È davvero così?
Il 10 dicembre 2010 l'astronomo russo Leonid Elenin ha scoperto una nuova cometa e l'Unione Astronomica Internazionale (IAU) gli ha consentito di battezzarla col proprio nome, come si usa in questi casi. Questo sfata la prima leggenda, quella sul nome.
I dati orbitali dicono che in questo momento si trova a 316 milioni di km dalla Terra e a 465 milioni di km dal Sole. Ha attraversato da poco la cintura degli asteroidi ma è ancora oltre l'orbita di Marte. Raggiungerà il perielio (la distanza minima dal Sole) il 10 settembre 2011, passando a circa 0,48 Unità Astronomiche dal nostro astro (l'Unità Astronomica - U.A. - è la distanza media della Terra dal Sole), circa 71,8 milioni di km. Rimarrà di poco al di fuori dell'orbita di Mercurio.
Se i dati orbitali rimanessero quelli attuali, dopo questa visita la Elenin sarebbe destinata a disperdersi nello spazio profondo perché la sua orbita al momento risulta aperta. Però si prevede che l'influenza gravitazionale dei grandi pianeti gassosi (Giove, Saturno, Urano e Nettuno) arriverà rallentare leggermente la cometa chiudendone così l'orbita. L'afelio (la massima distanza dal Sole) sarà dunque intorno alle 1000 Unità Astronomiche ("mille, numeri che fan girare la testa") e l'orbita verrebbe percorsa in più di 10.000 anni. Questi numeri sono probabilmente destinati a cambiare anche sensibilmente man mano che i parametri orbitali andranno definendosi meglio.
Nel suo tuffo all'interno del Sistema Solare poco dopo la metà di ottobre passerà alla distanza minima di 0,23 U.A. (circa 34 milioni di km) dal nostro pianeta alla notevole velocità relativa di 23 km/s. Non c'è dunque nessun rischio di impatto. Il tracciato provvisorio della sua orbita è qui.
Astronomicamente parlando si può dire che ci passerà da vicino, ma si tratta comunque di una delle centinaia di comete che ogni anno sfilano per il sistema solare interno. L'osservatorio solare automatico SOHO da quando è in orbita ne ha scoperte più di 2000. Ha festeggiato la sua duemillesima cometa due settimane dopo quella scoperta da Elenin.
A differenza delle sue anonime sorelle la cometa Elenin probabilmente sarà visibile a occhio nudo e anche se al momento è difficile prevedere quanto sarà luminosa. Si azzarda una magnitudine 3 ma è ancora troppo lontana e quando una cometa passa vicina al Sole può accaderle di tutto. Gli appassionati di astronomia alle nostre latitudini incrociano le dita e sperano in uno spettacolo memorabile come quello della grande cometa Hale-Bopp che nel 1997 fece rimaner tutti col naso all'insù per alcune settimane.
Ecco un'animazione di quello che potrebbe accadere:
L'orbita più interna è quella di Mercurio. Seguono Venere, Terra e Marte. La coda della Elenin è volutamente molto accentuata. L'inclinazione della sua orbita rispetto quella terrestre è minima, meno di 2°, per cui l'azione avviene praticamente sullo stesso piano.
C'è dunque una differenza tra la Elenil e le tante comete che affollano il sistema solare: la Terra potrebbe venire investita dalla sua coda. Dobbiamo preoccuparci?
Il 10 dicembre 2010 l'astronomo russo Leonid Elenin ha scoperto una nuova cometa e l'Unione Astronomica Internazionale (IAU) gli ha consentito di battezzarla col proprio nome, come si usa in questi casi. Questo sfata la prima leggenda, quella sul nome.
I dati orbitali dicono che in questo momento si trova a 316 milioni di km dalla Terra e a 465 milioni di km dal Sole. Ha attraversato da poco la cintura degli asteroidi ma è ancora oltre l'orbita di Marte. Raggiungerà il perielio (la distanza minima dal Sole) il 10 settembre 2011, passando a circa 0,48 Unità Astronomiche dal nostro astro (l'Unità Astronomica - U.A. - è la distanza media della Terra dal Sole), circa 71,8 milioni di km. Rimarrà di poco al di fuori dell'orbita di Mercurio.
Se i dati orbitali rimanessero quelli attuali, dopo questa visita la Elenin sarebbe destinata a disperdersi nello spazio profondo perché la sua orbita al momento risulta aperta. Però si prevede che l'influenza gravitazionale dei grandi pianeti gassosi (Giove, Saturno, Urano e Nettuno) arriverà rallentare leggermente la cometa chiudendone così l'orbita. L'afelio (la massima distanza dal Sole) sarà dunque intorno alle 1000 Unità Astronomiche ("mille, numeri che fan girare la testa") e l'orbita verrebbe percorsa in più di 10.000 anni. Questi numeri sono probabilmente destinati a cambiare anche sensibilmente man mano che i parametri orbitali andranno definendosi meglio.
Nel suo tuffo all'interno del Sistema Solare poco dopo la metà di ottobre passerà alla distanza minima di 0,23 U.A. (circa 34 milioni di km) dal nostro pianeta alla notevole velocità relativa di 23 km/s. Non c'è dunque nessun rischio di impatto. Il tracciato provvisorio della sua orbita è qui.
Astronomicamente parlando si può dire che ci passerà da vicino, ma si tratta comunque di una delle centinaia di comete che ogni anno sfilano per il sistema solare interno. L'osservatorio solare automatico SOHO da quando è in orbita ne ha scoperte più di 2000. Ha festeggiato la sua duemillesima cometa due settimane dopo quella scoperta da Elenin.
A differenza delle sue anonime sorelle la cometa Elenin probabilmente sarà visibile a occhio nudo e anche se al momento è difficile prevedere quanto sarà luminosa. Si azzarda una magnitudine 3 ma è ancora troppo lontana e quando una cometa passa vicina al Sole può accaderle di tutto. Gli appassionati di astronomia alle nostre latitudini incrociano le dita e sperano in uno spettacolo memorabile come quello della grande cometa Hale-Bopp che nel 1997 fece rimaner tutti col naso all'insù per alcune settimane.
Ecco un'animazione di quello che potrebbe accadere:
L'orbita più interna è quella di Mercurio. Seguono Venere, Terra e Marte. La coda della Elenin è volutamente molto accentuata. L'inclinazione della sua orbita rispetto quella terrestre è minima, meno di 2°, per cui l'azione avviene praticamente sullo stesso piano.
C'è dunque una differenza tra la Elenil e le tante comete che affollano il sistema solare: la Terra potrebbe venire investita dalla sua coda. Dobbiamo preoccuparci?