domenica 30 gennaio 2011

Continuano i boati misteriosi sul Fadalto: «Pericolo frane su Visentin e Pizzoc»


TREVISO - Boati e detonazioni sul Fadalto. La cosa si è ripetuta anche ieri. Torna la paura. Che rischia di farsi psicosi lungo tutto l’asse del Fadalto. Anche perchè nella ridda di ipotesi, più o meno remote, rientra anche il rischio di crolli di pareti del Visentin e del Pizzoc. Calma. Sono ipotesi scientifiche. Ma chi abita lassù ha paura. Vuol sapere, capire. Tra coloro che si stanno interessando di quanto sta accadendo c’è il geologo Gino Lucchetta, assessore al Comune di Pieve di Soligo e vicepresidente della Comunità Montana. È lui a mettere a fuoco la situazione.

Il fenomeno si ripete. C'è una spiegazione?
«Al momento è un mistero, pur costellato da varie ipotesi. Nessuna di quelle che si sono affacciate è la più attendibile. È semmai il caso di dire che alcune sono già fuori campo».

Quali le escluse allora?
«All’inizio si era pensato ad origini superficiali, in quanto i sismografi non registravano assolutamente nulla. Ad esempio a manovre eseguite dall’Enel nelle gallerie. O magari alle cave poste a Col de Vi, sopra il Fadalto. Ma nell’uno come nell’altro caso, fatta una verifica, si è visto che i tempi non coincidevano con le ore indicate, a parte qualche casualità. I fenomeni si verificano, preferenzialmente la sera, nella fascia compresa fra le 19 e le 23 o al mattino tra le 6.30 e le 8».

Ma domenica scorsa i sismografi del Cansiglio qualcosa hanno rilevato...
«Sì, ma a dieci chilometri di profondità l’effetto si sarebbe avvertito in una fascia più estesa, per lo meno fino a Serravalle. Invece il fenomeno è stato percepito solo da Nove alla Cima del Fadalto. Quindi l’ipotesi sismica, che pur si è affacciata, non è credibile del tutto. Ma finalmente ciò ha indotto a dotare l’area di idonea strumentazione per localizzare la profondità e la zona di origine del fenomeno».

E le altre possibilità?
«Potrebbero essere crolli sotterranei di cavità carsiche. Ma è difficile crederlo, per via degli orari. Qui c’è una ripetitività regolare. Oppure potremmo trovarci davanti a possibili frane. Centinaia di metri cubi di materiale potrebbero venir giù dai versanti Col Visentin e Pizzoc. In tal caso si tratterebbe di un fenomeno di rilassamento, seguito da cedimento».

Ma sarebbe una calamità.
«Concordo che non sarebbe come veder scendere una carriola di sassi. Ma si tratterebbe di un fenomeno circoscritto su un’area assai poco abitata, con danni sostanzialmente limitati».

Si parla anche questioni legate alle falde acquifere.
«Sì, è l’idea di un mio collega: falde acquifere che si sarebbero alzate all’interno del sottosuolo della valle e si stanno aprendo nuovi percorsi».

In definitiva, di che sonno può dormire l’abitante del Fadalto?
«Non ci sono indizi per vivere nella paura. E se volessimo metterla sul piano terremoto non si sono recepiti segni paragonabili con quelli marcati e riconoscibili, registrati, ad esempio, a L’Aquila. Inoltre, mi dicono i colleghi del Dipartimento Geologia della Regione che episodi simili, anche se non protratti nel tempo, si erano già registrati in loco. Si esaurirono col tempo».