisioni e le considerazioni dell’autore del testo che esprime la sua difficoltà a decifrarne i simboli e le immagini.
A mio parere in queste tavolette si scorge una realtà incredibile che lede la considerazione della “teoria evoluzionistica dawiniana della specie”. Infatti si evidenzia una coesistenza tra dinosauri e uomini, cosa che appare evidente anche nelle pietre di Ica, una collezione di pietre di andesite raccolte ad Ica in Perù e portate in Spagna già nel sedicesimo secolo e più di recente, rese note dal medico peruviano Javier Cabrera Darquea che nel tempo ne collezionò un notevole numero. Molte di esse recano, per l’appunto, curiose incisioni superficiali, fra cui, rappresentazioni di dinosauri ed esseri umani che coesistono, non ché, addirittura, elementi di tecnologia avanzata; e guarda caso; proprio a Ocucaje, nel 1989, Jimenez del Oso rinvenne una colonna vertebrale umana accanto a fossili di dinosauri. Con queste conferme Cabrera si convinse che la sua teoria aveva solide basi scientifiche e credeva l’esistenza di una manipolazione genetica avvenuta migliaia di anni fa.
Due delle tre tavolette di Oderzo che ho trovato riportate nel testo del 1700 “La Galleria di Minerva overo notizie universali”, stampato presso Girolamo Albrizzi, a confronto con le pietre di Ica Perù, notare l’analogia delle figure centrali cerchiate in rosso.
Alla luce di questa mia inedita ricerca e scoperta, che non è l’unica, non è assurdo pensare che queste raffigurazioni testimonino un passato in cui ci sia stato un periodo dove uomini e dinosauri siano vissuti insieme contemporaneamente. Tale ipotesi, oltre che dalle pietre di Ica, come appena visto, è stata “confermata” anche da ritrovamenti similari di lastre di pietra raffiguranti rettili in Columbia presso Cundinamarca, Boyaca. Sempre in Columbia, Tra l’altro, a Quindio è stato scoperto anche lo scheletro di un iguanodonte, lungo 20 metri, insieme ad un cranio umano preistorico, che a causa del processo di fossilizzazione era diventato calce. Non dimentichiamo poi il ritrovamento, presso Acambaro, nella Sierra Madre, in Messico, dove sono state rinvenute strane statuette datate 2500 a.C , nel 1972 dai laboratori americani, che raffigurano uomini, in abiti di foggia orientale e provvisti di curiose armi, in compagnia di animali preistorici come dinosauri, brontosauri, serpenti. Fu nel 1945 che un certo Waldemar Julsrud, commerciante tedesco, durante una cavalcata nel suo ranch trovò una di queste strane figurine di ceramica e poi con l’aiuto del suo collaboratore indigeno Julsrud, riuscì a metterne insieme, addirittura, 33.000. Se ne desume che a in quel periodo, secondo la scienza ufficiale, non potevano esistere i dinosauri e, cosa assai più misteriosa, nessuno poteva sapere che fossero esistiti esseri di questo genere.
Altre curiose tavolette che testimoniano questa coesistenza uomo e sauro, ci giungono dal “re unificatore Narmer”, del Basso Egitto, in cui, anche qui, compaiono dinosauri, due stranissimi animali dal collo lungo, tenuti al guinzaglio da quelli che sembrano domatori umani. La Tavoletta di re Narmer fu ritrovata a Recto e risale al 3100 a.C. ed è di scisto verde ed è ora custodita al Museo Egizio del Cairo.
La tavola votiva di re Narmer 3100 a.C. prima dinastia, ritrovata sul sito di Ieracompoli, è alta 63 centimetri. La tavola, di scisto verde, è scolpita a bassorilievo e decorata su entrambi i lati con scene ordinate su tre registri. Alla sommità, due teste di vacca simboleggiano la dea Hathor, divinità cosmica il cui nome significa "dimora di Horo". Poichè Horo era il nome con cui di norma si identificava il faraone, il re rappresentato sul monumento si pone in questo modo sotto la protezione divina e celeste. L'annuncio dell'unificazione delle due parti del territorio egiziano è dato in modo semplice e chiaro: sul davanti, il sovrano compare con la corona bianca dell'Alto Egitto, mentre sul retro porta la corona rossa del Basso Egitto. E' il primo faraone a regnare sul Sud e sul Nord.
Navigando in rete, troviamo anche molte testimonianze fossili che confermano la convivenza di umani e dinosauri; ad esempio: a Carson City, nel Kentuky sono state ritrovate impronte di piedi e di calzature in uno strato antico di 110 milioni di anni. A Macoupin nell’Illinois orme umane fossilizzate si trovano in uno strato del Carbonifero e risalenti quindi a 300 milioni di anni fa. Nel Canyon Havasupai si trovano le pitture murali di un T-Rex, nel Big Sandy River quelle di uno Stegosauro. Nel Turkmenistan una impronta umana è accanto a quella di un animale preistorico. Dalla posizione delle impronte sembra che l’uomo stesse cacciando l’animale. A Laetoli in Tanzania, le tracce fossili umane sono mescolate a quelle dei dinosauri. Altre impronte umane fossili in Messico, Arizona, Texas, Illinois, New Messico, Kentucky e altri stati in rocce vecchie di 250 milioni di anni. Carl Baugh, della Pennsylvania State University, in Texas rinvenne, in uno strato di roccia databile 140 milioni di anni fa, le impronte dei piedi di un uomo accanto a quelle di un dinosauro. Addirittura nel 2005 la rivista “Science” pubblicò una notizia sensazionale: a Hell Creek, nel Montana, alcuni scienziati del “Glendive Dinosaur & Fossil Museum” trovarono delle ossa di dinosauro in eccellente stato di conservazione. Si trattava di due enormi femori appartenuti ad un triceratopo e ad un adrosauro.
Di per sé nulla di eccezionale se non il fatto che queste ossa contenevano ancora quantità rilevanti di collageno. Ciò permise di datare i reperti con il radioisotopo, rendendo possibile una datazione estremamente accurata dal momento che il collageno non si altera col
tempo. Il risultato fu incredibile: il triceratopo si era estinto 30.000 anni mentre l’adrosauro 23.000. Non bastasse, nello specifico, ricordo l’articolo scientifico del prof. Berney Neufeld della Department of Biology Middle East College di Beirut, dove fu trattata, prove alla mano, l’ipotesi della convivenza tra dinosauri ed esseri umani, tra le prove emerge che nel 1930, il Dr. Roland T. Bird, paleontologo del Museo Americano di Storia Naturale di New York, scovò delle grandi orme umane di oltre 15 pollici di lunghezza. Le indagini rivelarono la presenza di orme di dinosauro e che entrambe le varietà di provenivano dalla regione del Glen Rose in Texas centrale. Successivamente il Dott. Bird trovó in Texas impronte di dinosauri nel letto del fiume Paluxy, scoprendone molte altre. Si dice che gli ultimi dinosauri vissero circa 60 milioni di anni prima della comparsa umana, ma le orme rilevate dal fiume Paluxy in Texas, chissà perché, sono state raccolte dall'Union Columbia College, Takoma Park, Maryland.
Nelle prime due immagini impronte del Glen Rose, affianco a destra impronta gigante in Sud Africa, vicino alla città di Mpaluzi al confine con lo Swaziland, datata tra 200 milioni e 3 miliardi di anni. L’impronta gigante è in granito grezzo, di circa 4 metri di lunghezza.
Recentemente il paleontologo Hugh Miller ha rilasciato un’intervista ad Augusto de Izcue corrispondente della rivista mensile “Radici cristiane”, riferendo quanto segue:
“L’evidenza è ormai schiacciante. Nei miei 25 anni e più di ricerche, sia sul campo che in diversi laboratori, sono arrivato alla conclusione che tutti quegli anni (cioè i tempi lunghissimi postulati dalla teoria dell'evoluzione) semplicemente non esistono. E questo, a mio parere, è una delle falle più vistose dell’evoluzionismo. Cioè, fisicamente non è esistito il tempo necessario per portare avanti il processo evolutivo, come loro lo propongono. Per esempio, mi richiamo a ciò che ho detto nella mia relazione sulla datazione al C14 di ossa di dinosauri, che è la mia specialità. Essa mostra senza ombra di dubbio che i dinosauri non hanno più di 22-30.000 anni, anziché i 65-225 milioni suggeriti dagli evoluzionisti. Questo è un tempo troppo breve per un processo di macro-evoluzione. In conclusione possiamo dire che in assenza di lunghi periodi di tempo, l’ipotesi evoluzionista perde tutto il suo valore scientifico. Non solo, ma credo che sia una teoria molto dannosa per la scienza, una teoria che ha fatto molto male perché ha impedito che certi orizzonti venissero esplorati, proprio perché contraddicevano quest’ipotesi. Ecco il problema. I dinosauri sono spariti appena poche migliaia di anni fa. Veda, per esempio, quei tanti disegni antichi, e che vanno dal 5.000 a.C. fino a non più di 2.000 anni fa, ove sono rappresentati dinosauri esattamente come noi, paleontologi, li conosciamo. Solo che noi li conosciamo dallo studio delle ossa. Perché persero i dinosauri il loro posto nel nostro ecosistema? L’ipotesi che si fa largo è l’azione dell’uomo. Gli uomini si sono moltiplicati fino a coprire la Terra, mentre i dinosauri sono spariti. Il fatto è che l’uomo è intelligente. Prenda, per esempio, un tirannosauro rex. Era una creatura assolutamente terrificante, alta quattro metri, ma bastava tenderle un agguato, per esempio con una corda fra due alberi, per farlo cadere rompendosi il collo. Ed ecco hamburger di tirannosauro rex per qualche settimana…!”
Queste scoperte si omogeneano benissimo alla Bibbia dove In Genesi 1:21 Dio ci dice appunto che i primi esseri creati furono proprio i dinosauri.
“21 E Dio creava i grandi mostri marini e ogni anima vivente che si muove, di cui le acque brulicarono secondo le loro specie, e ogni alata creatura volatile secondo la sua specie. E Dio vedeva che [era] buono. 22 Allora Dio li benedisse, dicendo: “Siate fecondi e moltiplicatevi e riempite le acque dei bacini dei mari, e le creature volatili si moltiplichino sulla terra”. 23 E si faceva sera e si faceva mattina, un quinto giorno.
24 E Dio proseguì, dicendo: “Produca la terra anime viventi secondo le loro specie, animale domestico e animale che si muove e bestia selvaggia della terra secondo la sua specie”. E così si fece. 25 E Dio faceva la bestia selvaggia della terra secondo la sua specie e l’animale domestico secondo la sua specie e ogni animale che si muove sul suolo secondo la sua specie. E Dio vedeva che [era] buono.
26 E Dio proseguì, dicendo: “Facciamo l’uomo a nostra immagine, secondo la nostra somiglianza, e tengano sottoposti i pesci del mare e le creature volatili dei cieli e gli animali domestici e tutta la terra e ogni animale che si muove sopra la terra”. 27 E Dio creava l’uomo a sua immagine, lo creò a immagine di Dio; li creò maschio e femmina. 28 Inoltre, Dio li benedisse e Dio disse loro: “Siate fecondi e moltiplicatevi e riempite la terra e soggiogatela, e tenete sottoposti i pesci del mare e le creature volatili dei cieli e ogni creatura vivente che si muove sopra la terra”.
Anche secondo la Bibbia, l’uomo è giunto dopo i dinosauri, ma nessuno vieta che si possa pensare che per un certo tempo abbiano coesistito. Non è un caso visto che recentemente, sembra ammetterlo anche il vicedirettore del CNR, Roberto De Mattei storico Cristiano che ha organizzato un convegno che sembra essere “antievoluzionista” a cui hanno partecipato scienziati di tutta Europa, dove si balenavano anche idee che vedevano dinosauri convivere con l’uomo. Queste idee già le riportai molti anni fa nel mio libro: “L’invisibile Mistero della Creazione”, indagine sule problematiche cosmologiche e antropologiche, dove scrissi:
“Le teorie evoluzionistiche come quella darwiniana, in voga il secolo scorso, assieme alla teoria degli “equilibri punteggiati” di Gould e della “speciazione quantica” di Simpson non sono mai state realmente convalidate, anzi oggi alcuni studiosi ritengono che le prove di transizione fossili, delle specie animali, compresa quella umana, siano alquanto inaffidabili, sia per qualità sia per numero. Quindi Non ci sarebbero transizioni tra gli Australopithecus e i sapiens Stheinheimensis, né tra i Sapiens Neanderthalensis e i più recenti Sapiens Sapiens; sembrano solo stadi diversi di perfezionamento apportati da ignoti e non dovuti ad una naturale evoluzione. Lo stesso naturalista Charles Dawin ammise che dovevano esserci numerosi fossili di transizione da trovare, ma così non è stato, e in quelle specie osservate, si è notato solo un cambiamento di carattere, ma all’interno della stessa specie e questo può significare che in una specie non si producono nuove informazioni genetiche, ma si riorganizzano le preesistenti, dando vita sì a nuove combinazioni, ma limitate, come predicono le leggi di Mendel sulla genetica. Quanto detto, rende difficile credere alla discendenza di tutte le specie da un organismo progenitore che avrebbe origine a sua volta dagli elementi chimici presenti nell’atmosfera primitiva. Zucherkerman mette in dubbio anche l’origine umana dai fossili ritrovati, l’antropologo Richard Leakey afferma che fino ad oggi non è stato scoperto niente che abbia senso nella transizione verso l’uomo, compreso il noto ritrovamento dell’Austrolopiteco Aferensis, chiamato “Lucy”, un ominide ritrovato nel 1974 in Etiopia, fatto risalire a 3.250.000 anni fa. I ricercatori e paleontologi David Pilbeam, Leakey, Zilman, Lowenstein, mettono in dubbio addirittura il “Ramapithecus”, che ritengono sia solo l’antenato dell’orangutan. L’uomo di Neanderthal, ritenuto fino a poco tempo fa l’uomo scimmia, sembra avere, alla luce dei nuovi studi, una capacità cerebrale superiore all’uomo moderno. Gli evoluzionisti: Alan Feduccia, Rayner, Olson, Whetstone, Tordoff, Walker, Martin, Chatterjee e Bentos mettono in dubbio anche la discendenza degli uccelli dai dinosauri. Io stesso sotto il Monte Pelmo ho ritrovato impronte fossili d’uccelli “Archeorniti”, risalenti al periodo triassico, circa 220 milioni d’anni fa, e non mi sembrano tanto diverse da quelle degli uccelli d’oggi. Per quanto riguarda gli organi ritenuti residuali nel corpo umano, la scienza moderna con Bergman e Howe, ne ha rivelato le funzioni, vedi per la tiroide, l’appendice, le tonsille, ecc., Ma a parte questi riscontri, c’è chi sostiene che le coincidenze che hanno reso possibile la vita sulla terra sono così complesse da essere impossibile da considerarle casuali, basti osservare la complessità delle molecole DNA, RNA, necessarie alla vita, così, l’unica altra possibilità sarebbe proprio l’intervento di un essere intelligente. Ilya Prigogine, premio Nobel per la fisica afferma l’incerta possibilità che da un certo numero di molecole, a temperatura ordinaria, si sia assemblata una struttura ordinata con funzioni che avrebbero caratterizzato la vita. Per quanto riguarda l’origine della materia nell’universo, la prima legge della termodinamica afferma, che massa ed energia non possono essere ne create, ne distrutte, possono solo essere solo convertite, senza perdere la loro quantità che si mantiene costante nell’universo e ciò contraddice l’avvenuta della “Singolarità” del Big Bang, il quale lo stesso concepimento presuppone una situazione primordiale di stabilità senza una possibilità di cambiamento, che negherebbe il Big Bang stesso, se non per opera di un creatore, o di un “flusso energetico extradimensionale” proveniente dai buchi neri. Tutto questo rivelerebbe che l’universo e la vita non sono apparsi per caso, ma stati creati. In base alla seconda legge della termodinamica, infatti, è possibile affermare che ogni sistema naturale osservato, tenda al disordine, allo sperpero d’energia, quindi per logica un microrganismo non si può riorganizzare in stadi superiori; e anche ciò ci porta sempre a pensare ad un creatore. Il noto evoluzionista Pratt, afferma che se dovesse spiegare le origini della terra con le idee moderne, non si distaccherebbe tanto dal linguaggio usato nella Genesi. More e Grene affermano che la teoria darwiniana è basata solo su un’esagerata fede. Così anche questa teoria che ancora oggi tiene banco è minacciata già alle sue fondamenta, ma ciò non toglie che in essa si celi qualche verità da riorganizzare, utile per rispondere a quelle domande che da sempre ci poniamo. In Oriente già nei Rig Veda, (1, 164, 4) ci si chiedeva: “Chi ha visto il primo nato?” dice il poeta, “quando colui che non aveva ossa portò colui che aveva ossa? Ove era la vita, il sangue, il Sé del mondo? Chi andò a chiederlo a chi sapeva?”; partendo proprio da questo tipo di domande si ha ipotizzato veramente di tutto nell’arco della nostra storia ed è a questo punto che è apparsa la “Fratellanza Bianca”, come dice Daskalos, mago di Strovolos: “Nel momento in cui l’uomo alzò gli occhi al cielo e si chiese “chi sono”. C’è da chiedersi quando l’uomo si chiese chi è? Poteva chiederselo solo quando aveva l’intelligenza per farlo, solo quando Dio, gli dei, gli Arconti creatori, gli alieni archetipi del cielo intervennero e diedero la sensienza al “primate” che era solo un animale o meglio un’anima primitiva senza intelletto, quando intervennero geneticamente, ma questa è un’altra storia che qui non trova le pagine per essere scritta, ma per chi volesse approfondire può trovare opportune risposte in miei altri scritti.
A sinistra l'impronta di Burdick vecchia di 100 milioni di anni, che apparterrebbe ad un essere umano alto oltre 2 metri e 10 cm, che conviveva con i dinosauri. A fianco le impronte di scarpe ritrovate ad Antilope Spring, 43 miglia da ovest di Delta, Utah, con il trilobite, evidenziato all'interno del cerchio rosso. Per ultima l’impronta della mano umana trovata in una roccia risalente al periodo Cretaceo, nello stesso strato in cui sono rinvenute le impronte dei piedi dei dinosauri di Glen Rose
Non è così strano che vi sia corrispondenza tra le tavolette di Oderzo in Italia e le pietre di Ica in Peru. Giuliano Romano, nel suo volume Archeoastronomia, rimanda l’evidenza che esistono molte grandi “stazioni astronomiche”, neolitiche nel Triveneto, in Alto Adige, sui Colli Joben e San Pietro, a Castello di Godaco e a Oderzo. Ancora, a Veronella Alta e Mel vicino Belluno, per cui risaliamo al tempo delle pietre di Ica. Infatti si parla di megalitiche strutture, come quelle di Ansedonia scoperte dal’amico di Gabriele D’Annunzio il colonello Costantino Cattoi dove nel suo carteggio con l’esoterista Martinelli, come visto alla fine degli anni ’50 - meglio definibili come sculture rupestri, la cui scoperta risale al 1954. La Sfinge Erice custode di una tomba a Trapani nel 1955. Giano bifronte di Pisco Montano, a Terracina, la cui scoperta del 1926 attribuita a Evelino Leonardi, ma, fotografato in assoluto la prima volta dal Colonnello Costantino Cattoi.
Dalle pietre di questi arcaici luoghi, trasformate in sculture” appaiono, uomini, belve, animali. Poiché la prima scrittura geroglifica è incisa nel granitico sasso, ecco che in Italia, proprio ad Ansedonia, contempliamo le sue ciclopiche sculture di aquila, elefante, leone, unicorno, tori, e per l’appunto, dinosauri”.Gli studi del Colonnello Cattoi sono stati rispolverati nel 2000 da Maurizio Martinelli figlio del noto esoterista Martinelli di Carrara che riscoprì alcune lettere di suo padre ed una corrispondenza epistolare che evidenziava, che il colonnello Cattoi aveva relazioni culturali con altri studiosi del tempo, come il danese Wilhem Wanscher, ed George Hunt Williamson. I due studiosi giungono ad una sbalorditiva tesi, fondata su lunghe, precise e scrupolose ricerche in sito, e da rilevamenti fotografici da aerei fatti dallo stesso Cattoi fin dal 1915/1918. Da queste ricerche il Cattoi evince che l’area della Toscana comprendente le zone dell’Argentario, di Ansedonia e Monte Amiata, siano stati fulcri, punti di ‘contatto’, in un remotissimo tempo e scrive: "[…], perchè sono questi i tre caposaldi toscani, che dimostrerebbero il centro da dove sono partiti i "Messaggeri divini", per portare in Egitto, in Asia e nel Perù, le ‘lettere’ sacre. Le nozioni di agricoltura, di scienza, e l’arte. E’, per questo motivo – così scrive Cattoi al Dr. Martinelli padre – che il Williamson, è partito dal Perù per giungere in Italia, confermando la tesi….”. Tra il 24 Luglio e il 17 Agosto, la Nazione riporta dell’avvenuto incontro pubblico tra il Colonnello Cattoi e lo studioso W. Williamson, che pone il mondo dell’archeologia dinanzi a forti enigmi. In una lettera all’esoterista Martinelli Cattoi scrive: “… Io la informo – rivolgendosi al Martinelli – del giorno esatto dell’arrivo di Williamson. Ma, se ha seguito la Nazione, del 24 Luglio, come del 14 e 17 Agosto (nonché appreso da notiziario radio), che già un primo contatto ho avuto con lo studioso. In occasione di una prima escursione all’Ansedonia, Williamson ha verificato: che la misteriosa civiltà di TIUHANACO, è di origine italica-tirrenide-atlantidea…”. Il Colonnello Cattoi, ha scoperto, fin dai tempi della Guerra del 15-’18, che la terra è attraversata da linee di forza magnetiche. Alcuni punti d’incrocio di tali linee di forza furono scelte dai sacerdoti per la costruzione dei Santuari. Cattoi, scopre che in corrispondenza di tali santuari – per la maggior parte distrutti dal tempo. Scoperta a cui giunge anche Nicola Tesla (1857-1943), Curioso è il fatto che nel 1898, Tesla nel suo laboratorio a Colorado Springs, constata che il suo trasmettitore riceve un segnale che si ripete continuamente. Affermando così di aver ricevuto un 'segnale' dallo spazio.
Il colonnello Cattoi era un convinto assertore che in un passato remoto fosse esistita nel Tirreno un’enorme isola, che riuniva la Sardegna, la Corsica, e le Baleari. E’ il 1954 ed egli effettua con entusiasmo, ricerche tra le rovine nell’area di Orbetello. Ben presto, analizzando reperti di vecchie mura cittadine di origine italica, scopre che Orbetello faceva parte della misteriosa Tirrenide. I suoi interessi per l’area sono immediati, come notevole il contributo datogli dalla moglie sensitiva, Maria – come ho avuto modo di citare – che dicesi vedeva sotto terra come ad occhio nudo. Un episodio saliente, riportato in una delle lettere (epistolario C. Cattoi, Ottobre 1958), descrive di un alquanto anomalo e strano accadimento vissuto dalla moglie radioestesista del Colonnello. Si trova, Maria, nella Grotta Azzurra, a Capri, quando ad un tratto, comincia a vedere fasci d’intensa luce, come raggi il cui calore emanato, giunge ad ustionare il suo corpo che la costringe ad un ritiro forzato nella sua camera d’albergo, per curare le ustioni riportate.
Il colonnello Cattoi che Tirrenide è stata abitata dai Ciclopi – di omerica memoria - e successivamente da Pelasgi, antenati degli Etruschi. Il cui Re Tirreno da, per conseguenza, il nome al mare. In tarda età il Colonnello Cattoi è intento sempre nelle sue investigazioni, quando scopre di aver localizzato tre delle città tirreniche situate tra Porto Santo Stefano, e l’Isola del Giglio.
Fu negli anni ‘50/’60 che il colonnello Cattoi si relazionò con lo studioso Daniel Ruzo, grande esoterista, conoscitore del mistero e grande esploratore peruviano con analisi e scoperte specifiche in Marchahuasi, studiato e mappato, nella cordigliera delle Ande (Perù), a 3800 m di altitudine. Con il citato Williamson – che paragona le sculture rupestri di Ansedonia, a quelle scoperte da Daniel Ruzo. Infine, pur non essendo stato in Carrara, e sulle Apuane, ritiene che tale area sia l’Apu-an. La cui etimologia definita dagli studi di Wilhem Wanscher, significa: “Il Sole alato ritorna” . Per cui ritroviamo le navi spaziali che giungono dallo spazio la correlazione con i precolombiani “uomini aquila” ed la mia scoperta “l’Occhio di Quetzalcoatl” o meglio “Occhio di Horus, (vedi video).
A mio parere in queste tavolette si scorge una realtà incredibile che lede la considerazione della “teoria evoluzionistica dawiniana della specie”. Infatti si evidenzia una coesistenza tra dinosauri e uomini, cosa che appare evidente anche nelle pietre di Ica, una collezione di pietre di andesite raccolte ad Ica in Perù e portate in Spagna già nel sedicesimo secolo e più di recente, rese note dal medico peruviano Javier Cabrera Darquea che nel tempo ne collezionò un notevole numero. Molte di esse recano, per l’appunto, curiose incisioni superficiali, fra cui, rappresentazioni di dinosauri ed esseri umani che coesistono, non ché, addirittura, elementi di tecnologia avanzata; e guarda caso; proprio a Ocucaje, nel 1989, Jimenez del Oso rinvenne una colonna vertebrale umana accanto a fossili di dinosauri. Con queste conferme Cabrera si convinse che la sua teoria aveva solide basi scientifiche e credeva l’esistenza di una manipolazione genetica avvenuta migliaia di anni fa.
Due delle tre tavolette di Oderzo che ho trovato riportate nel testo del 1700 “La Galleria di Minerva overo notizie universali”, stampato presso Girolamo Albrizzi, a confronto con le pietre di Ica Perù, notare l’analogia delle figure centrali cerchiate in rosso.
Alla luce di questa mia inedita ricerca e scoperta, che non è l’unica, non è assurdo pensare che queste raffigurazioni testimonino un passato in cui ci sia stato un periodo dove uomini e dinosauri siano vissuti insieme contemporaneamente. Tale ipotesi, oltre che dalle pietre di Ica, come appena visto, è stata “confermata” anche da ritrovamenti similari di lastre di pietra raffiguranti rettili in Columbia presso Cundinamarca, Boyaca. Sempre in Columbia, Tra l’altro, a Quindio è stato scoperto anche lo scheletro di un iguanodonte, lungo 20 metri, insieme ad un cranio umano preistorico, che a causa del processo di fossilizzazione era diventato calce. Non dimentichiamo poi il ritrovamento, presso Acambaro, nella Sierra Madre, in Messico, dove sono state rinvenute strane statuette datate 2500 a.C , nel 1972 dai laboratori americani, che raffigurano uomini, in abiti di foggia orientale e provvisti di curiose armi, in compagnia di animali preistorici come dinosauri, brontosauri, serpenti. Fu nel 1945 che un certo Waldemar Julsrud, commerciante tedesco, durante una cavalcata nel suo ranch trovò una di queste strane figurine di ceramica e poi con l’aiuto del suo collaboratore indigeno Julsrud, riuscì a metterne insieme, addirittura, 33.000. Se ne desume che a in quel periodo, secondo la scienza ufficiale, non potevano esistere i dinosauri e, cosa assai più misteriosa, nessuno poteva sapere che fossero esistiti esseri di questo genere.
Altre curiose tavolette che testimoniano questa coesistenza uomo e sauro, ci giungono dal “re unificatore Narmer”, del Basso Egitto, in cui, anche qui, compaiono dinosauri, due stranissimi animali dal collo lungo, tenuti al guinzaglio da quelli che sembrano domatori umani. La Tavoletta di re Narmer fu ritrovata a Recto e risale al 3100 a.C. ed è di scisto verde ed è ora custodita al Museo Egizio del Cairo.
La tavola votiva di re Narmer 3100 a.C. prima dinastia, ritrovata sul sito di Ieracompoli, è alta 63 centimetri. La tavola, di scisto verde, è scolpita a bassorilievo e decorata su entrambi i lati con scene ordinate su tre registri. Alla sommità, due teste di vacca simboleggiano la dea Hathor, divinità cosmica il cui nome significa "dimora di Horo". Poichè Horo era il nome con cui di norma si identificava il faraone, il re rappresentato sul monumento si pone in questo modo sotto la protezione divina e celeste. L'annuncio dell'unificazione delle due parti del territorio egiziano è dato in modo semplice e chiaro: sul davanti, il sovrano compare con la corona bianca dell'Alto Egitto, mentre sul retro porta la corona rossa del Basso Egitto. E' il primo faraone a regnare sul Sud e sul Nord.
Navigando in rete, troviamo anche molte testimonianze fossili che confermano la convivenza di umani e dinosauri; ad esempio: a Carson City, nel Kentuky sono state ritrovate impronte di piedi e di calzature in uno strato antico di 110 milioni di anni. A Macoupin nell’Illinois orme umane fossilizzate si trovano in uno strato del Carbonifero e risalenti quindi a 300 milioni di anni fa. Nel Canyon Havasupai si trovano le pitture murali di un T-Rex, nel Big Sandy River quelle di uno Stegosauro. Nel Turkmenistan una impronta umana è accanto a quella di un animale preistorico. Dalla posizione delle impronte sembra che l’uomo stesse cacciando l’animale. A Laetoli in Tanzania, le tracce fossili umane sono mescolate a quelle dei dinosauri. Altre impronte umane fossili in Messico, Arizona, Texas, Illinois, New Messico, Kentucky e altri stati in rocce vecchie di 250 milioni di anni. Carl Baugh, della Pennsylvania State University, in Texas rinvenne, in uno strato di roccia databile 140 milioni di anni fa, le impronte dei piedi di un uomo accanto a quelle di un dinosauro. Addirittura nel 2005 la rivista “Science” pubblicò una notizia sensazionale: a Hell Creek, nel Montana, alcuni scienziati del “Glendive Dinosaur & Fossil Museum” trovarono delle ossa di dinosauro in eccellente stato di conservazione. Si trattava di due enormi femori appartenuti ad un triceratopo e ad un adrosauro.
Di per sé nulla di eccezionale se non il fatto che queste ossa contenevano ancora quantità rilevanti di collageno. Ciò permise di datare i reperti con il radioisotopo, rendendo possibile una datazione estremamente accurata dal momento che il collageno non si altera col
tempo. Il risultato fu incredibile: il triceratopo si era estinto 30.000 anni mentre l’adrosauro 23.000. Non bastasse, nello specifico, ricordo l’articolo scientifico del prof. Berney Neufeld della Department of Biology Middle East College di Beirut, dove fu trattata, prove alla mano, l’ipotesi della convivenza tra dinosauri ed esseri umani, tra le prove emerge che nel 1930, il Dr. Roland T. Bird, paleontologo del Museo Americano di Storia Naturale di New York, scovò delle grandi orme umane di oltre 15 pollici di lunghezza. Le indagini rivelarono la presenza di orme di dinosauro e che entrambe le varietà di provenivano dalla regione del Glen Rose in Texas centrale. Successivamente il Dott. Bird trovó in Texas impronte di dinosauri nel letto del fiume Paluxy, scoprendone molte altre. Si dice che gli ultimi dinosauri vissero circa 60 milioni di anni prima della comparsa umana, ma le orme rilevate dal fiume Paluxy in Texas, chissà perché, sono state raccolte dall'Union Columbia College, Takoma Park, Maryland.
Nelle prime due immagini impronte del Glen Rose, affianco a destra impronta gigante in Sud Africa, vicino alla città di Mpaluzi al confine con lo Swaziland, datata tra 200 milioni e 3 miliardi di anni. L’impronta gigante è in granito grezzo, di circa 4 metri di lunghezza.
Recentemente il paleontologo Hugh Miller ha rilasciato un’intervista ad Augusto de Izcue corrispondente della rivista mensile “Radici cristiane”, riferendo quanto segue:
“L’evidenza è ormai schiacciante. Nei miei 25 anni e più di ricerche, sia sul campo che in diversi laboratori, sono arrivato alla conclusione che tutti quegli anni (cioè i tempi lunghissimi postulati dalla teoria dell'evoluzione) semplicemente non esistono. E questo, a mio parere, è una delle falle più vistose dell’evoluzionismo. Cioè, fisicamente non è esistito il tempo necessario per portare avanti il processo evolutivo, come loro lo propongono. Per esempio, mi richiamo a ciò che ho detto nella mia relazione sulla datazione al C14 di ossa di dinosauri, che è la mia specialità. Essa mostra senza ombra di dubbio che i dinosauri non hanno più di 22-30.000 anni, anziché i 65-225 milioni suggeriti dagli evoluzionisti. Questo è un tempo troppo breve per un processo di macro-evoluzione. In conclusione possiamo dire che in assenza di lunghi periodi di tempo, l’ipotesi evoluzionista perde tutto il suo valore scientifico. Non solo, ma credo che sia una teoria molto dannosa per la scienza, una teoria che ha fatto molto male perché ha impedito che certi orizzonti venissero esplorati, proprio perché contraddicevano quest’ipotesi. Ecco il problema. I dinosauri sono spariti appena poche migliaia di anni fa. Veda, per esempio, quei tanti disegni antichi, e che vanno dal 5.000 a.C. fino a non più di 2.000 anni fa, ove sono rappresentati dinosauri esattamente come noi, paleontologi, li conosciamo. Solo che noi li conosciamo dallo studio delle ossa. Perché persero i dinosauri il loro posto nel nostro ecosistema? L’ipotesi che si fa largo è l’azione dell’uomo. Gli uomini si sono moltiplicati fino a coprire la Terra, mentre i dinosauri sono spariti. Il fatto è che l’uomo è intelligente. Prenda, per esempio, un tirannosauro rex. Era una creatura assolutamente terrificante, alta quattro metri, ma bastava tenderle un agguato, per esempio con una corda fra due alberi, per farlo cadere rompendosi il collo. Ed ecco hamburger di tirannosauro rex per qualche settimana…!”
Queste scoperte si omogeneano benissimo alla Bibbia dove In Genesi 1:21 Dio ci dice appunto che i primi esseri creati furono proprio i dinosauri.
“21 E Dio creava i grandi mostri marini e ogni anima vivente che si muove, di cui le acque brulicarono secondo le loro specie, e ogni alata creatura volatile secondo la sua specie. E Dio vedeva che [era] buono. 22 Allora Dio li benedisse, dicendo: “Siate fecondi e moltiplicatevi e riempite le acque dei bacini dei mari, e le creature volatili si moltiplichino sulla terra”. 23 E si faceva sera e si faceva mattina, un quinto giorno.
24 E Dio proseguì, dicendo: “Produca la terra anime viventi secondo le loro specie, animale domestico e animale che si muove e bestia selvaggia della terra secondo la sua specie”. E così si fece. 25 E Dio faceva la bestia selvaggia della terra secondo la sua specie e l’animale domestico secondo la sua specie e ogni animale che si muove sul suolo secondo la sua specie. E Dio vedeva che [era] buono.
26 E Dio proseguì, dicendo: “Facciamo l’uomo a nostra immagine, secondo la nostra somiglianza, e tengano sottoposti i pesci del mare e le creature volatili dei cieli e gli animali domestici e tutta la terra e ogni animale che si muove sopra la terra”. 27 E Dio creava l’uomo a sua immagine, lo creò a immagine di Dio; li creò maschio e femmina. 28 Inoltre, Dio li benedisse e Dio disse loro: “Siate fecondi e moltiplicatevi e riempite la terra e soggiogatela, e tenete sottoposti i pesci del mare e le creature volatili dei cieli e ogni creatura vivente che si muove sopra la terra”.
Anche secondo la Bibbia, l’uomo è giunto dopo i dinosauri, ma nessuno vieta che si possa pensare che per un certo tempo abbiano coesistito. Non è un caso visto che recentemente, sembra ammetterlo anche il vicedirettore del CNR, Roberto De Mattei storico Cristiano che ha organizzato un convegno che sembra essere “antievoluzionista” a cui hanno partecipato scienziati di tutta Europa, dove si balenavano anche idee che vedevano dinosauri convivere con l’uomo. Queste idee già le riportai molti anni fa nel mio libro: “L’invisibile Mistero della Creazione”, indagine sule problematiche cosmologiche e antropologiche, dove scrissi:
“Le teorie evoluzionistiche come quella darwiniana, in voga il secolo scorso, assieme alla teoria degli “equilibri punteggiati” di Gould e della “speciazione quantica” di Simpson non sono mai state realmente convalidate, anzi oggi alcuni studiosi ritengono che le prove di transizione fossili, delle specie animali, compresa quella umana, siano alquanto inaffidabili, sia per qualità sia per numero. Quindi Non ci sarebbero transizioni tra gli Australopithecus e i sapiens Stheinheimensis, né tra i Sapiens Neanderthalensis e i più recenti Sapiens Sapiens; sembrano solo stadi diversi di perfezionamento apportati da ignoti e non dovuti ad una naturale evoluzione. Lo stesso naturalista Charles Dawin ammise che dovevano esserci numerosi fossili di transizione da trovare, ma così non è stato, e in quelle specie osservate, si è notato solo un cambiamento di carattere, ma all’interno della stessa specie e questo può significare che in una specie non si producono nuove informazioni genetiche, ma si riorganizzano le preesistenti, dando vita sì a nuove combinazioni, ma limitate, come predicono le leggi di Mendel sulla genetica. Quanto detto, rende difficile credere alla discendenza di tutte le specie da un organismo progenitore che avrebbe origine a sua volta dagli elementi chimici presenti nell’atmosfera primitiva. Zucherkerman mette in dubbio anche l’origine umana dai fossili ritrovati, l’antropologo Richard Leakey afferma che fino ad oggi non è stato scoperto niente che abbia senso nella transizione verso l’uomo, compreso il noto ritrovamento dell’Austrolopiteco Aferensis, chiamato “Lucy”, un ominide ritrovato nel 1974 in Etiopia, fatto risalire a 3.250.000 anni fa. I ricercatori e paleontologi David Pilbeam, Leakey, Zilman, Lowenstein, mettono in dubbio addirittura il “Ramapithecus”, che ritengono sia solo l’antenato dell’orangutan. L’uomo di Neanderthal, ritenuto fino a poco tempo fa l’uomo scimmia, sembra avere, alla luce dei nuovi studi, una capacità cerebrale superiore all’uomo moderno. Gli evoluzionisti: Alan Feduccia, Rayner, Olson, Whetstone, Tordoff, Walker, Martin, Chatterjee e Bentos mettono in dubbio anche la discendenza degli uccelli dai dinosauri. Io stesso sotto il Monte Pelmo ho ritrovato impronte fossili d’uccelli “Archeorniti”, risalenti al periodo triassico, circa 220 milioni d’anni fa, e non mi sembrano tanto diverse da quelle degli uccelli d’oggi. Per quanto riguarda gli organi ritenuti residuali nel corpo umano, la scienza moderna con Bergman e Howe, ne ha rivelato le funzioni, vedi per la tiroide, l’appendice, le tonsille, ecc., Ma a parte questi riscontri, c’è chi sostiene che le coincidenze che hanno reso possibile la vita sulla terra sono così complesse da essere impossibile da considerarle casuali, basti osservare la complessità delle molecole DNA, RNA, necessarie alla vita, così, l’unica altra possibilità sarebbe proprio l’intervento di un essere intelligente. Ilya Prigogine, premio Nobel per la fisica afferma l’incerta possibilità che da un certo numero di molecole, a temperatura ordinaria, si sia assemblata una struttura ordinata con funzioni che avrebbero caratterizzato la vita. Per quanto riguarda l’origine della materia nell’universo, la prima legge della termodinamica afferma, che massa ed energia non possono essere ne create, ne distrutte, possono solo essere solo convertite, senza perdere la loro quantità che si mantiene costante nell’universo e ciò contraddice l’avvenuta della “Singolarità” del Big Bang, il quale lo stesso concepimento presuppone una situazione primordiale di stabilità senza una possibilità di cambiamento, che negherebbe il Big Bang stesso, se non per opera di un creatore, o di un “flusso energetico extradimensionale” proveniente dai buchi neri. Tutto questo rivelerebbe che l’universo e la vita non sono apparsi per caso, ma stati creati. In base alla seconda legge della termodinamica, infatti, è possibile affermare che ogni sistema naturale osservato, tenda al disordine, allo sperpero d’energia, quindi per logica un microrganismo non si può riorganizzare in stadi superiori; e anche ciò ci porta sempre a pensare ad un creatore. Il noto evoluzionista Pratt, afferma che se dovesse spiegare le origini della terra con le idee moderne, non si distaccherebbe tanto dal linguaggio usato nella Genesi. More e Grene affermano che la teoria darwiniana è basata solo su un’esagerata fede. Così anche questa teoria che ancora oggi tiene banco è minacciata già alle sue fondamenta, ma ciò non toglie che in essa si celi qualche verità da riorganizzare, utile per rispondere a quelle domande che da sempre ci poniamo. In Oriente già nei Rig Veda, (1, 164, 4) ci si chiedeva: “Chi ha visto il primo nato?” dice il poeta, “quando colui che non aveva ossa portò colui che aveva ossa? Ove era la vita, il sangue, il Sé del mondo? Chi andò a chiederlo a chi sapeva?”; partendo proprio da questo tipo di domande si ha ipotizzato veramente di tutto nell’arco della nostra storia ed è a questo punto che è apparsa la “Fratellanza Bianca”, come dice Daskalos, mago di Strovolos: “Nel momento in cui l’uomo alzò gli occhi al cielo e si chiese “chi sono”. C’è da chiedersi quando l’uomo si chiese chi è? Poteva chiederselo solo quando aveva l’intelligenza per farlo, solo quando Dio, gli dei, gli Arconti creatori, gli alieni archetipi del cielo intervennero e diedero la sensienza al “primate” che era solo un animale o meglio un’anima primitiva senza intelletto, quando intervennero geneticamente, ma questa è un’altra storia che qui non trova le pagine per essere scritta, ma per chi volesse approfondire può trovare opportune risposte in miei altri scritti.
A sinistra l'impronta di Burdick vecchia di 100 milioni di anni, che apparterrebbe ad un essere umano alto oltre 2 metri e 10 cm, che conviveva con i dinosauri. A fianco le impronte di scarpe ritrovate ad Antilope Spring, 43 miglia da ovest di Delta, Utah, con il trilobite, evidenziato all'interno del cerchio rosso. Per ultima l’impronta della mano umana trovata in una roccia risalente al periodo Cretaceo, nello stesso strato in cui sono rinvenute le impronte dei piedi dei dinosauri di Glen Rose
Non è così strano che vi sia corrispondenza tra le tavolette di Oderzo in Italia e le pietre di Ica in Peru. Giuliano Romano, nel suo volume Archeoastronomia, rimanda l’evidenza che esistono molte grandi “stazioni astronomiche”, neolitiche nel Triveneto, in Alto Adige, sui Colli Joben e San Pietro, a Castello di Godaco e a Oderzo. Ancora, a Veronella Alta e Mel vicino Belluno, per cui risaliamo al tempo delle pietre di Ica. Infatti si parla di megalitiche strutture, come quelle di Ansedonia scoperte dal’amico di Gabriele D’Annunzio il colonello Costantino Cattoi dove nel suo carteggio con l’esoterista Martinelli, come visto alla fine degli anni ’50 - meglio definibili come sculture rupestri, la cui scoperta risale al 1954. La Sfinge Erice custode di una tomba a Trapani nel 1955. Giano bifronte di Pisco Montano, a Terracina, la cui scoperta del 1926 attribuita a Evelino Leonardi, ma, fotografato in assoluto la prima volta dal Colonnello Costantino Cattoi.
Dalle pietre di questi arcaici luoghi, trasformate in sculture” appaiono, uomini, belve, animali. Poiché la prima scrittura geroglifica è incisa nel granitico sasso, ecco che in Italia, proprio ad Ansedonia, contempliamo le sue ciclopiche sculture di aquila, elefante, leone, unicorno, tori, e per l’appunto, dinosauri”.Gli studi del Colonnello Cattoi sono stati rispolverati nel 2000 da Maurizio Martinelli figlio del noto esoterista Martinelli di Carrara che riscoprì alcune lettere di suo padre ed una corrispondenza epistolare che evidenziava, che il colonnello Cattoi aveva relazioni culturali con altri studiosi del tempo, come il danese Wilhem Wanscher, ed George Hunt Williamson. I due studiosi giungono ad una sbalorditiva tesi, fondata su lunghe, precise e scrupolose ricerche in sito, e da rilevamenti fotografici da aerei fatti dallo stesso Cattoi fin dal 1915/1918. Da queste ricerche il Cattoi evince che l’area della Toscana comprendente le zone dell’Argentario, di Ansedonia e Monte Amiata, siano stati fulcri, punti di ‘contatto’, in un remotissimo tempo e scrive: "[…], perchè sono questi i tre caposaldi toscani, che dimostrerebbero il centro da dove sono partiti i "Messaggeri divini", per portare in Egitto, in Asia e nel Perù, le ‘lettere’ sacre. Le nozioni di agricoltura, di scienza, e l’arte. E’, per questo motivo – così scrive Cattoi al Dr. Martinelli padre – che il Williamson, è partito dal Perù per giungere in Italia, confermando la tesi….”. Tra il 24 Luglio e il 17 Agosto, la Nazione riporta dell’avvenuto incontro pubblico tra il Colonnello Cattoi e lo studioso W. Williamson, che pone il mondo dell’archeologia dinanzi a forti enigmi. In una lettera all’esoterista Martinelli Cattoi scrive: “… Io la informo – rivolgendosi al Martinelli – del giorno esatto dell’arrivo di Williamson. Ma, se ha seguito la Nazione, del 24 Luglio, come del 14 e 17 Agosto (nonché appreso da notiziario radio), che già un primo contatto ho avuto con lo studioso. In occasione di una prima escursione all’Ansedonia, Williamson ha verificato: che la misteriosa civiltà di TIUHANACO, è di origine italica-tirrenide-atlantidea…”. Il Colonnello Cattoi, ha scoperto, fin dai tempi della Guerra del 15-’18, che la terra è attraversata da linee di forza magnetiche. Alcuni punti d’incrocio di tali linee di forza furono scelte dai sacerdoti per la costruzione dei Santuari. Cattoi, scopre che in corrispondenza di tali santuari – per la maggior parte distrutti dal tempo. Scoperta a cui giunge anche Nicola Tesla (1857-1943), Curioso è il fatto che nel 1898, Tesla nel suo laboratorio a Colorado Springs, constata che il suo trasmettitore riceve un segnale che si ripete continuamente. Affermando così di aver ricevuto un 'segnale' dallo spazio.
Il colonnello Cattoi era un convinto assertore che in un passato remoto fosse esistita nel Tirreno un’enorme isola, che riuniva la Sardegna, la Corsica, e le Baleari. E’ il 1954 ed egli effettua con entusiasmo, ricerche tra le rovine nell’area di Orbetello. Ben presto, analizzando reperti di vecchie mura cittadine di origine italica, scopre che Orbetello faceva parte della misteriosa Tirrenide. I suoi interessi per l’area sono immediati, come notevole il contributo datogli dalla moglie sensitiva, Maria – come ho avuto modo di citare – che dicesi vedeva sotto terra come ad occhio nudo. Un episodio saliente, riportato in una delle lettere (epistolario C. Cattoi, Ottobre 1958), descrive di un alquanto anomalo e strano accadimento vissuto dalla moglie radioestesista del Colonnello. Si trova, Maria, nella Grotta Azzurra, a Capri, quando ad un tratto, comincia a vedere fasci d’intensa luce, come raggi il cui calore emanato, giunge ad ustionare il suo corpo che la costringe ad un ritiro forzato nella sua camera d’albergo, per curare le ustioni riportate.
Il colonnello Cattoi che Tirrenide è stata abitata dai Ciclopi – di omerica memoria - e successivamente da Pelasgi, antenati degli Etruschi. Il cui Re Tirreno da, per conseguenza, il nome al mare. In tarda età il Colonnello Cattoi è intento sempre nelle sue investigazioni, quando scopre di aver localizzato tre delle città tirreniche situate tra Porto Santo Stefano, e l’Isola del Giglio.
Fu negli anni ‘50/’60 che il colonnello Cattoi si relazionò con lo studioso Daniel Ruzo, grande esoterista, conoscitore del mistero e grande esploratore peruviano con analisi e scoperte specifiche in Marchahuasi, studiato e mappato, nella cordigliera delle Ande (Perù), a 3800 m di altitudine. Con il citato Williamson – che paragona le sculture rupestri di Ansedonia, a quelle scoperte da Daniel Ruzo. Infine, pur non essendo stato in Carrara, e sulle Apuane, ritiene che tale area sia l’Apu-an. La cui etimologia definita dagli studi di Wilhem Wanscher, significa: “Il Sole alato ritorna” . Per cui ritroviamo le navi spaziali che giungono dallo spazio la correlazione con i precolombiani “uomini aquila” ed la mia scoperta “l’Occhio di Quetzalcoatl” o meglio “Occhio di Horus, (vedi video).
Artista Bibliotecario
TARZARIOL LUCIO
TARZARIOL LUCIO